parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 05/12/04
domenica 2ª di Avvento - anno A
   

Letture: Isaia 11, 1-10; Salmo 71; Romani 15, 4-9; Matteo 3, 1-12.


"Convertitevi, perché il regno dei cieli
è vicino! "

Dal Vangelo di Matteo,
capitolo 3, da 1 a 12.

1In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, 2dicendo: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!”.

3Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!

4Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico.

5Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; 6e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano.

7Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: “Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all’ira imminente?

8Fate dunque frutti degni di conversione, 9e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre. 10Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco.

11Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non sono degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. 12Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile”.

DIO PONE IN NOI IL GERMOGLIO DI UNA NUOVA VITA

Un tempo in cui fare silenzio per ascoltare

Risuona oggi la voce forte di Giovanni Battista. È una voce che per ascoltarla ci chiede di fare silenzio, di uscire un po’ fuori dal rumore, dalla confusione. Egli “comparve nel deserto”: c’è bisogno di silenzio, di distacco dai nostri pensieri, dalle nostre agitazioni, per ascoltare la sua voce che parla forte: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”.

Sì, il regno dei cieli non è lontano da noi, da questa nostra terra così agitata e con tante violenze. Ma “il regno dei cieli – dice l’evangelista Luca - non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!” (17,21).

Guardiamoci intorno e apriamo gli occhi: sono tanti quelli che attendono un po’ di pace, che hanno bisogno di tornare a sperare. Sono tanti gli anziani che aspettano un volto e una parola amica; e tanti i giovani bisognosi che qualcuno indichi una strada per il loro futuro.

“Egli deve crescere e io diminuire”

Ma il sogno di un mondo nuovo comincia da me, da ciascuno di noi. Prendendo il vangelo fra le mani, potrà crescere il Signore nella mia vita. Dice Giovanni Battista: “Egli deve crescere e io invece diminuire” (Giovanni 3,30). E a noi, piccole persone, il Vangelo dice: “Ecco io creo cieli nuovi e terra nuova”.

È il tempo dell’Avvento, dell’avvento del Signore e il mondo non se ne accorge. Ma per noi cristiani questo tempo è importante. È un dono che nuovamente il Signore ci fa. Non lo disprezziamo. È il dono di un germoglio di vita nuova, è il dono del Natale del Signore.

Dando spazio alla preghiera, alla parola del Signore, si opera in noi un cambiamento intimo, la conversione del cuore a Lui, al Signore, che entra e resta con noi.
Giovanni Battista si è spogliato di tutto quello che può appesantire la vita: egli non è vestito con morbide vesti, non banchetta lautamente come il ricco epulone; ha ridotto il suo bagaglio a poche cose essenziali, vive in modo semplice, per concentrarsi sull’essenziale.

Fare spazio a ciò che essenziale

“In virtù della perseveranza e della consolazione che ci vengono dalle Scritture – dice l’apostolo Paolo – teniamo viva la nostra speranza” (Romani 15,4). Con la meditazione delle Scritture questo germoglio di vita cresce in noi fino a diventare un albero rigoglioso, facendo sgorgare in noi quell’armonia e quella pace che annunciano il regno di Dio che viene.

Dio fa a noi un nuovo dono in questo tempo. Non lo disprezziamo: “Chi oserà disprezzare il giorno di così modesti inizi?” (Zaccaria 4,10) – dice il profeta Zaccaria. Chi disprezza il Natale disprezza il germoglio della vita, la consolazione degli afflitti e dei poveri, il seme di un tempo nuovo di pace.

Prendiamo tempo per la nostra preghiera: dal Signore riceviamo una sapienza che non ci inganna, non ci illude, ci fa riconoscere poveri e umili dinanzi a lui. Egli ci dà una intelligenza nuova per comprendere noi e questo mondo e diventare capaci di ascoltare le invocazioni di tanti che sono nel dolore e nell’abbandono.

Si aprirà una via di pace

Il Signore aprirà una via di pace per me, per noi e per questo mondo: cammineranno insieme il giovane e l’anziano, il ricco e il povero, in quella alleanza che è già immagine del regno di Dio, come ce lo descrive il profeta Isaia (11,6-7):

“Il lupo dimorerà insieme con l'agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. La vacca e l'orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue”.

C’è bisogno di un cambiamento profondo del nostro cuore, della nostra mentalità. Non basta qualche gesto esteriore come pensavano molti farisei e sadducei ai tempi di Gesù. C’è bisogno di “fare frutti degni di conversione”.

Se al Signore che viene e bussa alla nostra porta noi gli apriamo, se lasciamo che il suo piccolo vangelo ci parli, la sua parola mette radici, germoglia e produce frutti di giustizia e di pace: per noi, per questa città, per la pace in tante parti del mondo.

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