parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione dell'25/05/03
6ª domenica di Pasqua - anno B
 

Letture: Atti 10,25-27.34-35.44-48; Salmo 97; 1 Giovanni 4,7-10; Giovanni 15, 9-17.

"Rimanete nel mio amore"

dal Vangelo di Giovanni, capitolo 15, versetti 9-17.

9Come il Padre ha amato me, così anch`io ho amato voi.

Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.

11Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l`ho fatto conoscere a voi.

16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.

17Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.

SIAMO FATTI PER VIVERE NELL'AMORE

Che cosa è veramente importante nella nostra vita

Nella gioia di queste domeniche di Pasqua, ci ritroviamo anche oggi per lasciarci istruire dal Signore e lasciare che egli ci tocchi il cuore. Il Signore non viene a benedire la nostra vita così come è, ma ci porta oltre: oltre il presente, oltre le nostre abitudini e pensieri consolidati, oltre il nostro modo di vedere e concepire la vita. Il Signore guarda al nostro futuro e al futuro degli uomini in maniera larga e affettuosa.

Egli vuole comunicarci che la cosa più importante per ciascuno di noi e per tutti gli uomini non è avere una bella casa, o avere molti soldi, o fare bella figura davanti agli altri, avere successo … La cosa più importante è l'amicizia, voler bene.

Sappiamo noi voler bene? Siamo amici? E come siamo amici?

In realtà Gesù desidera che apprendiamo da lui a voler bene, ad essere amici: allo stesso modo con cui egli ci vuole bene, ci è amico. Infatti dice: "Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore".

L'amore che viene da Dio

Ma come ci ha amati? Come ci ama?

Una prima cosa da dire è questa: Gesù è sempre colui che fa il primo passo verso di noi, ci viene a cercare, ci parla, ci interroga, riversa in noi i sentimenti stessi di Dio.

Ma non si ferma solo a parlare con noi. Cammina avanti e ci fa conoscere strade nuove, si ferma accanto a quelli a cui noi non faremmo proprio caso. Oppure si ferma accanto a persone che noi normalmente evitiamo. Porta la nostra attenzione su tanti che sono lontani e sono nella sofferenza: per la guerra, per la povertà, per l'abbandono.

Come abbiamo ascoltato nella pagina degli Atti, Pietro stesso - che pure aveva vissuto accanto a Gesù per tre anni - ancora pensa che con persone diverse da noi, esterne alla nostra cerchia, non ci si debba immischiare, non sono persone da frequentare. Ma il Signore lo illumina e gli fa comprendere che certe classificazioni che ancora egli si porta dentro, certe esclusioni di persone che ancora egli opera, non sono secondo la mente e il cuore di Dio.

E infatti si lascia guidare dal Signore che lo conduce a casa di un pagano, Cornelio, comandante di una truppa di soldati dell'esercito romano che a quel tempo occupava la Palestina. E parla loro di Gesù. Infine confessa davanti a tutti: "In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto" (Atti 10,34-35).

Pensiamo alla Terra santa, pensiamo agli ebrei che vi vivono, ai palestinesi e a quanto sia urgente invocare la pace per tutti e due i popoli.

Amare gli altri come il Signore ama noi

Comprendiamo allora perché Gesù ripete anche a noi oggi: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati". Anche perché l'uomo di oggi non spende molto tempo nel coltivare l'amicizia. L'amicizia è come una pianta delicata che ha bisogno di cure, di essere innaffiata, protetta. L'uomo di oggi tende a fare tutto in fretta, privilegiando sempre se stesso e il suo tornaconto.

Sono tanti quelli che oggi vivono senza amici, sono senza amici. Certamente hanno relazioni, conoscenze; ma spesso sono viste e vissute in chiave utilitaristica; ci si serve di esse al meglio, per i propri interessi.

Gesù, alla vigilia della sua passione, chiama amici i suoi discepoli, nonostante essi siano incerti e di lì a poco lo lasceranno solo. Egli dona loro la sua amicizia, li chiama ad entrare nella sua amicizia. Entrando in quest'amicizia è possibile unire gli uomini, vincere le divisioni e le guerre, far nascere la pace. Un gruppo di discepoli che vive l'amicizia col Signore, una comunità cristiana che vive il Vangelo in mezzo agli altri è fonte di unione, di pace, di fratellanza, di comprensione e di aiuto vicendevole.

L'autonomia dagli altri non paga

Uno dei caratteri dell'uomo che questa nostra società è venuta accentuando sembra sia l'individualismo, l'autonomia dagli altri. Se ricordiamo l'antica pagina della Genesi in cui si parla del peccato dei primi uomini, riconosciamo che quel peccato è stata una scelta di autonomia da Dio: hanno pensato di bastare a se stessi e di vivere lasciando da parte Dio.

Ma sappiamo - secondo il racconto biblico - che proprio questa autonomia è stata l'inizio della divisione, della paura, delle lotte gli uni contro gli altri, della rottura della fratellanza. Pensiamo alla storia di Caino che uccide il fratello Abele.

Se ci apriamo all'amore del Signore, conosciamo la gioia vera

Se ascoltiamo col cuore queste parole del Vangelo, noi scopriamo il desiderio profondo che il Signore ha per noi: egli desidera per noi non una vita piena di affanni, di ansie, di dubbi e paure, ma una vita gioiosa: "questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena" (Giovanni 15,11). Non una gioia di qualche momento, non una gioia passeggera ma una "gioia piena".

È difficile? È impossibile? Se seguiamo la sua Parola, il suo esempio, vedremo che vivere nella gioia e nella gratitudine è possibile ed è bello. Una gioia che scaturisce dall'amore. Vivere dell'amore di Dio, crescere in questo amore che viene dall'alto: per questo siamo nati, in questo amore ci realizziamo.

La fratellanza che nasce dall'amore del Signore fa cadere tanti muri, ci fa aprire a tutti. L'amore che Gesù ci comunica è un amore universale, che non esclude nessuno, che abbraccia tutti.

Questo amore è contagioso: tanti saranno attratti dal Signore se sapremo essere testimoni del suo amore, in maniera umile, semplice, fiduciosi nella sua parola quando ci dice: "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto … tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo concederà" (Matteo 7,7 e Giovanni 15,16).