"Tu sei il Figlio mio prediletto,
in te mi sono compiaciuto" |
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Dal Vangelo di Marco capitolo 1 versetti da 7 a 11
7Giovanni predicava:“Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali.
8Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo”.
9In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni.
10E, uscendo dall`acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba.
11E si sentì una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto”.
Il signore continua a manifestarsi in questo tempo
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Le manifestazioni del Signore
Oggi celebriamo la domenica del “Battesimo di Gesù”. Continuano le “epifanie” – cioè le manifestazioni – del Signore. Dopo quella del Bambino ai pastori e ai magi, c’è quella alla folla degli ebrei raccolti sulle rive del Giordano.
Ci sono stati in questi giorni di Natale dei segni concreti e belli: il pranzo di Natale con i poveri nella basilica di san Severino, nell’istituto per anziani ai Colli Aminei, ai quali se ne sono aggiunti altri nei giorni successivi fino a quello del Dormitorio Pubblico la sera dell’Epifania – e sappiamo che in tante altre città del mondo tanti poveri si sono seduti alla tavola che nasceva dalla mangiatoia di Betlemme - ; e poi la marcia per la pace il primo gennaio, svoltasi nella nostra città ma anche in molte altre città in Italia e nel mondo: sono segni che ci chiedono di fermarci, di riflettere su tanta umanità sofferente nella nostra città e in tante parti del mondo, specialmente in alcuni paesi dell’Africa dove manca anche il cibo per nutrirsi.
E sono contento che nel nostro piccolo la risposta alla colletta della notte di Natale per il Malawi, questa piccola nazione dell’Africa del Sud, è stata generosa, manifestazione di sensibilità al bisogno di tanti poveri. Ma ci fanno riflettere anche le tante persone che sono venute ad aiutarci per preparare questa festa con i poveri: li abbiamo visti in tanti al pranzo di Natale e anche la sera dell’Epifania al Dormitorio.
Ci fanno riflettere e ci aiutano a non chiuderci cercando sicurezza nel benessere, nell’avere qualche comodità in più per noi stessi, dimenticandoci di chi manca del necessario; e ci fanno vedere che tanti sono quelli che cercano un senso, una direzione alla loro vita. Quella folla di ebrei raccolti sulle rive del Giordano attorno a Giovanni Battista, ci fa pensare ai tanti uomini e donne di oggi che cercano, che si portano dentro delle domande e non sanno a chi rivolgerle.
Il Signore viene in mezzo a noi
In questa realtà sentiamo risuonare le parole del profeta: “O voi tutti assetati, venite all’acqua, chi non ha denaro venga ugualmente” (Isaia 55,1). E Giovanni Battista ci invita a scoprire questa presenza del Signore che continua a venire in mezzo a noi: “In quei giorni Gesù venne da Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni”. Si manifesta in maniera semplice e umile: si mette in fila come tutti, appare peccatore come tutti, aspetta il suo turno come tutti. Non passa avanti e non vanta privilegi; è uomo tra gli uomini, in tutto simile a noi. Nessuno dei presenti lo conosce, tranne il Battista che gioisce nel suo cuore e dice anche a noi con voce forte: “In mezzo a voi c’è uno che voi non conoscete”.
Quello che avvenne al Giordano possiamo dire che accade nella Liturgia Eucaristica quando si apre il Vangelo e quando si invoca lo Spirito sul pane e il vino. Tutto appare ordinario, eppure si celebra il mistero centrale della nostra vita e della stessa storia. Con molta brevità l’evangelista Marco scrive: “Uscendo dall’acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto”.
Lo Spirito del Signore possa trovare in noi il posto dove posarsi
Si aprono i cieli e lo Spirito Santo si posa su Gesù alla stessa maniera di come una colomba finalmente si posa nel suo nido. Possiamo dire che la Potenza di Dio ha trovato finalmente la sua casa. E il Signore Gesù dopo il Battesimo, inizia a parlare pubblicamente perché è urgente annunziare il regno di Dio che viene. Nel giorno del Battesimo possiamo dire che in un certo senso egli nasce ad una nuova vita: non pensa più alla sua casa di Nazaret e non ritorna più alle sue occupazioni di sempre. Da quel giorno la sua ansia, il suo assillo in tutte le sue giornate è annunciare il regno di Dio.
