parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 13/04/03
Domenica delle Palme - anno B
 

Letture: Marco 11,1-10; Isaia 50, 4-7; Salmo 21; Filippesi 2, 6-11; Marco 14,1 - 15,47.


Gesù entra in Gerusalemme
cavalcando un asinello

dal Vangelo di Marco, capitolo 11, versetti 1-10.

1Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Betfage e Betania, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli 2e disse loro: "Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e subito entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo.

3E se qualcuno vi dirà: Perché fate questo?, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito". 4Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo sciolsero. 5E alcuni dei presenti però dissero loro: "Che cosa fate, sciogliendo questo asinello?". 6Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare.

7Essi condussero l'asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. 8E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. 9Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano:Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! 10Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!

GESÙ HA BISOGNO DI NOI PER VINCERE IL MALE

Gesù ci chiede di seguirlo in questi giorni intensi

Il Vangelo dell'ingresso a Gerusalemme ci introduce alla passione di Gesù che in questi giorni vogliamo vivere insieme. Gesù entra a Gerusalemme acclamato come un re, ma entra povero, seduto su un asinello. Ha bisogno di noi perché la sua forza non è quella dei potenti di questo mondo, ma di quella famiglia, di quella comunità che aveva creato attorno a sé predicando il suo Vangelo per le città e i villaggi della Galilea.

Ora è a Gerusalemme e ci chiede di seguirlo, non con i sentimenti della folla che subito dopo lo abbandonerà, che lascerà che venga messo sulla croce, ma come suoi discepoli, come suoi familiari. Il luogo dove stiamo diventa per noi Gerusalemme, la città dove Gesù ha vissuto la sua Passione per gli uomini e le donne di questo mondo, dove è morto ed è risorto. Ed è con questo Vangelo che si aprono giorni intensi, da vivere in comunione con tutte le comunità cristiane nel mondo, che formano la chiesa e che partecipano come noi alla passione del Signore.

Nel Vangelo della Passione ritroviamo ognuno di noi

Leggendo e ritornando in questi giorni sul Vangelo della Passione ritroviamo ognuno di noi: siamo la folla che urla, giudica, condanna, fa del male senza capire niente; siamo Pietro pauroso ed orgoglioso, sicuro di volere già bene a Gesù, che lo tradisce per paura; siamo i passanti senza nome, che prendono in giro un povero uomo crocifisso, gridandogli "salva te stesso!"; Giuda, che tradisce per un po' di denaro, che ha paura dell'amore senza calcoli di Gesù e lo vuole eliminare; Pilato, il giusto, che non fa nulla per salvare Gesù.

Nella passione di Gesù ci siamo proprio noi. La sua passione, cioè la storia di un amore senza limiti, ci fa scoprire chi siamo per davvero, rivela il nostro peccato, le tante complicità nostre e di questo mondo nella congiura che condannò Gesù. In questi giorni della settimana santa ci ritroviamo insieme: vogliamo guardare il volto di Gesù, ascoltare la sua parola, vivere la sua scelta di combattere il male fino alla fine.

Proviamo a fermarci un poco dai nostri affanni; cerchiamo di fare silenzio per ascoltare lui e per capire la sua scelta. Questi giorni spiegano il senso della vita e ci aiutano a non perderla.

Guardiamo assieme al Signore questo mondo segnato dalla violenza

Gesù entra nella città santa, guarda insieme a noi il nostro futuro, l'orizzonte così minaccioso del mondo, segnato com'è dalla violenza, dall'inimicizia, dalla guerra che in queste settimane sembra dettare legge su tante parti del mondo, dal Medio Oriente all'Africa.

Che fare? Che fare di fronte ai tanti conflitti dimenticati? Che fare quando sentiamo voci di pregiudizio, di ostilità verso un uomo solo perché viene da un'altra etnia o non parla bene la nostra lingua o ha un'altro colore della pelle?

La passione del Signore ci dà una risposta. Possiamo essere uomini di pace, come Gesù. Lui vince il male e libera gli uomini dalla paura, perché non smette di volere bene. Gesù non è un coraggioso o un temerario che disprezza il dolore, che non si rende conto dei problemi. Gesù non smette di amare e per questo ha una forza che nessuno può vincere.

