e

parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 10/07/05
Domenica 15ª Tempo Ordinario /A
   

Letture: Isaia 55, 10-11; Salmo 64; Romani 8, 18-23; Matteo 13, 1-23.


" Beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono"

Dal Vangelo di Matteo, capitolo 13 versetti da 1 a 23

1Quel giorno Gesù uscì di casa e si sedette in riva al mare. 2Si cominciò a raccogliere attorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca e là porsi a sedere, mentre tutta la folla rimaneva sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose in parabole.

E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4E mentre seminava una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e la divorarono. 5Un’altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c’era molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo. 6Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò. 7Un’altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. 9Chi ha orecchi intenda».

10Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché parli loro in parabole?».

11Egli rispose: «Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12Così a chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. 13Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono. 14E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice:

Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete. 15Perché il cuore di questo popolo si è indurito, son diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi, e io li risani.

16Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. 17In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l’udirono!

18Voi dunque intendete la parabola del seminatore: 19tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l’uomo che ascolta la parola e subito l’accoglie con gioia, 21ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato. 22Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l’inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dà frutto. 23Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi dà frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta».

Il Signore cerca cuori che accolgono la sua Parola
ela fanno fruttificare

Dio seminatore instancabile nella terra degli uomini

C’è un’opera bella e fedele del Signore che si mescola e si fa strada in mezzo alle tante opere degli uomini, quasi sempre caduche e spesse volte producono divisioni e dolore. L’opera di Dio è quella di non stancarsi di parlare al cuore degli uomini di ogni generazione, per strapparne quanti più è possibile al dominio del male che continua a manifestarsi anche nel nostro tempo producendo distruzione e seminando morte – come abbiamo visto ripetersi negli attentati di Londra.

Quel seminatore che esce col suo seme e sembra seminare alla cieca gettando il seme da ogni parte, è l’immagine del Signore che lancia il seme della sua parola a tutti, ad ogni uomo, che parla anche ai cuori più induriti, a quelli che sono distratti, superficiali, presi dalle troppe preoccupazioni, perché egli non smette di sperare su ogni uomo, su ciascuno di noi.

Il racconto della parabola con la spiegazione che ne segue, data dallo stesso Gesù, ci offre il quadro dei diversi atteggiamenti e comportamenti di fronte al Signore che ci parla. Al di là di un ascolto materiale senza comprendere, o di entusiasmi momentanei, oppure rimanendo prigionieri delle proprie preoccupazioni e dei propri impegni, il Signore cerca cuori che accolgono e comprendono quello che egli ci annuncia.

Lasciarci forgiare dalla Parola di Dio

Anche oggi c’è bisogno di uomini e donne forgiati dalla Parola del Signore. E lasciarsi forgiare richiede un ascolto che diventa comprensione; significa ricercare la Parola del Signore ogni giorno e meditarla. Il Signore semina largamente anche oggi perché cerca coloro che facciano fruttificare la sua Parola, diventando essi stessi primizia dell’umanità creata a immagine di Dio: una umanità serena, affettuosa, calda, accogliente, che ama la pace e comunica pace.

La Parola ci trasforma lentamente e ci conduce a diventare come Gesù, a ricevere i suoi stessi sentimenti, a radicarci nella preghiera, come ha fatto Gesù che ogni giorno trascorreva lungo tempo a pregare. Chi accoglie nel suo cuore la Parola, la comprende e la fa fruttificare realizzando le parole del profeta Isaia: la nostra vita viene irrigata come quando la pioggia cade su un terreno arido, e diventa feconda, germoglia in sentimenti nuovi che ci rendono veramente uomini.

E noi, nelle mani del Signore, diventiamo strumenti e collaboratori della sua semina. Chi apre gli occhi e il cuore, sotto l’azione della Parola di Dio, vede quanta è numerosa la gente affamata di pane, cioè di nutrimento per la propria umanità disseccata, di respiro umano per uscire dal proprio abbandono, di vicinanza e di aiuto per risollevarsi da una condizione di estrema debolezza e povertà. Il Signore ci ha dato la grazia di non guardare da lontano e distrattamente i poveri, le persone sole, quelli che vengono da altri paesi; ce li ha fatti incontrare, ci fa parlare con loro, diventare loro amici e sperimentare che questi incontri ci cambiano il cuore e rendono meno duri ed indifferenti, più umani e solidali.

Comunichiamo il Vangelo con coraggio e con gioia

Scrive l’apostolo Paolo che tutta “la creazione attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio”. La violenza, l’accecamento di tanti cuori, semina distruzione e morte di persone e di cose. La natura creata da Dio con la sua armonia viene violentata e colpita duramente. In questa realtà c’è l’urgenza di manifestare con la nostra vita l’umanità nuova che si è manifestata in Gesù e che egli ci ha comunicato e ci dona di vivere. Non siamo chiamati ad essere dei cristiani nascosti, criptici; “quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che avete udito all’orecchio predicatelo sui tetti” dice Gesù (Matteo 10,27).

Noi abbiamo ricevuto i primi frutti dello Spirito e li vediamo nella nostra vita, ne sperimentiamo la ricchezza e la gioia. Sforziamoci di comunicare la vita dello Spirito, di avvicinare tante umanità aride alla fonte di ogni umanità, Gesù, che è venuto a dare a coloro che si avvicinano a lui l’acqua viva che diventa in noi “sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna” (Giovanni 4,14), che ci rende capaci di comunicare quest’acqua della vita agli altri.

Prepariamo i nostri cuori, disponiamoci non solo all’ascolto quando il Signore ci parla, ma a comprendere le sue parole, farle nostre, impastarle con la nostra vita e lasciare che ci trasformino nel profondo.

Non smettiamo mai di ascoltare, di riflettere su quanto il Signore ci dice. Coloro che fanno fruttificare la Parola ricevuta conoscono l’abbondanza di frutti per la propria vita, ma sperimentano la gioia grande di comunicare ad altri quanto hanno ricevuto. Possa la Parola del Signore irrigare sempre le nostre umanità, fecondarle e farle germogliare dei germogli dello Spirito, che diventano amicizia, vicinanza, consolazione, aiuto, pace donata a tanti che vivono nella paura e chiedono soccorso.

Moltiplichiamo i nostri sforzi perché la Parola di Dio si diffonda abbondantemente e trovi terreni che la fanno fruttificare.

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