Dopo quello che il Signore ci ha fatto vivere in questi giorni santi, ricchi e belli del Natale, non ritorniamo ai nostri ritmi di sempre, facciamo sì che questo Natale segni un nuovo inizio per noi. Quei cieli apertisi sul Giordano continuano ad aprirsi ancora oggi e lo Spirito è effuso su di noi. Siano i nostri cuori simili a quello di Gesù che fu come un nido dove la colomba si posò nella sua dimora. Un nuovo inizio per essere diversi da come abitualmente siamo, per avere in noi lo Spirito di Dio, i pensieri stessi di Dio.
Il profeta Isaia scrive: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri, oracolo del Signore” (55, 8-9). Lasciamoci trasformare da questa “diversità di Dio”, continuiamo a cercare il volto dei poveri, non dimentichiamoci di quelli che il Signore ci ha fatti incontrare in questi giorni, manifestiamo loro la potenza dell’amore che si sprigiona dal Signore Gesù, indichiamolo anche noi a chi è in ricerca, perché possa conoscere colui che porta amore e pace.
Il Battesimo significò per Gesù un nuovo inizio. Anche noi oggi, ricordando il nostro Battesimo, riceviamo la grazia di un nuovo inizio: possiamo cioè accogliere almeno un riverbero di quel fuoco che divorava Gesù; possiamo bruciare anche noi per il Vangelo; sentire l’urgenza per il bene degli altri; operare senza sosta perché il mondo si allontani dal male. Quei cieli apertisi sul Giordano continuano ad aprirsi ancora oggi e lo Spirito è effuso su di noi. Siano i nostri cuori simili a quello di Gesù che fu come un nido ove la colomba si posò come nella sua dimora. Nuovo inizio vuol dire essere diversi da come abitualmente siamo, non per moda o stravaganza, ma per avere in noi lo Spirito di Dio, i pensieri stessi di Dio. È scritto in Isaia: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri, oracolo del Signore”(Is 55, 8-9).
Se accogliamo questa “diversità di Dio” nel nostro cuore, essa sarà per noi come il fuoco, come un’energia dirompente. Saremo spinti anche noi ad una testimonianza più pubblica e più evangelica, come ci esorta anche la prima Lettera di Giovanni. E porteremo molto frutto: “E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio?”(1 Gv 5, 5). Accadrà per noi – divenuti testimoni – quello che il profeta Isaia dice della stessa Parola di Dio: “Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver irrigato la terra... così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero”(Is 55, 10-11).
Il Figlio di Dio si manifesta a noi nell’umiltà
Dopo aver trascorso trenta anni nel nascondimento di Nazaret, viene il giorno in cui Gesù, lasciata Nazaret, si reca al fiume Giordano dove si trova Giovanni Battista che invita gli uomini a conversione, compiendo su di loro un gesto di purificazione, immergendoli nelle acque del fiume.
Giovanni aspetta la manifestazione di uno che viene da Dio e che viene a portare sulla terra il fuoco dello Spirito, dell’amore di Dio.
Quel giorno Gesù, confuso in mezzo agli altri, si avvicina a Giovanni e si lascia battezzare. Egli che è senza peccato si unisce agli uomini peccatori, desiderosi di rinascita, per iniziare da allora la manifestazione graduale dell’amore di Dio per gli uomini.
È venuto il tempo di cominciare a percorrere le strade delle varie città e villaggi della Palestina, incontrare uomini e donne di tutte le condizioni e portare loro speranza, salvezza, guarigione, liberazione.
“Uscendo dall’acqua – dice in poche righe l’evangelista Marco – vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba”. Questa immagine ci manifesta bene il senso di tutta l’azione del Signore in mezzo a noi: con lui il cielo e la terra si avvicinano, lo Spirito di Dio viene a posarsi su di lui come una colomba si posa sul suo nido. In Gesù conosciamo la dolcezza, la mansuetudine, la mitezza, la semplicità, l’amore che Dio vuole portare nel cuore degli uomini.
I luoghi dove oggi si manifesta il Signore
Quei luoghi dove Giovanni Battista ha operato sino ad allora, diventano i luoghi dove Gesù comincia a manifestarsi.
Con Gesù i cieli si sono aperti e si è realizzato il desiderio del profeta Isaia che invocava: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi!” (63,19).
Il Signore vuole continuare a manifestarsi oggi, nel nostro mondo, nelle nostre città. Come è bello se anche i luoghi dove noi operiamo ogni giorno diventano i luoghi dove il Signore viene a manifestarsi.
Noi possiamo preparare i cuori con la nostra parola amica, con i piccoli gesti quotidiani, a riconoscere il Signore che si manifesta, che fa venire sulla terra il suo Spirito che unisce e riconcilia.
