parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 23/11/03
Domenica 34ª tempo ordinario - anno B -
Festa di Cristo Re
 

Letture: Daniele 7, 13-14; Salmo 92; Apocalisse 1, 5-8; Giovanni 18, 33-37.

un re pieno di amore

Dal Vangelo di Giovanni, capitolo 18 versetti da 33 a 38

33 Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Tu sei il re dei Giudei?».

34 Gesù rispose: «Dici questo da te oppure altri te l’hanno detto sul mio conto?».

35 Pilato rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?».

36 Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».

37 Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?».

Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

un re diverso che vince con l'amore

Un anno in cui siamo stati nutriti dalla Parola e dal pane di vita

Con la solennità di Gesù Cristo re dell’universo, si conclude l’anno liturgico; si conclude cioè un anno in cui il Signore non ci ha fatto mai mancare il pane della sua Parola e della sua presenza nel pane e nel vino dell’Eucaristia, un anno in cui Egli ci ha accompagnati, ci ha accolti, consolati, condotti come un pastore pieno d’amore. La sua Parola è stata “lampada ai nostri passi”, come dice il salmo 118.

Noi l’abbiamo conosciuto più da vicino; Gesù è il nostro amico, colui “che ci ama e ci ha liberati” (Apocalisse 1, 5), che ci ha accompagnati e continua ad accompagnarci.

Nella liturgia di oggi la Chiesa ci mette davanti, a conclusione di questo anno, il volto di Cristo, re dell’universo, come a riassumere un anno intero, per dirci che la verità della nostra vita è Gesù, il cuore della nostra vita è Gesù.

Il suo volto lo vediamo nell’immagine presentata dal Vangelo: Gesù davanti a Pilato. È un prigioniero, sconfitto secondo il mondo. È stato abbandonato, tradito, ingiuriato; lo vediamo debole, indifeso davanti a Ponzio Pilato, rappresentante della più grande potenza del suo tempo, Roma.

Guardando il suo volto vediamo quello di tanti uomini condannati a morte che attendono nel “braccio della morte” l’esecuzione della sentenza; vediamo Gesù in ognuno di loro, come uomo povero e indifeso, senza aiuto, davanti a uomini potenti, che non hanno pietà di lui, che non vogliono salvarlo.

Il regno di Gesù non è di questo mondo

Ma Gesù è ancora più solo dei tanti condannati a morte. Egli non ha nessuno, tutti lo hanno abbandonato. E quelli che gli stanno intorno gli sono nemici, lo condannano. Davvero il suo regno non è di questo mondo. Quell’uomo con le mani legate, Gesù, prigioniero, si dichiara re davanti a Pilato.

Tante volte ci sembra che il male sia tanto forte. In questi giorni abbiamo visto le immagini degli attacchi terroristici in Iraq, in Turchia. Sembra non ci sia niente da fare contro la violenza, contro il terrorismo, contro i mali dell’Africa, contro la guerra in Terra Santa … e poi ci sono le preoccupazioni di ogni giorno, gli affanni, che sembrano vincere nella nostra vita. E ci fanno sentire piccoli, deboli: per l’età, le difficoltà …

“Dunque tu sei re?” dice Pilato, forse incredulo. Ma Gesù non è come i re o i capi di questo mondo; egli non è venuto per farsi servire, non è armato, non ha un esercito come i re di questo mondo. Egli ha detto che è venuto non per essere servito ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti.

Quel giorno davanti a Pilato è venerdì, il venerdì santo. In quel giorno buio si compie il suo destino: il suo regno non è di questo mondo e allora non c’è posto per lui, deve essere tolto di mezzo. E sembra che vinca il male.

La verità del Vangelo

Gesù non chiama i suoi servi a combattere per lui: “Il mio regno non è di questo mondo – disse allora e ci ripete oggi - Io sono re e per questo sono venuto: per rendere testimonianza alla verità”. È la verità del Vangelo. La verità per noi è questo amico, che per liberarci, per difenderci, per salvarci, si fa condannare a morte. E oggi sta solo, davanti al mondo intero, ostile e violento.

“Ecco l’uomo” dirà Pilato, presentando Gesù alla folla. Davvero questo è l’uomo, l’uomo vero, l’uomo ad immagine di Dio, nella sua debolezza, ma anche nella sua forza d’amore. Forza che viene da Dio, ma che può abitare negli uomini.

La verità per noi è l’amicizia di Dio. E quella sua forza d’amore è più forte di tutti i poteri del mondo, anche della morte. In quest’uomo prigioniero, con le mani legate, vediamo tutta la debolezza di Gesù. Ma anche la sua forza … Sì, la sua forza: se il venerdì santo è il giorno buio, dopo viene la luce della resurrezione. La sua forza d’amore ha vinto il mondo ostile e violento. Cristo è risorto! Il nostro piccolo re vince con l’amore.

Comunicare sempre e ovunque il Vangelo

“Sono venuto nel mondo per portare la verità”, dice Gesù. Egli non rinuncia a comunicare il Vangelo al mondo, neppure davanti alla sua rovina e alla sua sconfitta: è più forte di tutti. È il re di un regno che non è di questo mondo, e proprio perché non è di questo mondo, non è fragile e violento come sono i regni di questo mondo. Il suo regno non finisce perché la sua forza d’amore ha vinto il peccato e la morte.

Se davanti a Pilato lo vediamo debole, noi lo contempliamo anche nella sua gloria cantando le parole dell’Apocalisse di Giovanni:

“Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra. A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen. Ecco, viene sulle nubi e ognuno lo vedrà; anche quelli che lo trafissero e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto … Io sono l’Alfa e l’Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!” (Apocalisse 1,5-8).