parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 25/12/07
Natale del Signore/A
   

Letture: Isaia 9,1-3.5-6; Salmo 95; Tito 2, 11-14; Luca 2, 1-14 (-20).


"Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama "

Dal Vangelo di Luca capitolo 2, versetti da 1 a 20

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. 3Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città.

4Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, 5per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.

6Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.

8C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, 10ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.

12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». 13E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: 14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama».

15Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia.

17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. 19Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.

20I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

il fatto straordinario del natale:
dio si fa bambino e viene in mezzo a noi

Il Natale è un fatto straordinario che rischiamo di prendere in maniera ripetitiva e scontata. E il fatto straordinario è che Dio viene in mezzo a noi. Il Natale è un miracolo dell’amore di Dio. Fra noi e lui c’è un abisso profondo, una distanza incolmabile.

Nel Natale avviene che l’Eterno si è fatto piccolo, è diventato una vita umana. Il Vangelo di Giovanni, nella pagina iniziale ce lo dice con molta chiarezza: “In principio era il Verbo, e il Verbo era Dio … E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”.

È un fatto talmente grande che facciamo fatica anche a ricordarcelo, a fare spazio nella nostra mente, nel nostro cuore a quello che è avvenuto: l’abisso si è colmato e Dio sta in mezzo a noi. Possiamo risentire le parole di Giovanni Battista che dice anche a noi: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete” (Gv. 1,26).

Nella liturgia di Natale questo fatto si fa prossimo a noi, a me, a ciascuno di noi. Un fatto straordinario che avviene però in luoghi molto poveri. Il Vangelo ci dice che “non c’era posto per loro nell’albergo” e Maria “diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia”.

Questo fatto avviene nella più grande debolezza: Dio diventato bambino, povero in una mangiatoia. Dio non ha paura della povertà. Francesco d’Assisi volle rappresentare in maniera reale questo avvenimento. A Greccio, è lui per la prima volta che conduce gente ferita da una antica miseria a vedere il Signore, in un bambino vivo. Da qui è nato il presepe, per dire che Dio è in mezzo a noi.

In un mondo in cui non ci si stupisce più di niente, noi ascoltiamo la proclamazione di questo Vangelo, contempliamo la nascita del Figlio di Dio nell’icona del Natale e ci fermiamo a contemplare stupiti questo scoppio di amore di Dio verso di noi, poveri uomini e povere donne.

Questo Vangelo ci dice che c’è sempre un angelo del Signore che annuncia la Parola, anche quando è notte buia. Ovunque ci può essere una luce splendente di gloria che fa vedere uno spettacolo celeste. Questa notte e domani, in tanti luoghi della città – e dobbiamo dire in tanti luoghi del mondo – la luce del Natale raggiunge tanti luoghi bui, tante vite tristi e rassegnate.

A quei pastori l’annuncio dell’angelo dice che la realtà non è solo il buio della notte o il belato delle pecore e magari qualche canto di pastori. La terra è abitata anche da questa luce e i cieli bui si aprono. C’è un realismo, una verità del Vangelo che facciamo fatica a cogliere. La realtà non è solo quello che vedo io. La liturgia del Natale vuole aiutarci a cogliere questa realtà.

Noi siamo uomini e donne agitati da passioni che poche volte aprono alla speranza. Siamo diffidenti e poco amici degli altri perché abbiamo paura. La paura ci fa ripiegare su noi stessi. Ai pastori spaventati per questa luce fuori del comune, l’angelo dice: “Non temete, non abbiate paura”. Sono parole che troviamo molte volte nella Scrittura: “Non abbiate paura”.

“Vi annuncio una grande gioia”: sono le parole proclamate ai pastori e anche a noi. La gioia libera dalla paura e dalla diffidenza. Ascoltiamo questo annuncio, ascoltiamo il Vangelo. Quando ci mettiamo ad ascoltare la Parola del Signore, cominciamo ad aprirci alla fede e a gustare la gioia.

