parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 6/01/02
Epifania del Signore
 
Letture: Isaia 60, 1-6; Salmo 71; Efesini 3, 2-3.5-6; Matteo 2, 1-12.

I magi seguono la stella e incontrano il bambino con sua madre

dal Vangelo di Matteo, capitolo 2 versetti 1-12

1Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode.

Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: 2"Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo".

3All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia.

5Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: 6 E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele.

7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme esortandoli: "Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo".

9Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.

10Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.

12Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.

LA NOSTRA VERA RICCHEZZA:
IL VANGELO DA VIVERE E COMUNICARE

Ci sono persone che cercano

Celebriamo oggi la festa dell'Epifania, parola di origine greca che significa manifestazione, manifestazione del Signore. I magi che vengono dall'Oriente a Gerusalemme in cerca del Signore indicano tutti i popoli della terra a cui Gesù si vuole manifestare.

Questo mondo di oggi - lo abbiamo detto altre volte - certamente è un mondo complesso, non facile da capire, con tante contraddizioni e differenze. Ma in ogni parte del mondo, in ogni nazione e città ci sono uomini e donne che scrutano il cielo come quei magi che giungono a Gerusalemme chiedendo: "Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo" (Matteo 2, 2). Hanno visto un segno nel cielo, hanno visto qualcosa che li ha attirati, li ha fatti interrogare smuovendo qualcosa nel proprio cuore, e si sono messi in cammino, in ricerca.

Sappiamo noi accogliere quelli che cercano Dio?

Gerusalemme è la città santa, dove si trova il tempio, la casa di Dio, ci sono quelli che studiano le Scritture, oltre a quelli che detengono il potere.

In questa pagina evangelica troviamo una chiusura, una indisponibilità in quelli che avrebbero dovuto accogliere e accompagnare questi ricercatori di Dio. "Il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme", mentre quelli che conoscono le Scritture si limitano a dare una risposta esatta, ma senza lasciarsi coinvolgere.

È facile che per noi la religione, il nostro rapporto con Dio, divenga un'abitudine, una sicurezza, un possesso vissuto spesso in maniera scontata e tranquilla. Credere in Dio è una esperienza di vita, un incontro che ribalta i nostri schemi, i nostri modi di vedere: è l'incontro con un Dio che si fa piccolo e debole, che si manifesta piccolo e debole e rimette in discussione visioni consolidate della vita, di quello che vale, delle strade da percorrere per vivere bene in una società che sia aperta e accogliente, dove ci sia posto per tutti.

Una Chiesa che si lascia interrogare e provocare

Le nostre comunità cristiane sono oggi provocate da questi magi che vengono da lontano: anche oggi ci sono uomini e donne che cercano, che ci interrogano in modo concreto sulla nostra fede. E si risponde non con delle frasi, con dei discorsi teorici anche se esatti, occorre mettersi in cammino con loro e andare incontro a quel bambino che comunica "una grandissima gioia".

L'incontro con Dio che si fa uomo, che nasce in una mangiatoia, è stato per tanti di noi, in questo Natale, l'incontro con tanti amici poveri: ci siamo seduti a tavola con loro, ci siamo messi a servirli; e questo ha allargato il cuore, ci ha fatto guardare a tante persone che sono escluse, vivono ai margini, considerate di nessun valore.

Tante volte ci accontentiamo di vivere giornate grigie, mentre abbiamo una luce che ha il potere di trasformarci, riscaldarci, darci gioia e comunicare gioia. "Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla su di te" proclama il profeta Isaia (60,1). Il Signore è nostra luce e nostra forza, con lui siamo nella luce e camminiamo nella luce.

Riscoprire la nostra vera identità

"Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te" (Isaia 60,4): il nostro paese, il nostro continente ha una ricchezza che è la fede, il Vangelo che a volte può diventare come un bene messo in soffitta. Noi abbiamo la luce, la luce del Vangelo, che illumina, riscalda, indica la strada.

Sono tanti che vengono a cercare nella nostra Europa un futuro migliore, un modo più dignitoso di vivere, fuggendo da paesi dove manca il necessario, manca la pace, dove è difficile vivere. Il tesoro del Vangelo ci fa superare le paure, le chiusure e porta a costruire una società senza muri, dove è possibile vivere insieme essendo diversi.

Quei doni che i magi offrono al bambino tenuto in braccia da sua madre ci inducono a riflettere, a guardare dentro di noi. L'oro, l'incenso e la mirra. L'oro significa riconoscere il Signore come re della nostra vita; l'incenso significa la preghiera con cui ci rivolgiamo a lui, nostro Dio; la mirra indica che egli è voluto diventare uomo come noi per innalzare la nostra umanità accanto a sé, per darle un profumo nuovo di vita, di amicizia vera, di comunione gli uni con gli altri.

Essere ogni giorno in cammino, guidati dal Vangelo

La venuta dei magi è per noi l'invito ad essere una Chiesa che si mette in cammino ogni giorno guidati dalla luce della stella, che per noi è il Vangelo; una Chiesa che non si turba davanti a chi viene da lontano e ci interroga, ma che ascolta le domande di quelli che ci cercano, ci fanno domande per la loro vita - e sono tanti mentre a volte noi nemmeno ci accorgiamo di loro - e ci chiedono di accompagnarli incontro al Signore, che ancora non conoscono, perché cercano una vita che dia gioia, dove si possa stare insieme senza lotte, senza guerra, ma in pace.

La Chiesa - lo vediamo più chiaramente davanti a questa pagina del Vangelo - è una famiglia che cresce, che deve crescere e vuole crescere. Vede venire da vari luoghi persone di ogni condizione, età, razza e prova gioia. La Chiesa deve diventare sempre più immagine di un mondo che abbatte i muri di separazione, che dice concretamente che è possibile vivere bene insieme essendo diversi.

Questa Parola che diventa carne nella nostra vita ci dilata il cuore, ci riempie di gioia, ci fa essere come Maria, ben contenta di mostrare il suo figlio a quelli che cercano da lui la risposta a tante domande e con lui vogliono vivere una vita vera, ricca di umanità, in cammino ogni giorno verso il regno di Dio.