Domenica 2ª del tempo di avvento /A

9
dicembre
2001
Letture: Isaia 11, 1-10; Salmo 71; Romani 15, 4-9; Matteo 3, 1-12.

Giovanni Battista

dal Vangelo di Matteo, capitolo 3 versetti 1-12

1In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, 2dicendo:
"Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!".
3Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse:
Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!

4Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico. 5Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; 6e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano.

7Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: "Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente? 8Fate dunque frutti degni di conversione, 9e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre.
10Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. 11Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non sono degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. 12Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile".

RISCOPRIAMO IL DIGIUNO E LA PREGHIERA

In controcorrente al consumismo

Nel periodo che precede le grandi feste cristiane sembra accentuarsi la tendenza al consumismo tipico delle nostre società occidentali. Lo vediamo tutti in queste settimane che precedono il Natale.

Ma per noi queste settimane costituiscono il tempo di Avvento, tempo non solo di preparazione al Natale, ma tempo che ci invita a orientare tutta la nostra vita alla venuta del Signore.

Quasi in contrapposizione al clima prenatalizio di questi giorni, la liturgia ci mette davanti la figura di Giovanni Battista, un uomo tutt'altro che consumista: si è ritirato nel deserto, veste in modo molto povero con un mantello intessuto di peli di cammello e una cintura di pelle che gli scende sul davanti; si nutre di insetti commestibili e della radice di una pianta che si trova nel deserto, chiamata dai padri "miele selvatico".

Che cosa ci viene a dire quest'uomo non alla moda e non consumista?
"Convertitevi, perché il regno dei cieli e vicino!". Egli è "voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri".

L'invito di Papa Giovanni Paolo II

Dal Papa Giovanni Paolo II viene l'invito a riscoprire il tempo di Avvento come tempo di digiuno, di preghiera, di pellegrinaggio. Un invito a imparare, come Giovanni Battista, sobri nel vestito e nel cibo e far giungere ai poveri quanto risparmiamo, come scelta di solidarietà verso di loro.

Dal Papa ci viene l'invito a vivere il prossimo 14 dicembre come giorno di digiuno, durante il quale pregare con forza il Signore perché conceda al mondo una pace stabile, fondata sulla giustizia; e l'invito a vivere questo tempo di avvento come cammino di conversione del cuore, compiendo un pellegrinaggio interiore.

La coincidenza del digiuno col giorno in cui anche i musulmani digiunano nel mese del Ramadan, ci aiuta a comprendere il sogno di Isaia verso un tempo di pace e di comunione:

"Il lupo dimorerà insieme con l'agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. La vacca e l'orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca dell'aspide; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi" (Isaia 11,6-8).

Invito alla conversione

Abbiamo tanti pregiudizi da dimettere, tanti pensieri di contrapposizione e di scontro da abbandonare, tante durezze da smussare.

La conversione a cui ci invita Giovanni Battista è un cammino interiore dalla violenza alla giustizia e alla pace. La compagnia quotidiana della Parola del Signore ci guida, ci istruisce sul cammino da compiere (Romani 15,4), ci porta a fissare il nostro sguardo sul Signore che ci fa conoscere e ci dona il suo spirito di sapienza, di intelligenza; la mitezza, la giustizia, la misericordia.

La penitenza, il digiuno e la preghiera liberano il cuore da tante cose che ingombrano e fanno spazio al Signore perché venga in noi. E nel cuore di ciascuno inizia il cammino verso la pace. C'è tanto bisogno di pace in questo momento, in questo tempo in cui essa è estremamente fragile; in tanti luoghi dove c'è la guerra, la si attende come una luce attesa dopo una lunga notte.

Ognuno di noi, nutrendosi della Parola di Dio, nella preghiera, trasformato dal fuoco dello Spirito, può diventare il grano buono di cui ci parla Giovanni. Possiamo così diventare un cibo nutriente per chi è in cerca di senso per la sua vita; non essere come paglia che viene portata via dal vento, che non conta niente, ma grano che permette ai tanti affamati di questo mondo di sfamarsi con un cibo che nutre.

La preoccupazione di molti, oggi, in Occidente non è di mangiare per vivere, ma di vivere per mangiare. Il mangiare, il bere, il possedere diventano lo scopo, il contenuto, la preoccupazione principale dell'esistenza. E il prossimo, specialmente i deboli e i sofferenti, diventano una immagine lontana e sbiadita, percepita con indifferenza.

Una presenza incisiva dei cristiani

La parola evangelica di oggi, l'invito sobrio di Giovanni Battista, ci risveglia dal sonno, dall'incoscienza, e ci spinge a lasciarci condurre dallo Spirito che è come un fuoco che purifica e riscalda, che illumina e conduce al Signore.

La nostra presenza come cristiani, come Chiesa nel mondo di oggi, sarà una luce che indica il cammino, che rischiara il buio di chi non vede un futuro; sarà come una strada di pace su cui camminare insieme incontro al Signore.


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