parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 17/02/02
1ª domenica di Quaresima - anno A
 
Letture: Genesi 2, 7-9; 3, 1-7; Salmo 50; Romani 5, 12-19; Matteo 4 1-11.

Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo

dal Vangelo di Matteo, capitolo 4 versetti 1-11

1Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. 2E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame.

3 Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane". 4 Ma egli rispose: "Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio".

5Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio 6e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede". 7Gesù gli rispose: "Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo".

8Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: 9 "Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai". 10 Ma Gesù gli rispose: "Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto".

11Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.

VIVERE NELLE TENTAZIONI AGENDO DA FIGLI DI DIO

"I quaranta giorni della Quaresima

I quaranta giorni della Quaresima ricordano il tempo della peregrinazione del popolo di Dio nel deserto, dopo la liberazione dalla schiavitù del faraone. Fu un viaggio lungo e tormentato che durò quaranta anni: il popolo guidato da Mosè più volte si allontanò dal Signore, dubitò del suo amore, lamentandosi di Dio e disobbedendo ai suoi insegnamenti. Ma seppe riconoscere il suo peccato, chiedere perdono e riprendere il cammino.

All'inizio dei Vangeli sinottici (vangeli di Matteo, Marco e Luca) troviamo la pagina delle tentazioni che concentra in poche ore quello che è avvenuto in tutta la vita di Gesù fino alla sua morte in croce. Egli ci viene presentato mentre si trova nel deserto dove rimane per quaranta giorni e quaranta notti, "condotto dallo Spirito per essere tentato dal diavolo" - come annota Matteo (4,1).

La tentazione di una vita autonoma da Dio

La tentazione dei primi uomini che disobbedendo a Dio si allontanano dal loro Creatore è la tentazione che ha conosciuto anche il popolo di Dio nel cammino del deserto verso la terra promessa loro da Dio. E Gesù ha voluto sperimentare nella sua vita e morte quello che sinteticamente ci viene descritto nella pagina delle tentazioni.

Le nostre tentazioni sono le stesse dei primi uomini, Adamo ed Eva; le stesse che il popolo di Dio provò durante il trasferimento dall'Egitto alla terra promessa. E Gesù sperimentando le stesse tentazioni ha voluto insegnarci come esse vanno affrontate perché la nostra umanità non venga compromessa ma si sviluppi secondo il disegno di Dio che ci ha creati.

Le tre tentazioni ci descrivono tre modi di allontanarsi da Dio nelle diverse situazioni che ci troviamo a vivere e nei desideri disordinati che vengono risvegliati in noi.

Il diavolo, il padre di ogni divisione, il maligno, non si fa tanto vedere quanto piuttosto sentire. Ed è facile sentire come proprio istinto e desiderio una voce che viene dal nemico di Dio. Il progetto è la divisione del figlio dal Padre, dell'uomo da Dio.

Il "Figlio" è colui che ascolta

"Dopo quaranta giorni di digiuno Gesù ebbe fame. Il diavolo si accostò e gli disse: Se sei Figlio di Dio, di' che questi sassi diventino pane". Anche sulla croce la stessa voce - che parlava per mezzo dei passanti, dei sommi sacerdoti e degli anziani, degli stessi malfattori crocifissi con lui - gli dice: "Se sei Figlio di Dio, scendi ora dalla croce!" (Matteo 27, 40-44).

La tentazione consiste nel fraintendere la figliolanza di Dio quale capacità ad operare miracoli. Gesù ci insegna che essere Figlio significa essere pronti ad ascoltare la voce di Dio e a rimettere ogni cosa a lui.

Avere una fede che permane anche nei momenti più difficili

Nella seconda tentazione il diavolo dice a Gesù, portato sul tetto del tempio nel punto più alto: "Se sei figlio di Dio, buttati giù … e gli angeli ti sorreggeranno con le loro mani". Anche a Massa, nel deserto, Israele dubita di Dio perché non vede il miracolo verificarsi subito. Gesù ci insegna ad avere una fede che resta fedele a Dio anche quando il miracolo non accade.

Anche al Calvario Gesù rifiuta di scendere dalla croce e pur provando l'abbandono di Dio, muore da figlio di Dio senza un miracolo visibile, in profonda unione con il Padre suo.

Il potere di questo mondo e il fascino dell' "onnipotenza"

La terza tentazione è quella del potere di questo mondo offerta dal maligno. Qui si compie la scelta di essere figli del potere di questo mondo, il potere delle tenebre, o figli del potere di Dio.
In Gesù "vero Dio" che respinge la tentazione di "diventare come Dio" (Genesi 3,5) offerta ai nostri progenitori, di possedere il potere e assicurarsi il successo, noi troviamo la via per essere "vero uomo".

Un uomo "sfigurato"

La preoccupazione di soddisfare prima di tutto e soprattutto i propri bisogni, la ricerca insistente del successo e del potere di questo mondo, sfigurano e stravolgono il volto del vero uomo.

Lo vediamo in tante situazioni concrete della vita e della società di oggi: uomini che si sono creduti forti - e chi non si è creduto almeno per qualche tempo forte? - nel tempo della debolezza sperimentano l'abbandono e la dimenticanza di persone un tempo loro vicine; gruppi ricchi e potenti che trascurano popolazioni e paesi che si dibattono fra la vita e la morte.

Ritrovare la nostra vera identità

La rinascita dell'uomo, ritrovare la propria vera identità: questo è il senso più profondo delle domande che ci pone la Quaresima, tempo di sosta, di riflessione, che invita a rientrare in noi stessi. Il deserto rappresenta il luogo della vita dove conosciamo la tentazione di essere autonomi da Dio; ma è anche il luogo dove nel silenzio possiamo scoprire o riscoprire la nostra vera appartenenza e la direzione del nostro cammino.

Un digiuno "salutare"

Il digiuno di Gesù nel deserto per quaranta giorni invita anche noi al digiuno, una parola che sembra poco adatta all'uomo occidentale dei nostri tempi - che di tempo in tempo deve però sottoporsi a una dieta dimagrante specialmente all'avvicinarsi dell'estate! - .
Nella sobrietà di cibi, di evasioni, ma anche sobrietà da un iperattivismo che ci nevrotizza, troviamo lo spazio della preghiera, della meditazione della Parola di Dio (Gesù risponde alle diverse tentazioni con la Parola di Dio).

Questa sobrietà ci aiuterà a risparmiare per dare ai poveri, ci aiuterà a essere meno agitati e a rapportarci con gli altri non fra litigi e contese ma nella mitezza e nella concordia (cfr. Isaia 58,4-8).