Il messaggio di Natale è una grande gioia, che deve conquistare il cuore e che va comunicata a tutti gli uomini. Il Natale è conversione alla gioia se comprendiamo l’amore sconfinato di Dio che diventa bambino per essere in mezzo a noi: “questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”.

Che cosa facciamo di fronte a questo annuncio che, se lo accogliamo con fede, suscita stupore? I pastori prendono una decisione: “Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”. Dopo l’annuncio dell’angelo viene il tempo della decisione. Siamo invitati nel cuore di questa liturgia a prendere una decisione, una decisione personale, anche se viviamo in un tempo in cui le decisioni sembrano imprendibili, oppure vengono prese sotto l’impulso delle nostre passioni o prese per caso.

Si tratta di mettersi in viaggio come i pastori. È un viaggio spirituale, interiore per ricominciare con Gesù. Perché anche se crediamo di conoscerlo, questo Natale ce lo vuole far conoscere meglio. I pastori andarono senza indugio. Non c’è tempo per rimandare, aspettare: l’invito va accolto ora.

I pastori videro il Signore che era un bambino, povero in una mangiatoia, in mezzo a Maria e Giuseppe. Se anche noi compiamo questo viaggio spirituale, anche noi sperimenteremo la forza del Signore, qualcosa che fa stupire tanti altri. Come avviene durante i tanti pranzi di Natale con quelli che si uniscono a noi.

Sono tanti quelli che in diversi modi aiutano perché il Natale sia una luce nella vita buia di tanti. Questo ci fa capire che c’è un modo convincente di comunicare il vangelo proprio a partire dal Natale. Dinanzi a questo mistero di Dio fra gli uomini, in una mangiatoia, con Maria e Giuseppe, noi veniamo convertiti alla gioia. E un cuore abitato dalla forza della gioia comunica una gioia che può stupire il mondo.

Questo mondo ha bisogno dello stupore. Noi liberati dalla paura e dalla diffidenza, meditando tutte queste cose come il Vangelo ci dice di Maria – “ella, da parte sua serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” – possiamo essere trasformati e comunicare questo evento nella gioia.

Preghiamo il Signore perché ci lasciamo trasformare da lui, preghiamo perché questo Vangelo del Natale trasformi la vita di tanti, preghiamo per chi è incerto, indurito nella tristezza perché possa nella fede aprirsi a questa gioia. Preghiamo perché la nostra vita che si apre alla fede e gusta la gioia possa essere una benedizione che salva tanti.

  • Intenzioni di preghiera:

  • O Signore aiutaci a riconoscere nel bambino di Betlemme il tuo amore che si avvicina a noi. Fa’ che la sua fragilità tocchi i nostri cuori e ci renda capaci di accoglierlo nella nostra vita e di farlo crescere, perché resti sempre con noi.
  • O Signore Gesù, che ti sei incarnato per la salvezza di tutti, fa’ che noi tuoi discepoli sappiamo comunicare il Vangelo al di là di porte chiuse, di confini serrati, di muri, sapendo vincere ogni separazione perchè tanti cuori possano aprirsi alla tua misericordia.
  • Ti preghiamo o Signore, per tutte le nostre Comunità, perché testimonino nella gioia il tuo amore davanti a tutti gli uomini e sappiano ricevere l’annuncio della tua nascita nell’accoglienza ai poveri e ai diseredati della terra.
  • O Signore noi ti preghiamo per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Santa Chiesa perché comunichi fino all’estremità della terra la gioiosa notizia della nascita del nostro Salvatore e tutta l’umanità partecipi alla lode e alla gloria del suo nome.
  • O Signore, noi ti preghiamo per tutti coloro che nel nostro mondo ricco, come te, non trovano un posto: per i poveri, gli anziani soli, i senza fissa dimora, gli stranieri, i nomadi,per i carcerati e i condannati a morte. Ti preghiamo perché in questo Natale tanti possano essere consolati e trovare nella tua casa affetto e accoglienza.
  • Signore, che sei principio della Pace, ascoltaci mentre ti domandiamo di donare pace al mondo intero, di liberarlo dal peso del male, di rinnovare la vita dei popoli.