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"Chi
mangia questo pane vivrà in eterno"
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dal
Vangelo di Giovanni, capitolo 6 versetti 51-58.
51
Gesù disse alle folle dei Giudei:
"Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia
di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò
è la mia carne per la vita del mondo".
52Allora
i Giudei si misero a discutere tra di loro: "Come può
costui darci la sua carne da mangiare?".
53Gesù
disse: "In verità, in verità vi dico:
se non mangiate la carne del Figlio dell`uomo e non bevete
il suo sangue, non avrete in voi la vita. 54Chi mangia la
mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo
risusciterò nell'ultimo giorno.
55Perché
la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in
me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato
me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia
di me vivrà per me.
58Questo
è il pane disceso dal cielo, non come quello che
mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo
pane vivrà in eterno".
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UN
CIBO CHE NUTRE E UNA BEVANDA CHE DISSETA
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Un
rapporto dinamico col Signore
Viviamo
in un mondo dove ci si muove tanto. C'è una grande
mobilità che tocca un po' tutti i vari aspetti della
vita: da quello economico, sociale, a quello della tecnica,
sempre in continua evoluzione.
Eppure
nel rapporto col Signore tante volte ci pensiamo dentro
una dimensione statica. Abbiamo dei ricordi belli di momenti
vissuti in Chiesa, momenti che hanno lasciato una impronta,
ma facilmente siamo lontani dal vivere la dimensione di
un rapporto vivo col Signore, un rapporto che evolve, cresce,
si sviluppa.
Il
"Corpo del Signore"
Oggi
celebriamo la festa del "Corpus Domini", la festa
del Corpo del Signore. E Corpo del Signore è la carne
e il sangue suo che riceviamo nel segno del pane e del vino
consacrati nella liturgia eucaristica; ma Corpo del Signore
è anche l'unione di tutti quelli che si nutrono del
corpo e sangue di Cristo.
Gesù
parla di sé come del "pane vivo disceso dal
cielo", che si fa nostro nutrimento per comunicarci
la vita di Dio, del Padre suo. E nel ricevere questa vita
che ci viene comunicata, noi sperimentiamo un dinamismo
interiore, che sviluppa energie di amore, suscita desideri
che muovono incontro agli altri, dona una intelligenza che
potremmo chiamare meglio "intelligenza del cuore".
È
la vita interiore che si sviluppa e ci fa crescere anche
quando l'età fisica del nostro corpo non vive più
questa fase per l'accumularsi degli anni.
Gesù
si offre a noi come cibo di vita, nutrimento, anzi dice:
"la mia carne è vero cibo e il mio sangue è
vera bevanda" (Giovanni 6, 55). Certamente nella
nostra società occidentale abbiamo abbondanza di
cibi e di bevande. In questa abbondanza che ci circonda
Gesù ci dice che egli è il vero cibo e la
vera bevanda.
Un
cibo che nutre e una bevanda che disseta veramente
Non
è forse vero che, pur vivendo nell'abbondanza di
beni, di cibo e di parole, abbiamo una fame che non viene
soddisfatta da queste cose?
Abbiamo
bisogno di un cibo e di una bevanda che il mondo non sa
produrre, un pane che sfama e soddisfa i nostri desideri
più profondi di vita. Abbiamo fame di amore, di calore
umano, di vera vicinanza.
Abbiamo
forse bussato a tante porte, assaggiato tanti cibi e bevuto
le bevande più varie, ma non ci siamo né sfamati
né dissetati.
Guardiamo
allora al nostro incontro domenicale col Signore, alla liturgia
eucaristica, come ad un pranzo a cui il Signore ci invita,
che nutre e disseta la fame dell'uomo interiore. Questo
cibo spirituale ci nutre, ci fa rinascere dal di dentro,
ci rinnova, ci sazia.
La
domenica, nella liturgia eucaristica, Gesù si ferma
e mangia con noi e ci apre a una vita piena di amicizia
e di pace.
Il
Corpo sofferente del Signore
Per
questo la festa del Corpus Domini ci lega a tutti quelli
che sono feriti nel corpo e nel cuore, ai poveri, ai deboli,
agli oppressi e ai malati. Anch'essi sono il "Corpus
Domini". E chi si nutre del Corpo del Signore, si allea
con quest'altro "corpo" sofferente, anzi forma
una sola carne con loro.
Il
pane eucaristico ci nutre, trasforma il nostro cuore, ci
rende più simili al Signore Gesù. Dice l'apostolo
Paolo: "E il pane che noi spezziamo, non è
forse comunione con il corpo di Cristo?" (1 Corinzi
10,16).
Tante
volte ci agitiamo, ci sentiamo insoddisfatti, a volte ci
viene un senso di depressione. Forse è manifestazione
di una fame che cerca un cibo diverso. Nel libro del Deuteronomio
leggiamo di Mosè che rivolgendosi al popolo dice:
"Il Signore ti ha fatto provare la fame, poi ti
ha nutrito di manna, che tu non conoscevi,
per farti
capire che l'uomo non vive soltanto di pane, ma di tutto
ciò che esce dalla bocca del Signore" (Deuteronomio
8, 3).
Nella
Eucaristia, nutriti dalla Parola e dal pane di vita, noi
veniamo alimentati interiormente, il Signore stesso viene
ad abitare in noi e ci aiuta a camminare liberati da tanti
condizionamenti.
Mendicanti
del pane della vita
In
questo mondo che tante volte si presenta arido e inaccogliente,
noi camminiamo avendo un cibo che nutre e una bevanda che
disseta. Nel mondo incontriamo tanti mendicanti di un pane
e di una bevanda che il mondo non sa produrre. E noi potremo
indicare loro dove nutrirsi e abbeverarsi.
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