parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 14/11/04
domenica 33ª Tempo Ordinario - anno C
   

Letture: Malachia 3, 19-20; Salmo 97; 2Tessalonicesi 3,7-12; Luca 21, 5-19.


Resti del Tempio di Gerusalemme: "di quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta"

Dal Vangelo di Luca,
capitolo 21, da 5 a 19.

5Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: 6«Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta». 7Gli domandarono: «Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?».

8Rispose: «Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: "Sono io" e: "Il tempo è prossimo"; non seguiteli. 9Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine».

10Poi disse loro: «Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, 11e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. 12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome.

13Questo vi darà occasione di render testimonianza. 14Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti per causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. 19Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime

Teniamo i nostri occhi fissi verso il Signore

La tentazione dei beni terreni

C’è una tentazione che tocca tutti noi cristiani, di cui non ci rendiamo conto facilmente. È la tentazione di vivere per le cose materiali di cui è fatta la nostra vita, vivere per la nostra casa, per il nostro lavoro, per il nostro corpo.

Se ci fermiamo a riflettere, vediamo che facciamo più fatica a riservare tempo al Signore, a dargli maggiore spazio. Lo spazio della preghiera che va strappato ogni giorno alle tante cose che ci riempiono le giornate. Il Signore, il tempo con lui, il tempo con i poveri, rischiano di diventare un piccolo angolo nella nostra vita. C’è bisogno che lo spazio del Signore cresca in noi.

La vita delle persone che abbiamo attorno a noi ci tranquillizza, ci fa sentire facilmente migliori di loro, perché, anche se nel poco, noi ci spendiamo per il Signore. Avere gli occhi sulla Bibbia, sul vangelo, ci aiuta a non conformarci ai pensieri e ai comportamenti più comuni, seguiti dalla maggioranza.

Rivolgersi ai beni che non passano

Stando dentro il tempio di Gerusalemme, Gesù vede tanti che si fermano ad ammirare i marmi del tempio, la ricchezza dei doni votivi. Egli interrompe questi pensieri e queste parole: “Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta”.

Ma l’essere radicati nelle cose materiali non fa comprendere il senso di quelle parole; gli chiedono: “quando accadrà tutto questo?”. Mentre l’invito di Gesù è piuttosto nella direzione di porre la propria attenzione e il proprio affetto nelle cose che non passano, che durano per sempre.

“Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo” – dice Gesù. Noi questo tesoro lo possiamo trovare, lo possiamo comprare. Nella Scrittura scopriamo quello che conta, che non invecchia, che nessuno ci può togliere. Il nostro tesoro è la Parola di Dio in cui riporre ogni nostro desiderio, ogni attesa, ogni speranza.

Radicandoci nella Parola della Scrittura, noi scopriamo il lavoro bello del Vangelo. Le guerre, le violenze, le sofferenze di tanti – pensiamo alle atrocità della guerra in Iraq, alla tragedia nel Darfur, nel Sud del Sudan, pensiamo al riaccendersi della guerra civile in Costa d’Avorio – ci spingono a non essere oziosi nella casa del Signore.

Lavorare perché sorga il sole di giustizia

Seguiamo il Signore, uniamoci ai tanti discepoli del Signore che lavorano perché sorga il sole di giustizia. “Per voi cultori del mio nome – dice il profeta Malachia – sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia”. Più che cullarci e rassicurarci nell’abbondanza delle cose materiali, seguiamo il Signore lavorando con lui perché sorga il sole di giustizia dove ora c’è un cielo chiuso da spesse nubi, dove il freddo della vita di ogni giorno penetra e sconquassa duramente la vita di tanti.

L’apostolo Paolo scrivendo alla comunità di Tessalonica dice: “Ci sono alcuni tra voi che vivono disordinatamente, senza far nulla e in continua agitazione. A questi tali ordiniamo, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, di mangiare il proprio pane lavorando in pace” (2 Tess. 3,11-12). Nella casa del Signore c’è lavoro per tutti. Il Signore ci invita a guardare con lui questo mondo che ha bisogno di punti di riferimento validi, di ritrovare la propria umanità nei rapporti vicendevoli, di avere degli esempi che aiutano a riconciliarsi.

Preghiamo senza stancarci perché lo Spirito del Signore scenda su di noi, ci dia un cuore di carne, ci renda operatori di pace per questo mondo che ha bisogno di pace.
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