La sua passione chiede a tutti noi: aiutami a portare la croce per vincere il male! Impara a volere bene per vincere la violenza l'odio, l'inimicizia, le stupide divisioni che diventano conflitti, l'indifferenza per cui non si ha nessuna pietà per chi è riverso in mezzo alla strada! Diventa un uomo di pace, per cercare la pace e vincere la guerra e l'inimicizia!

Non vogliamo che il mondo resti così come è oggi

Pasqua vuol dire passaggio: il passaggio dalla morte alla vita. Non vogliamo che il mondo resti segnato dal male, così come lo vediamo oggi. Vogliamo che davvero questa pasqua sia un passaggio dalla morte alla vita; dalla solitudine alla vicinanza; dal peccato all'amore; dall'orgoglio alla mitezza, dalla guerra alla pace; dalla fame alla sazietà; dal disprezzo alla comprensione; dai giudizi e dalle mormorazioni alla misericordia; dalla tristezza alla gioia; dall'avarizia alla generosità; dalla rassegnazione alla speranza.

Viviamo allora questi giorni davvero come un passaggio: per noi personalmente, ma anche perché il mondo cambi. Come Gesù: lui passa per la sofferenza e la passione perché il mondo risorga con lui.

Gesù non resta lontano dalla vita vera come chi ha paura; non manda qualcun altro come chi si crede troppo importante. È un uomo cosciente di rischiare la morte. Ma viene a Gerusalemme perché ama quella città e piange guardando le divisioni tra gli uomini che la abitano: "Se avessi compreso anche tu in questo giorno la via della pace".

Da Gesù impariamo a fare noi il primo passo verso gli altri

Gesù non si tira indietro neanche di fronte alle minacce di morte: ha scelto di stare nella città, in questo mondo segnato dalla guerra e dall'inimicizia e lo fa con i suoi discepoli, la sua famiglia. Il suo è un sentimento intenso per gli altri, che porta a piangere per gli altri e non su stesso, un amore che gli stessi discepoli non riescono a capire. Ma capiranno dopo. Perché è quell'amore che salva il mondo.

Noi aspettiamo sempre che siano gli altri a venirci incontro: magari li aspettiamo, ma non facciamo mai il primo passo verso di loro. Non salutiamo noi per primi, ma aspettiamo. Gesù non aspetta; vuole vincere il male; fa lui il primo passo verso di noi. Entra nei nostri cuori così come sono: li trova invecchiati nella rassegnazione; intrattabili nell'orgoglio; chiusi nelle tante difese. Trova anche cuori pieni di speranze e di sogni, quei sogni che non abbiamo detto a nessuno; li trova agitati dalle paure, dalle tante domande che angosciano e che non trovano risposta. Trova cuori desiderosi di amicizia vera, ma anche così poveri d'amore, troppo silenziosi ed avari di parole buone per gli altri; insomma, entra nei nostri cuori così come sono.

Questi giorni sono un'occasione per diventare veramente amici del Signore

Gesù entra nella nostra vita, mite ed umile, perché non è venuto per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi, per mezzo di lui. L'invito è lasciare da parte le nostre abitudini consolidate, i nostri pensieri ripetitivi, la nostra distrazione, il nostro amore per le cose e seguire lui, volere bene a lui.

Vogliamo anche noi essere come Gesù uomini e donne di pace? Vogliamo stargli vicino, mentre viene abbandonato da tutti, anche dai suoi migliori amici, che lo tradiranno per paura o per calcolo? Vuoi disarmare il cuore per imparare finalmente ad incontrare agli altri?

Preghiamo perché in questi giorni possiamo essere davvero amici del Signore; possiamo sciogliere il nostro cuore che è tanto amico solo di se stesso, perché anche noi passiamo da una vita vecchia alla resurrezione. Stiamogli vicino, ricordiamoci di lui, preghiamo, leggiamo il suo Vangelo: scopriremo quanto grande è la sua amicizia e quanto poco siamo amici suoi e tra di noi. Solo l'amore può rinnovare il mondo.

Ai piedi della croce nasce la comunità, una piccola famiglia di uomini che non scappano, che vogliono bene a chi è come Gesù segnato dal male, che cercano il giorno della resurrezione e della pace.