Quanta gente cerca una strada, una direzione per la propria vita, una liberazione, un senso nelle proprie giornate. Il Signore è presente in mezzo a noi, ma tante volte la nostra mente è offuscata, gli occhi sono impediti. La voce del Padre, la stessa voce che risuona al Giordano, attraverso il Vangelo risuona anche per noi: “Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto” (1,11).
Il Vangelo è la parola amica che ci rivela Dio
È la parola amica che ci viene dall’alto e ci conferma nel cammino, ci aiuta a ritornare sui passi del Signore, quando ce ne allontaniamo; ed è la parola amica che noi possiamo far ascoltare a quelli che la cercano e non la sanno trovare da soli.
Quanti sono quelli che cercano parole vere per la propria vita, quanti pensano di non avere più possibilità di una vita riconciliata. Tanti corrono dietro luci che ingannano, spendono energie per ciò che non soddisfa. E quanti sono quelli che giacciono nel buio dell’abbandono e della solitudine!
La voce del Padre che scende dal cielo ci invita a seguire il suo Figlio per essere rigenerati nella mente e nel cuore.
Siamo all’inizio di un nuovo anno, iniziamo un altro tempo da vivere col Signore lasciando che egli si manifesti con sempre maggiore forza e chiarezza nella nostra vita.
Riconosciamo che ancora siamo lontani dal Signore. È vero che – come ci dice il Signore con le parole del profeta – “i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie” (Isaia 55,8). Ma è anche vero che se noi ascoltiamo la sua voce, se scegliamo di vivere insieme al Figlio suo, la nostra vita non rimane uguale.
Un lavoro bello ci attende
Quanto lavoro c’è da fare per far crescere la giustizia, la pace, la concordia fra gli uomini. Se noi crediamo nel Figlio di Dio, Gesù, egli ha vinto il mondo e noi possiamo operare con lui (cfr. 1ª Giovanni 5,5).
La parola di Dio che scende nel nostro cuore, se la accogliamo, non rimane senza frutto: ci dona sentimenti, parole, intelligenza nuova.
Quando Gesù ci dice: “Io sono nel Padre e il Padre è in me” (Giovanni 14,10), ascoltiamolo. Quando egli ci dice: “Chi ha visto me ha visto il Padre” (Giovanni 14,9), ascoltiamolo.
Egli ci chiama alla pace e non alla discordia, all’incontro e non alla contrapposizione, alla pazienza e non all’ira, al perdono e alla speranza.
La nostra vocazione è quella di essere figli di Dio. Ci riconosciamo tali attorno all’unica mensa che ci riunisce nel giorno santo del Signore. Non possiamo essere uniti attorno allo stesso altare e divisi e discordanti fuori.
Cresciamo come figli, viviamo come figli, agiamo come figli del nostro Dio, avendo come nostro fratello il Signore Gesù.
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Intenzioni di preghiera:
- Ti ringraziamo o Signore per il dono del Battesimo: aiutaci ad essere sempre grati del tuo grande amore che ci rende per sempre tuoi figli e che oggi per noi è la grazia di un nuovo inizio.
- Ti ringraziamo o Padre per il dono della tua Parola, che come acqua irrora la storia degli uomini e la nostra vita. Ti preghiamo perché essa non resti in noi, che la riceviamo, senza effetto ma operi secondo la tua volontà.
- Ti preghiamo o Signore per il Papa Benedetto XVI, per il nostro Vescovo Michele e per tutta la santa Chiesa di Dio. Guidala sulle strade del mondo, perché annunci ovunque il Vangelo e orienti il cammino di tutti i popoli verso di te.
- Gesù, io ti prego per quelli che sono in carcere, per quelli che in Africa non hanno il cibo per nutrirsi. Aiutaci a non chiudere il cuore e pensare solo a noi stessi.
- Ti preghiamo Signore per tutti i giovani perché imparino a spendere la propria vita per quelli che vale, perché aprano il loro cuore a chi è povero e bisognoso di aiuto.
- Ti preghiamo o Signore per la nostra Comunità. Accompagnaci nel servizio verso tutti, benedici i frutti del lavoro che ci chiami a compiere, proteggici da ogni male, mantienici uniti nel tuo amore.
- O Signore ti preghiamo di concedere il perdono e la gioia della conversione a chi chiede di rinascere con te dopo l’annuncio del Natale.
- Perdona o Signore l’umanità, perché spesso le sue vie sono lontane dalla tue: disarma gli spiriti violenti e rafforza chi cerca la pace. Ti preghiamo perché si affermi la giustizia e la pace tra le nazioni. Perché gli egoismi, le chiusure, gli interessi di parte cedano il passo alla misericordia e al senso del bene comune.
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