parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 24/08/03
domenica 21ª tempo ordinario - anno B
 

Letture: Giosuè 24,1-2.15-17.18; Salmo 33; Efesini 5,21-32; Giovanni 6,60-69.

"Volete andarvene anche voi?"

dal Vangelo di Giovanni, capitolo 6, versetti 60-69.

60Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?».

61Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: «Questo vi scandalizza? 62E se vedeste il Figlio dell`uomo salire là dov`era prima? 63E` lo Spirito che dá la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. 64Ma vi sono alcuni tra voi che non credono».

Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65E continuò: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio».

66Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.

UN INVITO A RIFLETTERE SULLA NOSTRA FEDE

L’invito a scegliere per Gesù, nutrimento della nostra vita

Si conclude oggi la lettura del capitolo sesto del Vangelo di Giovanni che ci ha accompagnato in queste domeniche. È stato un invito insistente di Gesù a passare, dal pane materiale che aveva distribuito alla folla di Cafarnao, alla conoscenza di un pane non materiale, di un cibo per la vita che non finisce.

“Io sono il pane della vita … chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete” (Giovanni 6,35). Più volte, in questo lungo capitolo, Gesù ha ripetuto queste parole, ha insistito, presentandosi a noi come colui che può rispondere ai nostri desideri e bisogni più profondi.

Alla fine di questo discorso ci troviamo di fronte alla scelta di accogliere e fare nostre queste parole e cercare in Gesù la realizzazione della nostra vita.

È utile per tutti noi rileggere tutto il capitolo che abbiamo ascoltato diviso in tante parti lungo le ultime domeniche. Quale effetto hanno avuto ed hanno su di noi le sue parole?

Interpellati dalle sue parole

Alla fine del discorso di Gesù, troviamo che le sue parole vengono a mettere a nudo quello che c’è nel cuore di ognuno. E sono molti quelli che si separano da lui e se ne vanno per conto proprio dicendo: “Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?” (v.60). Sembra loro difficile fare di Gesù colui che diventa “tutto” nella propria vita.

La defezione di tante persone, il loro allontanamento da Gesù, interpella noi, discepoli di oggi. Viviamo in mezzo a persone – e sono tante – che vivono dando troppo spazio ai bisogni materiali e consumistici che vengono proposti a tutti dalla mentalità corrente. La nostra fede nel Signore come colui che ci comunica la vera vita, tante volte viene messa in dubbio.

Il comportamento di tanti che ci vivono accanto diventano per noi oggi un motivo di riflessione sulla nostra fede nel Signore e su come la nostra comunità vive la fede in Lui.

Gesù sa che tanti, pur potendo, non vogliono accettarlo; l’incredulità non lo stupisce. Quando “molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui” (v.66), Gesù chiede ai Dodici: “Forse anche voi volete andarvene?” (v.67).

Egli vuole aiutare i Dodici – e noi oggi – a vincere l’incredulità e l’incomprensione; vuole indurci a riflettere ancora sulla sua persona. Se noi crediamo in Lui, possiamo superare la cecità del nostro cuore, possiamo vedere, comprendere e conoscere lo Spirito e la vita che riceviamo dalle sue parole.

Scegliere di vivere col Signore

La domanda di Gesù ai Dodici – “Forse volete andarvene anche voi?” – diventa un aiuto a deciderci per lui, un incoraggiamento a perseverare nella vita con Lui. Nel dubbio, nella difficoltà, nei momenti di crisi, non mettiamo in dubbio la nostra fede nel Signore, non ci allontaniamo da Lui.

Anzi: le nostre decisioni per il Signore, per vivere il suo amore con i poveri, il suo interesse per tutti gli uomini, tutto questo può aiutare altri a scegliere per il Signore, a credere in Lui. Lo sappiamo bene che le nostre scelte, il nostro comportamento può influire sulla vita degli altri e sulle loro decisioni. Ce ne accorgiamo quando ci avviciniamo alle persone che tanto facilmente vengono dimenticate e lasciate sole; o quando manifestiamo il nostro affetto a chi è più giovane o più anziano di noi in maniera gratuita, al di fuori della logica del dare e dell’avere.

Simone, davanti alla domanda di Gesù, diventa il portavoce degli altri. Egli dà la risposta decisiva: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (vv.68-69). Andarsene via da Gesù vorrebbe dire separarsi da Colui che solo ci può indicare e far camminare per la via della vera vita.

Confessiamo con Simon Pietro la nostra fede nel Signore

Scegliere per Gesù, come fanno Pietro assieme agli altri Undici, vuol dire aver trovato in Lui la vita. Vivendo assieme a Lui, ascoltando giorno dopo giorno quello che ci suggerisce, ci ha portato ad una comunione di vita con Lui, a stabilire rapporti nuovi con tanti nostri fratelli.

Noi vogliamo confessare con Simon Pietro: “noi abbiamo creduto e conosciuto”, noi siamo stati con Te; ed abbiamo visto che tu sei il Santo di Dio, tu ci porti vicino a Dio e vicino agli uomini, tu ci fai conoscere come vivere la vita stessa di Dio stando su questa terra; tu sei per noi il pane di vita disceso dal cielo. Veramente “chi viene a te non avrà più fame e chi crede in te non avrà più sete”.