parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 30/03/03
4ª domenica Tempo di Quaresima- anno B
 

Letture: 2 Cronache 36, 14-16. 19-23; Salmo 136; Efesini2, 4-10; Giovanni 3, 14-21.


il Figlio innalzato sulla croce

dal Vangelo di Giovanni, capitolo 3, versetti 14-21.

14Gesù disse a Nicodemo: "come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna".

16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.

17Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.

19E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.

20Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. 21Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.

LASCIAMOCI ATTRARRE E TRASFORMARE DALL'AMORE DI DIO

Nel buio di questi giorni un invito all'amore

Siamo a metà del cammino spirituale che ci conduce alla Pasqua, la Quaresima. La liturgia ci invita a rallegrarci perché è più vicina la Pasqua di Gesù.

Ma noi siamo pieni di notizie di guerra che ci giungono ogni giorno, con tanti scontri, tanti morti. Vediamo come un cielo oscurato che ci nasconde la luce.

Dentro questo quadro buio, il Vangelo di oggi giunge a noi come una luce che rischiara la mente e il cuore: "Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo figlio unigenito perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Giovanni 2,16).

Dio viene verso di noi col suo amore assoluto. E questo amore è una persona, il suo Figlio Gesù di cui egli ci fa dono.

Questa parola viene a dirci con forza che noi siamo chiamati all'amore: nel buio di cuori chiusi in se stessi, guardinghi e sospettosi verso gli altri se non apertamente ostili agli altri, non c'è gioia, non viene la pace.

Chiamati a partecipare alla vita stessa di Dio

La notizia che risuona oggi in questa liturgia è che Dio ci ama e desidera farci partecipare alla sua stessa vita, che è una vita di comunione, di amicizia, di vicinanza vicendevole, vita che alza lo sguardo da sé e comincia a guardare intorno, a guardare con interesse, con affetto e chiama ad avvicinarsi a quelli che sono i più deboli, i più trascurati.

La stessa liturgia è immagine del sogno di Dio su di noi e su tutti gli uomini.

Come non sentire di fronte ai giorni drammatici di una nuova guerra da poco iniziata, l'urgenza di lasciarci attirare da questa luce, da questa Parola? Il Signore vuole farci sperimentare la stessa comunione che egli, fatto uomo come noi, ha vissuto col Padre suo stando sulla terra: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Giovanni 14,23).

C'è un progetto di Dio a favore degli uomini che egli vuole far vivere della sua stessa vita. Egli ce lo sta rivelando poco a poco e noi siamo invitati a lasciarci attrarre da questo progetto di amore.

La responsabilità di rispondere "sì" oppure "no" all'amore del Signore

Perché lo sappiamo - e il Vangelo di oggi ce lo ricorda con molta chiarezza - l'uomo può rifiutare questo dono di amore di Dio, può starsene in disparte ed escludersi da solo. E proprio perché tanti sono lontani, non conoscono il sogno di Dio sugli uomini, su questo nostro mondo, c'è bisogno che noi, resi vicini gli uni agli altri dal Signore, accogliendo e meditando nel nostro cuore le sue parole, diventiamo un segno per tanti.

Diventiamo una comunità dove abita il Signore e si manifesta attraverso la nostra fraternità, l'attenzione gli uni agli altri, l'amore vicendevole. Così da essere la manifestazione agli uomini dell'amore di Dio che si realizza in mezzo a loro.

Il Signore ci chiama a scegliere davanti all'amore del suo Figlio e davanti al bisogno urgente di amore per questo mondo: "Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; poiché io oggi ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore tuo Dio ti benedica" (Deuteronomio 30,15-16 ).

Una piccola fede può fare grandi cose

Il Signore ci parla, ci invita, ci chiama ad entrare nel suo amore. Ma come può avvenire tutto questo? Mediante la nostra piccola risposta di fede: credere nelle sue parole, accoglierle con fiducia e camminare guidati da queste parole e dalla sua presenza amica. "Chi crede nel Figlio ha la vita eterna" leggiamo nel vangelo di Giovanni (3,36).

Anzi c'è di più: "chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno" (Giovanni 7,38). E poi, più avanti, dice ai suoi discepoli: "In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi" (Giovanni 14,12).

Una piccola fede ci fa entrare nel circuito di amore di Dio, ci dona una forza che viene dall'altro e comunica al mondo una forza buona che rende migliori: "In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile" (Matteo 17,20).

Il bene può vincere sul male

Chi crede nel Signore Gesù e nella sua parola può vincere il male di questo mondo (cfr. 1ª Giovanni 5,5). Il Signore ricco di misericordia, per il suo grande amore con il quale ci ha amati ci faccia rivivere con lui, salvi noi e questo mondo dall'abisso del male.

Preghiamo il Signore per la pace, perché venga presto; preghiamo per chi in queste ore è colpito dalla violenza della guerra, per le donne, gli uomini, e particolarmente preghiamo il Signore di proteggere i bambini e gli anziani, che sono i più esposti.

Preghiamo perché il Signore aiuti tutti noi ad essere donne e uomini di pace, a vivere in modo disarmato, mite, ospitale; e ci renda tutti cercatori della sua pace.