parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 17/03/02
5ª domenica di Quaresima - anno A
 
Letture: Ezechiele 37, 12-14; Salmo 129; Romani 8, 8-11; Giovanni 11, 1-45.

La resurrezione di Lazzaro

dal Vangelo di Giovanni, capitolo 11 versetti 1-45

1Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. 2Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: "Signore, ecco, il tuo amico è malato".

4All`udire questo, Gesù disse: "Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato". 5Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. 6Quand`ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi, disse ai discepoli: "Andiamo di nuovo in Giudea!". 8I discepoli gli dissero: "Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?". 9Gesù rispose: "Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce". 11Così parlò e poi soggiunse loro: "Il nostro amico Lazzaro s`è addormentato; ma io vado a svegliarlo".

12Gli dissero allora i discepoli: "Signore, se s`è addormentato, guarirà". 13Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. 14Allora Gesù disse loro apertamente: "Lazzaro è morto 15e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!". 16Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: "Andiamo anche noi a morire con lui!".

17Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. 20Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà". 23Gesù le disse: "Tuo fratello risusciterà". 24Gli rispose Marta: "So che risusciterà nell`ultimo giorno". 25Gesù le disse: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?". 27Gli rispose: "Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo".

28Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: "Il Maestro è qui e ti chiama". 29Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. 30Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: "Va al sepolcro per piangere là". 32Maria, dunque, quando giunse dov`era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!". 33Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: 34"Dove l`avete posto?". Gli dissero: "Signore, vieni a vedere!". 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: "Vedi come lo amava!". 37Ma alcuni di loro dissero: "Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?".

38Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. 39Disse Gesù: "Togliete la pietra!". Gli rispose Marta, la sorella del morto: "Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni". 40Le disse Gesù: "Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?". 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: "Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. 42Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l`ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato". 43E, detto questo, gridò a gran voce: "Lazzaro, vieni fuori!". 44Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: "Scioglietelo e lasciatelo andare"

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui.

GESU' VIENE A RESTITUIRCI LA VITA PERDUTA


Alla vigilia dei giorni più santi dell'anno

"Arrivati al termine del cammino quaresimale, ti chiediamo, o Signore amico degli uomini, di poter vedere la Santa Settimana della Passione, Morte e Resurrezione del Signore". Così canta la liturgia della Chiesa d'Oriente nell'ultima settimana di Quaresima.

Non c'è tempo più santo da vivere di quello della prossima settimana; non ci sono avvenimenti più alti di quelli che i nostri occhi potranno vedere in quei giorni. Per questo anche noi chiediamo al Signore la grazia di poterlo accompagnare domenica prossima nell'ingresso a Gerusalemme e restargli accanto nei giorni che seguiranno.

Gesù, l'amico che non si ferma davanti a qualsiasi difficoltà

Oggi il Vangelo ci conduce nel villaggio di Betania, quasi alle porte di Gerusalemme. Gesù ha qui una famiglia amica, quella di Marta, Maria e Lazzaro. Spesso si reca da loro per riposarsi. Questa volta è venuto perché gli hanno detto che il suo amico Lazzaro è malato.

Gesù non vuole stargli lontano, anche se questo può significare per lui la morte. I discepoli non mancano di farglielo notare. Anzi tentano di fermarlo, una volta saputo che Lazzaro è ormai morto. Che senso ha rischiare la morte per nulla? Ancora una volta i discepoli non hanno compreso la grandezza dell'amore del Signore, venuto non per salvare se stesso, ma gli altri! Essi vogliono tenerlo lontano da Lazzaro, lontano da quell'uomo su cui ormai tutti hanno posto una pietra sopra.

La pietra pesante che grava sulla vita di tanti

Non possiamo non pensare ai tanti uomini e alle tante donne sui quali ancora oggi è posta sopra una pietra pesante. Talora sono popoli interi ad essere oppressi da una fredda e pesante lastra. Sono coloro su cui grava la guerra, la fame, la solitudine, la tristezza, la disgrazia, il pregiudizio.

E queste pietre tristi e pesanti non gravano per caso o per un amaro destino; sono poste dagli uomini; e spesso c'è come una gara crudele a scavarsi la fossa vicendevolmente e a rincorrersi per chiuderla con una lastra pesante.

