parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 30/04/06
Domenica 3ªdi Pasqua/B
   
Letture: Atti 3,13-15.17-19;Salmo 4;1 Giovanni 2,1-5; Luca 24,35-48 .

 


"Sono proprio io! Toccatemi e guardate " .

Dal Vangelo di Luca capitolo 24 versetti da 35 a 48

35Di ritorno da Emmaus, i discepoli riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

36Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.

44Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture e disse: 46«Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno 47e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni”.

Con GesU' risorto possiamo scegliere per la vita

Cristo continua a manifestarsi ai suoi discepoli

La Pasqua che la Chiesa celebra ogni anno è il cuore della sua fede e della sua vita: Cristo, dopo la sua passione e morte, è risorto e ora vive per sempre e comunica la sua vita a quelli che scelgono con lui per la vita. E queste settimane che seguono la festa di Pasqua ci aiutano e ci spingono a lasciarci attrarre dal Signore che continua a manifestarsi anche oggi, come fece a partire da quel primo giorno dopo il sabato, che è diventato da allora il primo giorno di ogni nostra settimana, la domenica.

La domenica, ogni domenica ci fa incontrare con lui vivo e presente nel momento comune della liturgia festiva, quando egli si rende presente, ci parla col suo Vangelo e si fa nostro nutrimento nell’Eucarestia.

I due discepoli di Emmaus, che avevano incontrato Gesù lungo la strada che da Gerusalemme li riportava a casa e lo avevano riconosciuto nel momento in cui spezzava il pane con loro a tavola, sono tornati dagli altri discepoli e raccontano quanto avevano vissuto.

Incontrare oggi coloro che ci mostrano le ferite stesse di Gesù

Dobbiamo scoprire anche noi il gusto e la gioia di raccontarci quello che il Signore ci fa vivere assieme a lui. Penso alla festa fatta ieri con tanti anziani nostri amici: aver riflettuto assieme a loro sulla condizione di tanti paesi dell’Africa, sulla loro condizione di poveri e sul bisogno di aiuto; aver poi mangiato assieme e aver trascorso le ore del pomeriggio in festa.

Sono uomini e donne che ci mostrano le ferite che Gesù indica ai discepoli, stupiti e increduli di fronte a Lui risorto; sono le ferite della vita, le ferite di dispiaceri e delusioni, di tante prove subite, di tante umiliazioni. Vedere i loro volti contenti è vedere Gesù che comunica la sua vita, che fa rinascere.

Il Signore trova anche noi un po’ stupiti e increduli di fronte alla sua resurrezione. Pensiamo che il Vangelo sia una cosa bella ma che non si possa realmente vivere, pensiamo che sia un sogno bello ma che non si possa realizzare. Le ferite nelle sue mani e nei suoi piedi sono le ferite di tanti poveri, emarginati, di tanti condannati a morte che aspettano di essere incontrati, consolati, aiutati, di trovare un po’ di amicizia e affetto.

La sfida del male

In un mondo che cambia, ma dove sembra che nulla cambi perché ci sono ancora guerre, ci sono ingiustizie, dolore e morte, c’è il Signore che dice: sì, ci sono tutte queste cose, ma con me si può vincere il male, anche voi potete risorgere a vita nuova se scegliete di combattere con me il male.

Come fa con i discepoli, Gesù fa anche con noi: si mette a spiegare le Scritture, ci dice che egli è passato attraverso la passione e la morte, partecipando con noi alla sfida contro il male. E con lui si può vincere. Il Vangelo comunica a noi la sua forza, ci porta a incontrare le ferite di tanti nostri fratelli e a comunicare la vita del Risorto.

Sono tanti quelli che vivono una fede fatta di abitudini, di partecipazione a dei riti religiosi senza farsi interpellare intimamente dal Signore. Per questi e soprattutto per quelli che vivono lontani da un’esperienza religiosa, Gesù chiama anche oggi uomini e donne che scelgono di rispondere alla sua chiamata e di vivere il suo Vangelo. Questi sono i suoi testimoni: testimoni della vita di Gesù comunicata a noi, testimoni della sua Parola che guarisce e salva, testimoni della sua Resurrezione che diventa anche resurrezione per noi e per tanti.

