parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 17/10/04
domenica 29ª Tempo Ordinario - anno C
   

Letture: Esodo 17, 8-13; salmo 120; 2Timoteo 3,14 - 4,2; Luca 18, 1-8.

 
"In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra".

Dal Vangelo di Luca,
capitolo 18, da 1 a 8.

1Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: 2 “C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. 3In quella città c`era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario.

4Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, 5poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi”.

6E il Signore soggiunse: “Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. 7E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? 8Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell`uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”

LA FORZA DELLA PREGHIERA

Guardando il tanto male del mondo

Di fronte a un mondo dove ci sono troppe ingiustizie, dove tanti aspettano che venga rispettato il loro diritto alla vita, il diritto alla pace, a un’istruzione, al necessario per vivere, sono tanti quelli si possono paragonare al giudice ingiusto della parabola raccontata da Gesù. Era un giudice che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno.

Pensiamo alle popolazioni del Sud Sudan, alla situazione di molti altri paesi dell’Africa dilaniati da guerriglie continue; pensiamo ai paesi di cui ogni giorno sentiamo parlare con notizie di morti e attentati; pensiamo al mostro del terrorismo che si aggira nel buio e uccide all’improvviso persone innocenti e ignare; pensiamo anche alla Shoà, allo sterminio di tanti ebrei, di alcuni dei quali si ricorda in questi giorni la deportazione durante la seconda guerra mondiale.

La Chiesa è come la vedova del Vangelo

La comunità cristiana, la Chiesa, si può paragonare alla vedova del Vangelo, immagine di impotenza in quella cultura: la Chiesa non ha armi, non ha esercito, non ha potenti mezzi di pressione economica. Eppure la Chiesa, ogni comunità, anche noi come credenti, abbiamo una forza, un potere, quello della preghiera che può influire sui cuori anche più duri.

L’evangelista Luca, osservando la vita della comunità del suo tempo, riconosce che alla preghiera era riservato uno spazio troppo ridotto. È proprio Luca a dirci che spesso Gesù pregava per tutta la notte (6,12), come fa prima di scegliere i primi suoi discepoli, gli apostoli. E quando viene arrestato nella notte, la vigilia del suo arresto, ancora Luca ci dice che era in preghiera: “In preda all’angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra” (22,44).

Pregare incessantemente, come ha fatto Gesù

La vedova ci indica l’atteggiamento da avere di fronte a Dio, dinanzi alle grida che salgono da ogni parte: pregare incessantemente, senza stancarsi. Mosè pregava incessantemente mentre il suo popolo era impegnato nell’affrontare le forze del male; Abramo stesso non si stanca di insistere più volte dinanzi alle città di Sodomia e Gomorra, che stavano per essere distrutte.

L’immagine di Mosè con le mani alzate sul monte è l’immagine della comunità che prega. Ci deve essere consapevolezza del valore della nostra preghiera della sera, quando preghiamo assieme ai fratelli e quando ci rivolgiamo ciascuno di noi al Signore.

La preghiera può vegliare sul mondo, nell’attesa di un giorno nuovo. La preghiera è la prima e fondamentale identità della comunità cristiana. Ha senso pregare per fermare il male, per ottenere la pace. Nella preghiera c’è qualcosa di profondo, di misterioso, che connette gli esseri umani. C’è una forza della preghiera che può toccare i cuori, anche del violento e del malvagio.

La preghiera protegge il mondo

Si può e si deve pregare per la pace, per la Chiesa perché il Vangelo sia annunciato. La preghiera protegge il mondo più di quanto noi crediamo e può suscitare energie di amore. La preghiera libera anche dall’inquinamento dell’odio e delle passioni.

I luoghi di preghiera sono luoghi importanti. Da tanti luoghi salgono a Dio le invocazioni degli uomini: è una rete che aiuta il mondo a non decomporsi nella disumanità, nella violenza. Tanti che soffrono chiedono aiuto, chiedono la nostra preghiera. Pensiamo agli anziani nelle lunghe notti che sembrano interminabili, ai malati negli ospedali, a quelli che sono nel braccio della morte in attesa dell’esecuzione della condanna – penso a Dominique la cui esecuzione è fissata per il 26 ottobre prossimo -, a quelli che vivono nei rumori sinistri della guerra. Quanti chiedono di essere aiutati nella preghiera! La forza della preghiera è la grande forza che abbiamo e la grande responsabilità di noi cristiani.

Ministri della preghiera

La preghiera che da tante parti della terra sale a Dio è come una sorgente da cui sgorga l’acqua della consolazione, della forza, che fa bene, che sostiene. Di fronte a un mondo difficile, combattuto da tante divisioni, resta da pregare e amare. Nella preghiera ognuno di noi è ministro, sacerdote che intercede presso il Padre. E mentre preghiamo cresce la nostra solidarietà col mondo e la fraternità fra di noi.

Ognuno di noi può fare molto per questo mondo con la preghiera. E noi assieme nella preghiera, diventiamo una forza che può operare miracoli. Tanti demoni del male si aggirano per questo mondo. E anche a noi Gesù ripete le parole rivolte ai discepoli: “Questa razza di demoni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno” (Matteo 17,21). Preghiera e digiuno da ogni sentimento che non sia l’amore.

 

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