parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione dell'11/03/07
3ª Domenica di Quaresima /C
   
Letture: Esodo 3, 1-8. 13-15; Salmo 102; 1Corinti 10, 1-6.10-12; Luca 13, 1-9.
 

"Mosè, Mosè,togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai
è una terra santa!"

Dal Vangelo di Luca capitolo 13 versetti da 1 a 9

1Si presentarono alcuni a riferire a Gesù circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici.

2Prendendo la parola, Gesù rispose: “Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? 3No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”.

6Disse anche questa parabola: “Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7Allora disse al vignaiolo: Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno?

8Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest’anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime 9e vedremo se porterà frutto per l’avvenire; se no, lo taglierai”.

Il Signore È accanto ad ogni uomo

Dio ci parla del suo amore per gli uomini

Continua il nostro cammino quaresimale che ci condurrà a Gerusalemme per la Pasqua. Siamo alla terza tappa, dopo la tentazione nel deserto e la visione del Tabor. La liturgia di questa domenica si apre con la narrazione dell’esperienza religiosa di Mosè su un altro monte, l’Oreb. Mosè - narra il libro dell’Esodo - stava pascolando il gregge del suocero e si spinge sino all’Oreb. Era fuggito dall’Egitto perché la sua vita era in pericolo (aveva ucciso un egiziano) e si era sistemato con la tribù di Ietro, sacerdote di Madian. Lì conduceva una vita normale, come quella di tanti; forse, l’unica differenza era quella di tenersi a distanza dagli egiziani.

Un giorno, arrivato alle pendici del monte Oreb, “l’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto” (Es 3, 2): era un fuoco che bruciava ma non consumava. Così è della Parola di Dio: brucia la nostra vita ma non la distrugge; ci inquieta ma non ci annienta. Questo fuoco così particolare si fa parola viva, toccante: chiama Mosè per nome.

La nostra piccolezza dinanzi a Dio

In quel deserto sconfinato, mentre si trovava solo con le sue greggi, quell’ebreo egiziano non era né solo né abbandonato. “Mosè, Mosè!”, si sentì chiamare. Alla sua risposta la voce continuò: “Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è terra santa!” (v. 5). Mosè non solo si tolse i calzari, si velò anche il viso,”perché aveva paura di guardare verso Dio” (v. 6). Non si può stare impunemente alla presenza di Dio. Ancora oggi, in Oriente, quando si entra nei luoghi santi (penso alle moschee o agli spazi vicini all’altare nelle chiese cristiane copte dell’Egitto), bisogna togliersi le scarpe. È il senso della nostra pochezza e della nostra povertà.

Le parole che Dio rivolse a Mosè bruciavano di un amore sdegnato per l’oppressione di Israele: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo” (vv. 7-8). Il Dio che Mosè si trova davanti non era lontano e impassibile, ma un roveto d’amore, un fuoco che brucia per liberare il suo popolo. Davanti a questa fiamma dobbiamo davvero coprire il nostro volto, spesso freddo e distante. La vicinanza di questo fuoco ci trasforma e ci rende testimoni dell’amore.

Il Signore è un fuoco di amore che vuole comunicare anche a noi

Su quel monte, l’Oreb, si manifesta la scelta di Dio per Israele e per gli uomini. A ogni uomo, a ogni donna il Signore dice: “Io sarò con te”. E sembra aggiungere: “Io sarò per te come il fuoco che riscalda e illumina, come la nube che guidava Israele nel deserto; io sarò la tua libertà e il tuo futuro, come diedi a Israele la terra promessa. Non solo; io porrò la mia tenda in mezzo a voi, mi stabilirò per sempre con voi; sarò l’Emanuele, il Dio con noi”.

La definizione che Dio ha dato di se stesso sull’Oreb in Gesù raggiunge il suo culmine. Gesù è il definitivo roveto ardente: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso”(Lc 12, 49). Ed è lui che ha detto ai discepoli: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20).

La Quaresima, tempo opportuno per convertirci

La pagina evangelica di questa terza domenica di quaresima (Lc 13, 1-9) ci presenta Gesù come un vignaiolo che intercede presso il padrone per salvare una pianta di fico. Per vari anni quest’albero non ha prodotto frutto e il padrone, sdegnato, vuole tagliarlo. Il vignaiolo insiste perché il padrone aspetti ancora un po’ di tempo. La supplica raggiunge il padrone e lo convince. Con questa parabola Gesù non fa che descrivere la vicenda della nostra vita, spesso senza frutto. Essa però è salvata dalla misericordia di Gesù che si è fatto compagno, amico e difensore di ognuno di noi. Ma chiede di lasciarci toccare il cuore.

La quaresima è uno di quei tempi particolari, opportuni, che ci sono donati per convertirci. Dio non è intento a mandarci disgrazie perché ci ravvediamo (è una concezione distorta di Dio, anche se purtroppo molto diffusa). Gli esempi riportati da Gesù sono chiarissimi in questo senso. Il salmo ripete spesso: “Buono e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore” (Sal 102/103, 8). Tuttavia il richiamo all’urgenza della conversione è serio non tanto per la vendetta di Dio, quanto per evitare di fare il male: “Chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere” (1 Cor 10, 12).

  • Intenzioni di preghiera:

  • Ti preghiamo Signore per il nostro papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Chiesa, perché lavori senza stancarsi per comunicare il Vangelo agli uomini e condurli all’incontro con Lui.
  • [un bambino] Gesù, tu guardi con amore anche a noi bambini. Aiutaci a crescere col tuo amore, così da imparare a stare bene con tutti.
  • Signore, tu che posi il tuo sguardo su coloro che sono maltrattati ed oppressi, conduci anche noi a guardare con amore i poveri e i sofferenti e farci loro vicini con i tuoi sentimenti.
  • Ti preghiamo Signore, per i popoli in guerra, per quelli che mancano del necessario per vivere, specialmente in tanti paesi dell’Africa. Ti preghiamo per i malati, per quelli che sono smarriti senza una meta. Fa’ che possano essere sollevati dalla loro indigenza, dalla loro debolezza.