e

parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 03/07/05
Domenica 14ª Tempo Ordinario /A
   

Letture: Zaccaria 9, 9-10; Salmo 144; Romani 8, 9.11-13; Matteo 11, 25-30.

Memoria dell'apostolo Tommaso. Confessò Gesù come suo Signore e lo testimoniò, secondo la tradizione, fino in India.


"Imparate da me
che sono mite e umile di cuore "

Dal Vangelo di Matteo, capitolo 11 versetti da 25 a 30

25In quel tempo Gesù disse:

“Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.

26Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.

27Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.

28Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.

30Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”.

imparate da me che sono mite e umile di cuore

La via diversa di Dio per la salvezza di questo mondo

Man mano che ci avviciniamo sempre più alla Parola di Dio, non solo conosciamo il Signore ma vediamo e comprendiamo quello che egli compie nella nostra vita e nella vita degli uomini. La sua opera non segue lo spirito del mondo, ma viene vivificata dallo Spirito che si è manifestato in Gesù.

Dentro un mondo che crede nella forza per affrontare e risolvere i problemi, il Signore opera nella mitezza e nell’umiltà e chiama a seguirlo in questa strada per rendere più umana la nostra vita e quella di questo mondo. Egli viene in mezzo a noi e vive con noi “vittorioso, umile” per “spezzare l’arco della guerra e annunziare la pace alle genti” (Zaccaria 9,9-10).

La pace non viene dalla guerra, dallo scontro di posizioni. I rapporti che poggiano sulla forza non creano mai vera comunione ma divisioni e scelte provvisorie e di convenienza. Di qui sorgono lotte, spesso aspre, per affermarsi; e si finisce col diventare disumani.

Il sogno di Dio per questo mondo è la riconciliazione, vivere in pace, eliminando ogni ingiustizia. Egli vede la fatica e l’oppressione di tanti che non riescono a vivere una vita che sia umana. E chiama per mezzo del suo Figlio a imboccare una via totalmente diversa: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò … imparate da me che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime” (Matteo 11,28-29).

La via di un nuovo umanesimo

Dalla Parola del Signore nasce un nuovo umanesimo che aiuta a vivere insieme, a comprendersi ed aiutarsi. C’è troppa rassegnazione di fronte al male, di fronte alla violenza, alla guerra. Certe voci profetiche che hanno comunicato la speranza di un futuro nuovo per questo mondo, si sono spente. E sembra non ne siano nate di nuove.

Noi siamo chiamati oggi ad accogliere l’invito di Gesù, ad imboccare una via che sembra debole, ma che comunica la forza di Dio, la via dell’umiltà e della mitezza. Il grande padre della Chiesa, san Giovanni Crisostomo, commentando questa pagina evangelica, scrive:

“Che cosa temi? - sembra dire il Signore. Temi di apparire degno di disprezzo, se sei umile? Guarda a me: considera tutti gli esempi che ti ho dati e allora riconoscerai chiaramente quale grande bene è l’umiltà”.

I sapienti dell’antico Testamento avevano già conosciuto questo tratto di Dio. Leggiamo nel libro della Sapienza: “Tu, padrone della forza, giudichi con mitezza; ci governi con molta indulgenza” (12,18). E il salmo 37 afferma: “i miti possederanno la terra e godranno di una grande pace” (v. 11). Sono le parole che Gesù riprende nella pagina delle beatitudini: “Beati i miti, perché erediteranno la terra” (Matteo 5,5).

E l’apostolo Paolo, scrivendo al suo discepolo Timoteo, dice: “Un servo del Signore non deve essere litigioso, ma mite con tutti, atto a insegnare, paziente nelle offese subite” (2Timoteo 2,24). Ed esorta, nella lettera ai Colossesi: “Rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mitezza, di pazienza” (3,12).

La mitezza nasce dall’amore

Il Signore ci parla di mitezza e di umiltà per sconfiggere la violenza e le prepotenze di quelli che si credono forti in questo mondo. L’umiltà e la mitezza sono frutto di un amore che vuole giungere al cuore. Questi sono i tratti dell’amore di Dio per noi. E questi sono i tratti del discepolo che impara dal Signore ad amare.

Ascoltiamo il Signore con fiducia “perché queste cose nascoste ai sapienti e agli intelligenti le ha rivelate ai piccoli”. Più volte nei vangeli Gesù ripete: “se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli … perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio” (Matteo 18,3 e Marco 10,14).

Noi vogliamo porci nell’atteggiamento interiore di un bambino che si affida al Signore. Egli ci farà comprendere che la via della salvezza per noi e per questo mondo passa attraverso Gesù, “mite ed umile di cuore”. Un futuro di pace per questo mondo passa per la via della mitezza. I cuori miti disarmano i violenti, radunano gli uomini che sono divisi e tracciano le strade della pace.
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