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"Chi
crede in lui non è condannato"
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dal
Vangelo di Giovanni, capitolo 3 versetti 16-18.
16Dio
ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito,
perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia
la vita eterna.
17Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il
mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
18Chi
crede in lui non è condannato; ma chi non crede è
già stato condannato, perché non ha creduto
nel nome dell`unigenito Figlio di Dio.
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IL
FLUSSO DI AMORE DI DIO CI RAGGIUNGE
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La
festa della Trinità
La
domenica successiva alla Pentecoste, la Chiesa ci fa celebrare
la festa della Trinità, che apre l'ultimo periodo
dell'anno liturgico, chiamato tempo "ordinario",
il tempo della nostra vita di tutti i giorni, su cui si
proietta la vita stessa di Dio.
È
questo il senso della vita dei cristiani: vivere il nostro
tempo con Dio che è presente e cammina accanto a
noi. Con la piena manifestazione di Dio realizzatasi dalla
venuta di Gesù, Dio si è fermato presso di
noi e - come Mosè chiedeva stando sulla cima del
monte Sinai - "il Signore cammina in mezzo a noi"
(Esodo 34, 8).
La
festa della Trinità ci dice che il Dio di Gesù
non è un Dio solitario, ma una famiglia di tre persone
che - potremmo dire - si vogliono così bene da essere
una sola cosa. A questa unione profonda nell'amore siamo
chiamati noi, discepoli suoi.
Questa
"famiglia" di Dio, la Trinità - il Padre,
il Figlio e lo Spirito Santo - non ha tenuto per sé
questa unione e questa gioia; l'ha riversata su di noi perché
potessimo vivere la sua stessa vita. È questa la
sfida che Dio lancia agli uomini e che noi vogliamo raccogliere.
Un
Dio vicino e presente
Infatti
l'apostolo Paolo ci invita a "stare lieti, a tendere
alla perfezione, ad avere gli stessi sentimenti, vivendo
in pace". E aggiunge: "il Dio dell'amore
e della pace sarà con voi" (2 Corinzi 13,11).
Con
Gesù Dio si è fatto vicino a noi, è
diventato uno di noi per attirarci nell'orbita del suo amore
e incorporarci a Lui. La Trinità è questo
mistero sovrabbondante di amore che cala su di noi e ci
vuole travolgere, se noi ci lasciamo andare a questo amore.
Conosciamo
- almeno un po' - le tante sofferenze di questo mondo, le
divisioni, le guerre, la povertà di tanti accanto
a quelli che sono ricchi. Ma conosciamo anche che dove l'uomo
si apre all'amore grande di Dio, la vita si trasforma nel
profondo, scorre rigogliosa e gli uomini sentono che la
loro vocazione di essere pienamente umani si realizza.
E
si affrontano le divisioni, si abbattono i muri, si riprende
il dialogo, si colmano le distanze.
Conoscere
Dio più profondamente
Forse
tanti si sono fermati ad una conoscenza esteriore di Dio,
ad un contatto materiale con Lui attraverso alcuni momenti
religiosi. Ma Dio ci chiama ad entrare in un rapporto personale
con lui. La preghiera umile e semplice ci mette davanti
a Lui, permette che qualcosa della sua energia di amore
venga in noi e ci spinga, ci trasformi, ci conduca nella
vita di tutti i giorni.
Possiamo
dire che Dio facendosi conoscere attraverso il Figlio e
donandoci il soffio del suo Spirito, ci chiama ad entrare
in questa sua famiglia, a far parte di essa e vivere in
questa armonia che può trasformare il nostro mondo.
Dio
non viene a giudicare questo mondo, non viene a condannare,
ma a salvare gli uomini: "Dio non ha mandato il
Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché
il mondo si salvi per mezzo di lui" (Giovanni 3,
17).
Certo,
noi rimaniamo liberi di fronte a questa proposta, ci possiamo
escludere da questa via di amore. E questa esclusione diventa
la nostra autocondanna, perché non abbiamo accolto
una proposta di amore.
La
presenza della Chiesa ovunque vive una comunità cristiana
Dovunque
la Chiesa si fa presente per mezzo di uomini e donne che
credono nel Signore, si nutrono della sua Parola, si incontrano
con Lui nella preghiera, ogni comunità - anche se
piccola - sperimenta questa energia di amore che permea
la vita, la apre, ci immette in un cammino che fa crescere
nell'unione, dà gioia e una pace profonda.
È
possibile e bello per noi accogliere l'invito che Paolo
rivolgeva alla prima comunità di Corinto: "state
lieti, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda,
abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore
e della pace sarà con voi. Salutatevi a vicenda con
il bacio santo" (2Corinzi cap. 13, 11-12).
Ogni
comunità, per quanto debole e peccatrice, può
vivere questa gioia, ognuno di noi può coinvolgere
uomini e donne che incontra nella vita di tutti i giorni,
può diffondere questo amore del Signore, può
farlo circolare perché permei sempre di più
tanti ambienti di vita e rassereni la vita di tanti.
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