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"Io
sono
il buon pastore"
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dal
Vangelo di Giovanni, capitolo 10 versetti 1-10
1Gesù
disse: "In verità, in verità vi dico:
chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma
vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante.
2Chi invece entra per la porta, è il pastore delle
pecore.
3Il
guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli
chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. 4E
quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi
a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono
la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno
via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei".
6Questa
similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono
che cosa significava ciò che diceva loro.
7Allora Gesù disse loro di nuovo: "In verità,
in verità vi dico: io sono la porta delle pecore.
8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e
briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati.
9Io
sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà
salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere;
io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano
in abbondanza.
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IL
SIGNORE CI GUIDA AI PASCOLI DELLA VITA
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Comprendere
chi è il Risorto
Nel tempo
della Pasqua noi siamo aiutati a comprendere chi è
ilRisorto.
Quell'uomo che i discepoli hanno visto rifiutato e condannato
a morte, che è stato crocifisso è colui che
"Dio ha costituito Signore è Cristo". Così
afferma Pietro dopo la Pentecoste, quando libero dalla paura
esce fuori e comincia a parlare di Gesù.
Dopo l'esperienza
della Pasqua noi possiamo comprendere il segreto di Gesù
che va incontro alla morte: egli è il buon pastore,
non può abbandonare a se stesse le sue pecore: i
discepoli, gli uomini e le donne di ogni tempo.
Il Signore
è come un pastore che conosce le sue pecore una ad
una, le chiama per nome, le conduce in terreno buono dove
possano nutrirsi.
Il
buon pastore: un amore personale per ogni uomo e ogni donna
Se noi ci
apriamo al Vangelo scopriamo questo amore personale del
Signore, conosciamo la comunità che è come
un ovile dove il gregge del Signore conosce la pace e la
sicurezza che viene dallo sguardo amorevole di Gesù
buon pastore: egli veglia sul suo gregge.
Le parole
del Vangelo sono chiare, dirette, senza allusioni, senza
secondi fini. Il Signore vuole che noi abbiamo la vita e
la abbiamo in abbondanza (Giovanni 10, 10).
Alcuni di
noi sono stati ad Assisi in questi giorni e hanno potuto
vedere come Francesco ha vissuto questo affidamento al Signore.
Per Francesco ogni parola del Vangelo è stata come
un cibo che nutre, come sentire Gesù che gli parla
direttamente.
Le mie pecore
ascoltano la mia voce - dice Gesù - e Francesco ha
ascoltato le sue parole e ha parlato con le sue parole agli
altri: parole semplici, come è semplice il Vangelo.
Gesù dice: io sono la porta: se uno entra attraverso
di me, sarà salvo; entrerà e uscirà
e troverà pascolo.
Le
gioie della comunione tra fratelli
Il mondo
di oggi ci spinge in tanti modi a vivere ciascuno per conto
proprio, a doversi fare da solo. Ma questo ci fa vivere
male, ci fa diventare schiavi della preoccupazione e agitazione
per noi stessi. In tanti luoghi si può vedere e incontrare
la Chiesa come una piccola famiglia che cammina dietro il
suo Signore e si lascia condurre da lui.
Una piccola
esperienza fatta lungo il tragitto da Napoli ad Assisi ha
toccato il cuore di alcuni di noi e ci ha fatto non solo
riflettere, ma comprendere le parole del Vangelo di oggi.
All'ora di pranzo siamo stati accolti da una piccola comunità
che ci ha preparato un pranzo in modo familiare e accogliente.
Non ci conoscevamo, non ci eravamo mai incontrati precedentemente.
Ma sia loro che noi ci siamo riconosciuti fratelli per l'unico
Vangelo che ci educa, ci insegna a vivere, ci apre il cuore.
E ci siamo
ritrovati fraternamente a consumare un pasto stando insieme
come se ci conoscessimo da sempre. Quando la Chiesa è
veramente famiglia aperta, accogliente, noi vediamo il gregge
del Signore, con lui che cammina davanti a tutti e guida
tutti ai luoghi di pace e serenità.
Se
Cristo è risorto, anche noi possiamo nascere a vita
nuova
A volte abbiamo
ancora dei dubbi, siamo infedeli come lo sono stati i discepoli
durante gli anni che sono stati col Signore e soprattutto
durante le ore della passione.
Ma la Pasqua
ci dice che Gesù che a volte noi abbiamo lasciato
solo è risorto. E se lui è risorto per ognuno
di noi c'è possibilità di risorgere, di nascere
a vita nuova.
Ascoltando
le parole di Gesù noi entriamo a far parte della
sua famiglia. Se prima vivevamo come pecore disperse, ora
possiamo tornare al pastore buono della nostra vita, a colui
che non ci inganna, che ci parla perché viviamo una
vita ricca di affetti, di amicizie; ma viviamo anche una
vita larga, aperta agli uomini, capace di accogliere e di
comprendere le domande e le invocazioni che vengono da tante
parti.
Continuiamo
a pregare per la pace in Palestina, perché palestinesi
e israeliani trovino la via del dialogo, della pace, per
una convivenza serena nella stessa terra.
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