I discepoli di Gesù, anche oggi, molto spesso vogliono tenersi lontano, stare a distanza dai tanti Lazzaro sepolti e oppressi. Magari anch'essi come Marta rivolgono a Gesù una sorta di rimprovero : "Se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!" E' come dire: "Se tu Signore fossi stato vicino, non sarebbero accadute quelle disgrazie", "se tu fossi stato accanto a quel popolo, non sarebbero successi tali stermini" …

Il Vangelo, in verità, ci dice che non è Gesù a stare lontano, ma gli uomini. E talora si impedisce persino a Gesù di avvicinarsi.

Gesù è vicino a chi è prigioniero e oppresso

Chiediamoci piuttosto: dove siamo noi, mentre tanti stranieri vivono una vita piena di stenti e di umiliazioni? Dove siamo noi mentre tanti sono soli e abbandonati negli ospedali e negli ospizi? dove siamo noi mentre vicino e lontano da noi c'è gente che muore senza nessuno, che soffre senza che alcuno se ne accorga?

Vicino a costoro troviamo Gesù. Solo lui sta lì accanto, e piange su questi suoi amici abbandonati, come pianse su Lazzaro. Accadrà anche a lui tra qualche giorno, al Getsemani, quando resterà solo e, per l'angoscia, suderà lacrime di sangue.
Gesù sta da solo davanti a Lazzaro, a sperare contro tutto e tutti. Persino le sorelle cercano di dissuaderlo mentre egli vuol far aprire la tomba. "Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni", gli dice Marta.

Si! già puzza. Come puzzano i poveri; come puzzano gli ospizi per gli anziani; come puzzano tutti coloro sui quali si abbatte la cattiveria degli uomini.

Ma Gesù non si ferma. Il suo affetto per Lazzaro è molto più forte della rassegnazione delle sorelle; è molto più saggio della stessa ragionevolezza, della stessa evidenza delle cose. L'amore del Signore non conosce confini, neppure quelli della morte; vuole l'impossibile. Quella tomba, perciò, non è l'abitazione definitiva degli amici di Gesù. Per questo grida: "Lazzaro, vieni fuori!"

L'amico sente la voce di Gesù, come sta scritto: "le pecore conoscono la sua voce", e ancora: "il buon pastore chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori" (Gv 10,3). E già il profeta Ezechiele proclamava: "Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio" (37,12).

La vita che Gesù viene a donarci

Lazzaro ascolta, ed esce. Gesù non parla ad un morto, ma ad un vivo, semmai ad uno che dorme, per questo forse grida. E invita gli altri a sciogliere le bende all'amico. Ma sciogliendo Lazzaro "morto", Gesù in verità scioglie ognuno di noi dal proprio egoismo, dalla propria freddezza, dalla propria indifferenza, dalla morte dei sentimenti.

Racconta un'antica tradizione orientale che Lazzaro, una volta risuscitato, non mangiasse altro che dolci. Questo per sottolineare che la vita donata dal Signore è dolce, bella; che i sentimenti che il Signore deposita nel cuore sono forti e teneri, robusti e amorevoli, e sconfiggono ogni amarezza e asprezza.

Gesù è la vita, è la nostra vita. Marta con delusione risponde a Gesù che sa bene che Lazzaro resusciterà l'ultimo giorno. Ma è lontano, quel giorno. E Gesù, che forse comprende la delusione di Marta, le risponde: "Io sono la resurrezione e la vita!" In queste parole è raccolto il segreto di questa pagina evangelica.

Gesù non viene a prolungare la nostra vita fisica. Viene a comunicarci la "vita", ossia Lui stesso. Chi lo accoglie, accoglie in sé la vita: "Chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà mai", dice Gesù. E ancora: "Chi ascolta la mia parola e crede in colui che mi ha mandato, ha la vita eterna; è ormai passato dalla morte alla vita" (Gv 5,24).

Per questo, ancora oggi è possibile il miracolo di Lazzaro, ancora oggi è possibile che i morti risorgano, che i cuori freddi come una lastra di ghiaccio si sciolgano e riprendano la vita divenendo dolci, teneri, amorevoli, come fu per Lazzaro, amico del Signore.