La scelta per la vita: una scelta non scontata

Ma se ci guardiamo intorno, se riflettiamo sulle nostre società del benessere, se allarghiamo il nostro sguardo al mondo più grande ci rendiamo conto che la scelta per la vita è ancora tanto lontana o peggio è disprezzata. Non è scontato infatti scegliere per la vita. Sembra che non sia naturale. È più difficile di quello che normalmente si crede. In fondo le forze del male e della morte sono apparse per secoli invincibili.

C’è una domanda antica eppure tanto attuale: “Chi può resistere al male?” Ma il male esiste veramente? Ci viene da rispondere in altro modo: esistono le mie difficoltà, esistono le cattiverie degli altri, esiste il male che mi fanno, esistono le sofferenze, esiste la sfortuna, esistono i casi della vita. Ma il male esiste? Sì, il male esiste. Chi ha visto una guerra, chi ha visto la prigionia umiliante di tanti, chi ha conosciuto l’umiliazione della vita in un condannato a morte, sa che il male esiste. E si guarda al male con rassegnazione o si reagisce con rabbia, ma in fondo non c’è la capacità di affrontarlo.

La fede nella Resurrezione ci apre alla vita e al senso profondo della vita. Ci dice che al fondo delle cose non c’è il nulla, la sconfitta di fronte al male, ma l’amore. Questo amore ci conquista alla fede nel Signore. E la nostra fede diventa la benedizione della vita. La benedizione impedisce la corruzione del corpo e del cuore. Questa è la benedizione che i discepoli di Cristo morto e risorto vogliono essere per questo mondo, la benedizione della vita. Con Gesù risorto possiamo scegliere di essere in questo mondo non per essere felici o per non soffrire, ma per essere vivi e per benedire gli altri con la nostra vita, cioè con l’amore.
  • Intenzioni di preghiera:

  • Dona noi, o Signore, la tua pace come la donasti ai discepoli tristi e spaventati, con la tua presenza e la tua parola. Che esse infondano forza e sicurezza nelle nostre giornate, nelle nostre paure, nei nostri dubbi. Aiutaci a capire che solo tu, il Risorto, sei il Signore della vita piena.
  • Signore Gesù che non ci lasci orfani ma soccorri la nostra debolezza apri la nostra mente all’intelligenza delle Scritture, dona a questi tuoi servi di amare la tua Parola, di custodirla nel loro cuore, di farla crescere, di metterla in pratica.
  • Gesù, aiuta noi bambini a credere in te, nella tua forza di amore e di pace.
  • Ti preghiamo o Signore per il papa Benedetto XVI, per nostro vescovo Michele, perché guidino il tuo popolo nell’unità e nella pace, e per tutta la Santa Chiesa perché annunzi al mondo con rinnovata speranza la perenne novità del Vangelo.
  • Ti preghiamo o Signore per ciascuno di noi: apri il nostro cuore alla vera conversione e fa’ che ciascuno sia testimone di un’umanità pacificata nel tuo amore.
  • Ti preghiamo Signore per tanti che ti invocano con forza: ti preghiamo per chi lotta contro la morte, per chi soffre, per chi è gravemente malato, perché trovi in te soccorso, guarigione, salvezza
  • Ti ringraziamo o Signore, per i momenti di amicizia e di gioia vissuta con i nostri amici anziani: aiutaci a custodire ed alimentare questa amicizia nella preghiera e nell’incontro con loro ed essere strumenti di riconciliazione fra le diverse generazioni.
  • Ti ringraziamo o Signore per l’incontro di preghiera per la pace che si è svolto a Washington nei giorni scorsi e ti preghiamo: aiutaci a custodire lo spirito di Assisi perché le religioni nella preghiera, nel dialogo e nell’amicizia sappiano indicare al mondo le vie della pace.
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