Gesù salì sulla montagna
e ammaestrava i suoi discepoli |
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Dal Vangelo di Matteo, capitolo 5 versetti da 1 a 12
1Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. 2Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
3«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
4Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
5Beati i miti, perché erediteranno la terra.
6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
7Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
8Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
9Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
10Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.
In mezzo a noi c’È un popolo mite e umile,
e Dio sta con loro
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Il regno di Dio in mezzo alle forze del male
C’è un regno del male sotto i nostri occhi che opera ogni giorno. È la forza del male che si manifesta con le guerre, le uccisioni, con l’abisso che si è aperto dinanzi ad un enorme numero di persone con il maremoto del 26 dicembre 2004, con le violenze che si ripetono anche nella nostra città.
Ma c’è il regno del bene, il regno di Dio - il regno dei cieli, come lo chiamano le Scritture. Sembra di non vederlo o sentirlo come debole e lontano. Ma il regno di Dio non viene con gli stessi metodi del male: con la violenza, la forza, l’imposizione. È presente ed opera in mezzo agli uomini.
E noi, uomini e donne materiali, facilmente non vediamo e non comprendiamo questa forza di Dio che si manifesta nella debolezza. Dice Paolo nella lettera ai Corinzi: “Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti”. Questa scelta di Dio ci stupisce, ci scandalizza, ci sorprende.
Ma è proprio vero quello che il profeta Isaia mette sulla bocca di Dio stesso: “i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri” (Isaia 55,8-9).
Le vie “diverse” di Dio
E quali sono queste vie del Signore? Il discorso della montagna si apre con le solenni affermazioni delle beatitudini: “beati i poveri in spirito, beati gli afflitti, beati i miti, beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, beati i misericordiosi, beati i puri di cuore, beati gli operatori di pace, beati i perseguitati per causa della giustizia”. Ma queste affermazioni sono il capovolgimento dei nostri pensieri!
Appunto! Dio sceglie la via della debolezza e beati quelli che non si scandalizzeranno di lui. È la via che si manifesta in Gesù che si fa piccolo, che muore sulla croce. È la sconfitta di Dio? Possiamo pensarlo.
Ma quelli che credono nelle sue parole e le vivono, scoprono in questa debolezza una forza diversa che opera senza clamore, senza volere mettersi in mostra. Sono tanti quelli che anche oggi possono testimoniare questa presenza e questa forza di Dio che opera nel profondo della nostra storia, nel profondo del cuore degli uomini.
Quanti, da arroganti e orgogliosi, si sono lasciati toccare il cuore riconoscendosi poveri e piccoli dinanzi al Signore e vivono la gioia e la pace di cui parla Gesù quando dice: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”!.
Quanti sono stati consolati nel loro dolore, quanti sono stati accompagnati all’ultimo incontro col Signore nella serenità e nella pace!
Quanti sono quelli che dinanzi alle ferite della guerra, dell’odio e dei rancori che restano, si mettono al lavoro per condurre al perdono e all’incontro, quelli che hanno seminato morte e quelli che l’hanno subita nelle loro persone più care!
Quanti vengono attratti e conquistati dalla mitezza di quelli che operano con la forza mite e misericordiosa del Signore!
E quanti sono quelli che, in nome della non violenza, sono operatori di pace! Gesù ha detto: “beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”. Ricordiamo oggi la morte di Gandhi – di religione indù, ma molto colpito dalle parole del Vangelo - ucciso la sera del 30 gennaio 1948 all’età di 78 anni mentre si recava per pregare all’aperto, come faceva ogni sera. Egli ha lottato tutta la vita per affermare la non violenza e l’amore.
I cristiani non sono chiamati ad essere irrilevanti
C’è una vocazione, una chiamata, che i cristiani – quelli che non vogliono esserlo solo di nome – hanno ricevuto e che Paolo richiama con forza: “Considerate la vostra vocazione, fratelli: Dio ci ha uniti a Cristo Gesù il quale è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione” (1 Corinzi 1,26.30). Noi cristiani non siamo chiamati a vivere come spettatori della storia, ad essere irrilevanti e passivi, vivendo fra paura e spensieratezza, indifferenza e rassegnazione.
Gli uomini materiali non vedono e non comprendono questa forza mite di Dio, che opera nella debolezza dei suoi discepoli e per mezzo loro incide nella storia. Noi siamo chiamati a lasciarci trasformare dalla Parola di Dio per diventare uomini e donne simili a Cristo, mite e umile di cuore, misericordioso e benevolo verso tutti.
I cristiani che si nutrono di Cristo, della sua Parola, sono quel popolo umile e povero di cui parla l’antico profeta Sofonia: “cercate il Signore – egli dice – voi tutti, poveri della terra, che eseguite i suoi ordini; cercate la giustizia, cercate l’umiltà, confidate nel nome del Signore”.
Questo popolo umile e povero - di ogni razza, popolo e nazione - cresce e vive in mezzo alla storia, vive la gioia delle beatitudini e la comunica a tutti gli uomini di buona volontà. Beati quelli che sapranno riconoscere il Signore che viene a cercare gli uomini nella debolezza di un Dio che si fa bambino, che si unisce ai poveri della terra, che muore in croce, ma che risorge dopo tre giorni, vincitore della morte e Signore della vita.
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