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Letture: Isaia 55,1-3; Salmo 144; Romani 8,35.37-39; Matteo 14,13-21.
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"Date loro voi stessi da mangiare" |
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Dal Vangelo di Matteo capitolo 14, versetto da 13 a 21
13Udito ciò, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città. 14Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
15Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». 16Ma Gesù rispose: «Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare».
17Gli risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci!». 18Ed egli disse: «Portatemeli qua». 19E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla.
20Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati. 21Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
accostiamoci con gioia
al vero pane per la nostra vita
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Gesù viene informato dell’uccisione di Giovanni Battista. È una notizia di violenza, brutale, frutto di odio, di ambizioni, di orgoglio. Gli uomini di fronte alla violenza spesso hanno la rozza tentazione di allontanarsi dagli altri, di credersi sicuri se isolati, di chiudersi in un luogo protetto, di pensare solo a sé.
Gesù non scappa, non si chiude in se stesso; si affida come un figlio. Potremmo dire che la folla aveva intuito che poteva affidarsi a Gesù. Per questo lo seguì a piedi per raggiungerlo. Gesù si commosse al vedere quella gente e ne guarì molti.
Il cuore di Gesù, come tante altre volte è accaduto, non resiste alla commozione: guarisce i malati che gli presentano e poi, com’è sua abitudine, si ferma con loro e si mette a parlare e a insegnare. Fino a sera. Tutti stanno a sentirlo. È utile notare che quella folla non era anzitutto priva di pane; era in verità priva di parole vere sulla propria vita, sul proprio destino, priva di qualcuno che si chinasse su di loro e sui propri malati. Per questo si è fermata tutto il giorno accanto a Gesù per ascoltarlo.
Davvero, in questa scena, possiamo scorgere l’icona di quanto dice Gesù: “Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Tuttavia, il Signore sa bene che l’uomo vive anche di pane.
In altra parte del Vangelo aveva esortato: “Per la vostra vita non vi affannate di quello che mangerete o berrete...cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6,25-34). È appunto quello che accade in questo brano della moltiplicazione dei pani.
I discepoli, invece, che pensano di essere più premurosi di Gesù, verso il tardo pomeriggio, lo interrompono: “Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare”. È un comportamento normale, anzi quasi premuroso.
Ma Gesù ribatte: “Non c’è bisogno che vadano; voi stessi date loro da mangiare”. C’è qui un invito alla responsabilità di ognuno, contro la ben radicata abitudine a dire: “ognuno pensi a sé!” (è il pensiero dei discepoli in questo caso), oppure “ci pensino le autorità costituite!”.
Il Signore chiede ai suoi discepoli un comportamento totalmente diverso. Quella folla non deve essere mandata via. Sono loro - i discepoli - che debbono aiutarla. Gesù non manda via nessuno. Gesù “resta con noi” anche quando non lo chiediamo! La sera è illuminata dal suo amore, dall’intimità di quel banchetto, dall’amicizia che non finisce.
Gesù si prende cura in maniera concreta di tutta quella folla. Tutta. Non una parte; non quelli che gli interessavano o che gli convenivano; non fin dove poteva; non solo i buoni o i meritevoli. Gesù chiede ai suoi di dare loro stessi da mangiare. Non è un ordine: è una vocazione, quella di vivere con lui la sua stessa compassione e di farsi carico delle domande degli uomini.
L’amore non si compra: non si deve andare dai venditori del mondo. Ogni comunità, anche piccola, può moltiplicare quello che ha se ascolta il Signore e se mette il poco nelle sue mani; se crede nella forza della sua parola, che da cento volte tanto.
I discepoli rispondono a Gesù ricordando l’esiguità dei loro mezzi. Il problema non è avere tutto, ma iniziare. L’amore cresce amando. Gesù offre da mangiare come ad un sola famiglia. La sua. Gratuitamente, come si fa con i propri familiari. Così il deserto diventa già un giardino.
Egli prese i cinque pani e, come nell’ultima cena, alza gli occhi al cielo, chiede la benedizione, spezza il pane e lo offre. L’amore moltiplica il poco; rende la folla una famiglia; il mondo una casa. Questo pane di amore è lo stesso dell’eucaristia, per noi affamati di amore.
Il Vangelo dice che tutti mangiarono e furono saziati. Tutti. Non c’è un destino separato, una felicità per pochi, perché la gioia è vera solo se comune. È la pienezza dell’amore, che rende sazia e bella, interessante la vita di tutti. È il pane del cielo.
Nutriamoci di questo e diventiamo noi stessi pane d’amicizia per gli altri. Diamo e troveremo. Saremo anche noi sazi e felici, di un pane e di una gioia che non finiscono.
Intenzioni di preghiera:
- O Signore, rendici sempre tuoi commensali, che non abbia mai a mancarci e la tua Parola, vero pane di vita, e aiutaci perchè come i discepoli noi distribuiamo il cibo ricevuto a quanti ci farai incontrare.
- Ti preghiamo o Signore per la Chiesa, che tu alimenti, fa' che, sia sempre rifugio, sostegno e guida per ogni uomo. Proteggi e sostieni il Papa Benedetto, il nostro vescovo Crescenzio, perché illuminino della tua luce gli uomini e le donne del nostro tempo.
- Ti preghiamo o Signore per ciascuno di noi perché sappiamo riconoscere la preziosità del Vangelo che ci hai donato e lo manifestiamo agli altri nella concretezza della nostra vita piena della tua gioia.
- Accogli o Signore le invocazioni che ti presentiamo e che sono state affidate alla nostra preghiera. Tu che sei medico e liberatore guarisci chi è malato e chi si affida alla tua misericordia.
- Ti preghiamo o Signore per la nostra Comunità, ricca del tuo Vangelo che dona sapienza e intelligenza. Custodiscila dal male e sostienila nel tuo servizio di comunicazione del vangelo che guarisce e salva e comunica il tuo amore a tutti, ma specialmente a quelli che vivono nel buio della fame, della miseria, in attesa di una vita più giusta e più umana.
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