parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 23/01/05
Domenica 3ª - Tempo Ordinario /A
   

Letture: Isaia 8,23- 9,3; salmo 26; 1 Corinzi 1,10-13.17; Matteo 4, 12-23.


"Seguitemi, vi farò pescatori di uomini"

Dal Vangelo di Matteo, capitolo 4 versetti da 12 a 23

12Avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea 13e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:

15 Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali,
sulla via del mare, al di là del Giordano,
Galilea delle genti; 16 il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte
una luce si è levata.

17Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».

18Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori.

19E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». 20Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. 21Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. 22Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono.

23Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

E' TEMPO DI CONVERTIRCI AL VANGELO

Il lavoro per una nuova umanità

Da più parti si fanno analisi e riflessioni sull’uomo contemporaneo occidentale, sui valori predominanti nella cultura e nella vita degli uomini che vivono nell’emisfero settentrionale, di quelli che vivono, cioè, nei paesi più ricchi.

Nonostante una comunicazione che ci fa conoscere quello che avviene nelle varie parti del mondo, si nota che c’è come un indurimento, un vedere senza vedere, un ascoltare senza sentire, una indifferenza a ciò che è al di fuori di noi.

Ci sono tanti segni di generosità, come abbiamo visto di fronte al recente disastro del maremoto in Asia; ma c’è poi subito un dimenticare e tornare alla vita di tutti i giorni, assorbiti dalle proprie preoccupazioni e impegni.

È la qualità della vita quotidiana che deve cambiare: tante comprensibili preoccupazioni per la vita materiale, per il proprio corpo, a cominciare dai bambini e dai giovani. Ma è troppo poco lo spazio – a volte persino inesistente – che si dedica allo spirito, alla vita interiore dell’uomo. E questo porta a diventare freddi, egoisti, lontani da quelli che vivono nella miseria, prigionieri della guerra, dimenticati.

Cristiani veri portatori di un cambiamento nel mondo

In questa realtà c’è bisogno di cristiani veri che vivono le parole del Vangelo e senza timori le comunicano agli altri. Il Vangelo di oggi ci dice che la voce di Dio non può essere soffocata: “dopo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea e venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare” (Matte0 4,12-13).

Gesù poteva iniziare da Gerusalemme, il centro della religione ebraica, predicando nel Tempio, rivolgendosi primariamente ai sacerdoti e agli scribi, esperti nelle Sacre Scritture. Ma egli inizia dalla periferia, da una regione lontana, dalla Galilea delle genti, da una terra pagana, una terra di confine.

Oggi il mondo ha bisogno dei cristiani, ma di cristiani “di un nuovo inizio”, sui quali è possibile vedere la luce delle parole di Gesù che diventano vita, che manifestano un nuovo modo di essere donne ed uomini oggi. Più che rimanere prigionieri di problemi interni, si tratta di accogliere l’invito ad avvicinarsi a chi è lontano, a quelli che sono più piccoli perché poveri e deboli, che non valgono niente e che non hanno niente da dare. Così si introduce la pietà con l’amore, in un mondo duro e impietoso.

Una mano tesa a un povero, un gesto di ospitalità, un aiuto, l’amicizia con chi è abbandonato da tutti … costituiscono una rivoluzione della mentalità corrente, sono segno di un cambiamento della nostra umanità.

Il regno dei cieli è vicino

È questo il senso dell’invito di Gesù con cui inizia la sua predicazione: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino” (Matteo 4,17). Il regno dei cieli viene quando chi è emarginato viene messo al centro, come abbiamo visto nei pranzi di Natale, dove tanti di noi si sono seduti alla stessa tavola, assieme ai nostri amici più poveri; il regno dei cieli viene quando un carcerato, condannato nel braccio della morte riceve un biglietto da un bambino lontano che non conosce, ed è per lui come un sorso d’acqua per una gola riarsa; il regno dei cieli viene quando chi vive dimenticato e solo riceve un amico; e comincia così una storia di tanti piccoli incontri che continuano nel tempo e creano legami che non vengono dalla parentela e dal sangue, ma dallo Spirito di Dio, manifestazione della luce del Vangelo.

Il Regno di Dio viene quando uomini deboli, con la forza che viene dal Vangelo, si trasformano in donne e uomini di pace, riconciliandosi con tutti e operando perché vengano ricuciti gli strappi e le divisioni. “Vi esorto – scrive l’apostolo Paolo – per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d’intenti” (1ª Corinzi 1,10). Non si può comunicare pace e operare per la pace se non c’è pace nel nostro cuore e comunione fraterna fra coloro che condividono il pane della Parola e dell’Eucaristia.

Lo scandalo della divisione dei cristiani

E queste parole le sentiamo particolarmente pressanti nei giorni in cui si fa più insistente la nostra preghiera per l’unione dei cristiani. È uno scandalo la divisione fra i cristiani, ed è uno scandalo anche il non sentire alcuna vergogna per questa divisione che dura da secoli fra le chiese cristiane. Ed è con particolare gioia che noi oggi accogliamo l’arcivescovo armeno Mesrob Krikorian nell’incontro di preghiera che si terrà assieme alle altre confessioni cristiane che vivono nella nostra città.

Non tiriamoci indietro di fronte all’invito breve e diretto del Signore: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”. Non pensiamo che necessitano particolari doti. Riflettiamo sulla condizione dei primi discepoli di Gesù: Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni non erano che dei semplici e poveri pescatori. Non sapevano di cose sacre, ma cominciano a camminare con Gesù in mezzo alla gente e con stupore scoprono la forza che emana da quell’uomo, dalle sue parole “che curano ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo” (Matteo 4,23).

E da questi uomini semplici parte dopo la Pasqua quel movimento che trasforma i cuori e crea una nuova cultura, una nuova conoscenza di Dio e una nuova visione dell’uomo dinanzi ai suoi simili. Anche noi, liberati dal peso delle nostre abitudini, dalle paure di abbandonare le nostre sicurezze che tali non sono, fiduciosi nella forza di questa parola, possiamo essere luce e portare luce perché anche oggi si possano realizzare le parole del profeta: “il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata” (Isaia 9,1).

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