Dal Vangelo di Giovanni, capitolo 18
versetti da 33 a 38
33 Pilato allora rientrò nel pretorio,
fece chiamare Gesù e gli disse: «Tu sei il
re dei Giudei?».
34 Gesù rispose: «Dici questo
da te oppure altri te lhanno detto sul mio conto?».
35 Pilato rispose: «Sono io forse
Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato
a me; che cosa hai fatto?».
36 Rispose Gesù: «Il mio regno
non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo
mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché
non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è
di quaggiù».
37 Allora Pilato gli disse: «Dunque
tu sei re?».
Rispose Gesù: «Tu lo dici;
io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto
nel mondo: per rendere testimonianza alla verità.
Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
un re diverso che vince con l'amore
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Un anno in cui siamo stati nutriti
dalla Parola e dal pane di vita
Con la solennità di Gesù
Cristo re delluniverso, si conclude lanno liturgico;
si conclude cioè un anno in cui il Signore non ci
ha fatto mai mancare il pane della sua Parola e della sua
presenza nel pane e nel vino dellEucaristia, un anno
in cui Egli ci ha accompagnati, ci ha accolti, consolati,
condotti come un pastore pieno damore. La sua Parola
è stata lampada ai nostri passi,
come dice il salmo 118.
Noi labbiamo conosciuto più
da vicino; Gesù è il nostro amico, colui che
ci ama e ci ha liberati (Apocalisse 1, 5), che
ci ha accompagnati e continua ad accompagnarci.
Nella liturgia di oggi la Chiesa ci mette
davanti, a conclusione di questo anno, il volto di Cristo,
re delluniverso, come a riassumere un anno intero,
per dirci che la verità della nostra vita è
Gesù, il cuore della nostra vita è Gesù.
Il suo volto lo vediamo nellimmagine
presentata dal Vangelo: Gesù davanti a Pilato. È
un prigioniero, sconfitto secondo il mondo. È stato
abbandonato, tradito, ingiuriato; lo vediamo debole, indifeso
davanti a Ponzio Pilato, rappresentante della più
grande potenza del suo tempo, Roma.
Guardando il suo volto vediamo quello
di tanti uomini condannati a morte che attendono nel braccio
della morte lesecuzione della sentenza; vediamo
Gesù in ognuno di loro, come uomo povero e indifeso,
senza aiuto, davanti a uomini potenti, che non hanno pietà
di lui, che non vogliono salvarlo.
Il regno di Gesù non è
di questo mondo
Ma Gesù è ancora più
solo dei tanti condannati a morte. Egli non ha nessuno,
tutti lo hanno abbandonato. E quelli che gli stanno intorno
gli sono nemici, lo condannano. Davvero il suo regno non
è di questo mondo. Quelluomo con le mani legate,
Gesù, prigioniero, si dichiara re davanti a Pilato.
Tante volte ci sembra che il male sia tanto
forte. In questi giorni abbiamo visto le immagini degli
attacchi terroristici in Iraq, in Turchia. Sembra non ci
sia niente da fare contro la violenza, contro il terrorismo,
contro i mali dellAfrica, contro la guerra in Terra
Santa
e poi ci sono le preoccupazioni di ogni giorno,
gli affanni, che sembrano vincere nella nostra vita. E ci
fanno sentire piccoli, deboli: per letà, le
difficoltà
Dunque tu sei re? dice
Pilato, forse incredulo. Ma Gesù non è come
i re o i capi di questo mondo; egli non è venuto
per farsi servire, non è armato, non ha un esercito
come i re di questo mondo. Egli ha detto che è venuto
non per essere servito ma per servire e dare la sua vita
in riscatto per molti.
Quel giorno davanti a Pilato è venerdì,
il venerdì santo. In quel giorno buio si compie il
suo destino: il suo regno non è di questo mondo e
allora non cè posto per lui, deve essere tolto
di mezzo. E sembra che vinca il male.
La verità del Vangelo
Gesù non chiama i suoi servi a
combattere per lui: Il mio regno non è di
questo mondo disse allora e ci ripete oggi -
Io sono re e per questo sono venuto: per rendere testimonianza
alla verità. È la verità
del Vangelo. La verità per noi è questo amico,
che per liberarci, per difenderci, per salvarci, si fa condannare
a morte. E oggi sta solo, davanti al mondo intero, ostile
e violento.
Ecco luomo dirà
Pilato, presentando Gesù alla folla. Davvero questo
è luomo, luomo vero, luomo ad immagine
di Dio, nella sua debolezza, ma anche nella sua forza damore.
Forza che viene da Dio, ma che può abitare negli
uomini.
La verità per noi è lamicizia
di Dio. E quella sua forza damore è più
forte di tutti i poteri del mondo, anche della morte. In
questuomo prigioniero, con le mani legate, vediamo
tutta la debolezza di Gesù. Ma anche la sua forza
Sì, la sua forza: se il venerdì santo
è il giorno buio, dopo viene la luce della resurrezione.
La sua forza damore ha vinto il mondo ostile e violento.
Cristo è risorto! Il nostro piccolo re vince con
lamore.
Comunicare sempre e ovunque il Vangelo
Sono venuto nel mondo per portare
la verità, dice Gesù. Egli non rinuncia
a comunicare il Vangelo al mondo, neppure davanti alla sua
rovina e alla sua sconfitta: è più forte di
tutti. È il re di un regno che non è di questo
mondo, e proprio perché non è di questo mondo,
non è fragile e violento come sono i regni di questo
mondo. Il suo regno non finisce perché la sua forza
damore ha vinto il peccato e la morte.
Se davanti a Pilato lo vediamo debole,
noi lo contempliamo anche nella sua gloria cantando le parole
dellApocalisse di Giovanni:
Gesù Cristo, il testimone
fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della
terra. A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati
con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno di sacerdoti
per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei
secoli dei secoli. Amen. Ecco, viene sulle nubi e ognuno
lo vedrà; anche quelli che lo trafissero e tutte
le nazioni della terra si batteranno per lui il petto
Io sono lAlfa e lOmega, dice il Signore Dio,
Colui che è, che era e che viene, lOnnipotente!
(Apocalisse 1,5-8).
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