parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 10/03/02
4ª domenica di Quaresima - anno A
 
Letture: 1° Samuele 16,1.4.6-7.10-13; Salmo 22; Efesini 5, 8-14; Giovanni 9, 1-41.

Gesù vide un uomo
cieco dalla nascita

dal Vangelo di Giovanni, capitolo 9 versetti 1-41

1Passando vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo interrogarono: "Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?". 3Rispose Gesù: "Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. 4Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. 5Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo".

6Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: "Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)". Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. 8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: "Non è egli quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?". 9Alcuni dicevano: "E' lui"; altri dicevano: "No, ma gli assomiglia". Ed egli diceva: "Sono io!". 10Allora gli chiesero: "Come dunque ti furono aperti gli occhi?". 11Egli rispose: "Quell'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Và a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista". 12Gli dissero: "Dov'è questo tale?". Rispose: "Non lo so".

13Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era infatti sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: "Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo". 16Allora alcuni dei farisei dicevano: "Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato". Altri dicevano: "Come può un peccatore compiere tali prodigi?". E c'era dissenso tra di loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: "Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?". Egli rispose: "E' un profeta!".

18Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19E li interrogarono: "E' questo il vostro figlio, che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede?". 20I genitori risposero: "Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; 21come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l'età, parlerà lui di se stesso".

22Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 23Per questo i suoi genitori dissero: "Ha l'età, chiedetelo a lui!".

24Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: "Dá gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore". 25Quegli rispose: "Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo". 26Allora gli dissero di nuovo: "Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?". 27Rispose loro: "Ve l'ho già detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?".

28Allora lo insultarono e gli dissero: "Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! 29Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia". 30Rispose loro quell'uomo: "Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla". 34Gli replicarono: "Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?". E lo cacciarono fuori.

35Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: "Tu credi nel Figlio dell'uomo?". 36Egli rispose: "E chi è, Signore, perché io creda in lui?". 37Gli disse Gesù: "Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui". 38Ed egli disse: "Io credo, Signore!". E gli si prostrò innanzi. 39Gesù allora disse: "Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi". 40Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: "Siamo forse ciechi anche noi?". 41Gesù rispose loro: "Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane".

 

GESU' CI HA APERTO GLI OCCHI:
VIVIAMO NELLA LUCE DEL SIGNORE


Il Signore viene guarire dalla cecità del cuore

Ci avviciniamo alla Pasqua e la liturgia di questa domenica - detta "domenica laetare" dalle prime parole di inizio - ci invita a gioire per il cammino che stiamo facendo col Signore: "Rallegrati Gerusalemme, e voi tutti che l'amate, riunitevi. Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza: saziatevi dell'abbondanza della vostra consolazione" (Isaia 66, 10-11).

È la gioia di riconoscerci guariti dal Signore lungo il cammino di questa Quaresima; come quel cieco guarito, vediamo la misericordia che il Signore ha usato verso di noi, la sua luce che viene a illuminare noi e questo mondo. "Se un tempo eravate tenebra - ci dice l'apostolo Paolo - ora siete luce nel Signore".

Nel lungo racconto di questa guarigione vediamo quante difficoltà pongono gli uomini nel riconoscere l'azione buona e misericordiosa del Signore. Ci sono tanti pregiudizi nel cuore, come quello che manifestano i discepoli a Gesù quando, davanti a quel cieco mendicante, gli chiedono: "Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?".

Non resistiamo alla misericordia del Signore

Il male che si manifesta in tanti luoghi e in tanti modi in questo mondo, è una realtà con cui fare i conti; ma soprattutto ci dà la possibilità di operare nell'amore, manifestando le opere di Dio. Alla domanda dei discepoli Gesù risponde: "non ha peccato né lui né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio".

L'azione di Gesù incontra ostilità, diffidenza. Le obiezioni dei farisei, i vari interrogatori a cui sottopongono il cieco, gli appigli al legalismo, la paura dei genitori di prendere chiaramente posizione: è tutto un campionario delle varie resistenze degli uomini davanti all'azione del Signore.

Noi stessi, incontrati dal Signore che ha posato il suo sguardo su di noi, gli abbiamo tante volte resistito, ci siamo difesi, abbiamo avanzato le nostre riserve. È il peccato di ciascuno di noi da riconoscere e di cui chiedere sinceramente perdono.

La risposta immediata del cieco alla parola di Gesù "Va' a lavarti nella piscina di Sìloe" è un invito ad ascoltare prontamente le parole che il Signore ci rivolge e lasciare che l'acqua viva che viene da lui ci purifichi e ci rigeneri. Le varie investigazioni dei farisei diventano per noi un ammonimento a non insistere nell'affermare le nostre ragioni davanti al Signore, ma diventare piuttosto docili e ubbidienti; la risposta parziale e reticente dei genitori del cieco ci fa pensare a quando non abbiamo parlato chiaramente per paura di non essere approvati.

L'ascolto e la fede umile vince ogni difficoltà

Quanti ostacoli ha incontrato anche la comunità del Signore lungo il suo cammino: gli stessi ostacoli e resistenze che ha incontrato Gesù. Ma vediamo che la fede umile e fiduciosa fa vincere ogni ostacolo sul cammino. È la fede del cieco guarito che dice al Signore Gesù: "Io credo, Signore!".

Con la luce ricevuta dal Signore, anche noi ci siamo incamminati per strade prima sconosciute, conoscendo tanti luoghi di sofferenza nella città; ascoltando invocazioni di pace e di aiuto provenienti da tante terre lontane.

"Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come i figli della luce" (Efesini 5,8). Siamo figli della luce perché Gesù è la luce che trasforma tutta la vita. Il Signore cammina davanti a noi e ci indica la strada, ci fa vedere, ci fa sentire, ci fa fermare accanto a tanti altri ciechi e mendicanti che vivono ai margini della vita.

Riconosciamo l'opera del Padre che ci ha strappati dal dominio delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo amato Figlio (Colossesi 1,13), ma vigiliamo contro il nemico dominatore del mondo delle tenebre, restiamo fedeli alla luce che è il Signore.

Facciamoci vicini a quelli che sono nella sofferenza e nel dolore

Pensiamo a quelli che vivono nelle tenebre della guerra esposti continuamente alla morte, ai disperati che cercano attraverso il mare una via di speranza e di salvezza che tante volte finisce in tragedia.

Il Signore guida i suoi discepoli e conduce a fare passi di pace, a strappare dalle tenebre tanti che sono prigionieri del potere del male, a operare per un mondo più umano e più giusto. "Cercate ciò che è gradito al Signore, e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre" (Efesini 8, 10-11) ripete a noi l'apostolo Paolo. Risvegliamoci dal sonno, dal ripiegamento su noi stessi e camminiamo verso la luce della Pasqua.

Comportiamoci come i figli della luce; cantiamo e lodiamo il Signore per quello che ha operato e continua ad operare nella nostra vita: "Questa è l'opera del Signore, una meraviglia ai nostri occhi" (Salmo 118,23).