dal
Vangelo di Matteo cap. 5, versetti 1-12
1Vedendo
le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere,
gli si avvicinarono i suoi discepoli.
2Prendendo
allora la parola, li ammaestrava dicendo:
3"Beati i poveri in spirito, perché di essi è
il regno dei cieli.
4Beati
gli afflitti, perché saranno consolati.
5Beati i miti, perché erediteranno la terra.
6Beati
quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno
saziati.
7Beati
i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
8Beati
i puri di cuore, perché vedranno Dio.
9Beati
gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
10Beati
i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi
è il regno dei cieli.
11Beati
voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno
ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
12Rallegratevi
ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa
nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima
di voi.
|
CONTINUARE
LA STORIA DEI SANTI ED IMITARLI
|
|
Una luce che viene dall'Oriente
"Un
angelo saliva dall'oriente e aveva il sigillo del Dio vivente"
(Apocalisse 7,2).
Mentre
sentiamo venire proprio dall'Oriente rumori di guerra, scontri e
violenze, la visione dell'Apocalisse ci riporta a quell'Oriente
dove il Signore ha fatto sentire la sua voce e ha dato inizio a
un popolo che cerca la pace che viene da lui.
In
Oriente il Signore ha chiamato Abramo, padre di tutti i credenti;
in Oriente è iniziata da storia dell'incarnazione, di Dio
che scende in mezzo a noi facendosi uomo in Gesù; in Oriente
è iniziata la vita della Chiesa che si è diffusa in
ogni parte del mondo, attraendo con la forza del Vangelo donne e
uomini al Signore, di ogni età, condizione, popolo e razza.
Un
esercito disarmato e forte
In
un mondo che in ogni tempo conosce scontri, guerre, violenze, Dio
si è andato formando un popolo di discepoli che man mano
è diventato un grande esercito lungo la storia. È
un esercito che non porta armi, ma un piccolo libro che poco a poco
è sceso dentro ognuno di loro rigenerandoli, e facendoli
muovere e vivere in mezzo agli altri per strade diverse da quelle
"normali" e istintive. Questo piccolo libro che hanno
tutti fra le mani è il Vangelo, lo stesso che noi apriamo
ogni volta che ci riuniamo nella casa del Signore e che abbiamo
imparato ad aprire anche nel segreto della nostra preghiera personale.
Oggi
la Chiesa ci fa guardare e contemplare questa grande folla, che
non è anonima, è un popolo di persone che hanno camminato
insieme, perché anche noi impariamo a camminare insieme con
la forza che viene da quel piccolo libro.
Alcuni
volti che conosciamo
E
guardando in mezzo a quel grande popolo riusciamo a vedere dei volti
che ci sono familiari: da quelli dei primi discepoli che hanno seguito
il Signore - i dodici apostoli - i quattro evangelisti, Matteo,
Marco, Luca e Giovanni in particolare; e poi le donne che hanno
seguito Gesù in quei primi tempi, come sua madre Maria che
troviamo sino ai piedi della croce, le due sorelle Marta e Maria,
il fratello Lazzaro. E poi Lazzaro, Zaccheo e tanti altri. E c'è
un uomo di aspetto non imponente, ma che ha fatto nascere tante
comunità proprio all'inizio della diffusione del Vangelo:
è Paolo innamorato di Gesù e del Vangelo, portato
in tutto il mondo allora conosciuto.
Ma
poi scendendo lungo i secoli, fino ai giorni nostri, vediamo alcuni
che abbiamo imparato a conoscere: Benedetto, Gregorio Magno, Francesco
d'Assisi (siamo agli inizi del 1200), che mentre i cristiani vanno
a combattere contro i musulmani, sceglie la via dell'incontro e
del dialogo e va solo e disarmato, come messaggero di pace, davanti
al sultano a Damietta in Egitto.
E
venendo ai giorni nostri, vediamo fratel Carlo di Gesù
e poi piccola sorella Magdeleine
papa Giovanni
mons.
Romero ucciso tra la croce e l'altare al momento dell'offertorio
nel 1980.
Chi
sono tutti questi?
Potremmo
dire: sono quelli delle "Beatitudini" del Vangelo che
si proclama oggi: donne e uomini umili di spirito, poveri nel cuore,
che hanno cercato la loro forza nella parola del Vangelo. E sono
stati trasformati da questa parola: sono diventati pazienti, misericordiosi,
gioiosi. Hanno sofferto con chi soffriva, hanno avuto fame e sete
della giustizia e hanno lottato per essa. Il Signore Gesù
li ha resi miti di cuore come lui, misericordiosi come il Padre
buono e misericordioso della parabola del Vangelo. Hanno operato
per la pace e sono diventati donne e uomini di pace.
Essi
ci vengono incontro, particolarmente oggi, e ci dicono:
"Perché
siete affannati, agitati? Perché vi comportate ancora con
durezza e animosità fra di voi? Perché vi agitate?
Voi avete iniziato un cammino col Signore, cercando nel suo Vangelo
la chiave della vita. Continuate con più coraggio e decisione
questo cammino intrapreso.
Unendo
la vostra vita a quella del Signore, i vostri dubbi e le vostre
paure, i vostri scoraggiamenti verranno superati. Non vi abbattete,
non cadete prigionieri del pessimismo. Noi abbiamo creduto nel Signore
ed egli ci ha liberati da ogni incertezza e scoraggiamento, anche
nella persecuzione.
Questo
vostro (e anche nostro) mondo vi fa essere pessimisti. Il piccolo
libro del Vangelo apre alla gioia e alla fiducia. Apritevi all'ottimismo
della vita che sgorga dal Vangelo.
Purificate
voi stessi da ogni prepotenza, discordia, divisione. Cercate ciò
che unisce, disarmate i vostri cuori dall'idolatria di voi stessi
che si manifesta nel protagonismo. Inoltratevi nella via della mitezza,
che vi dà gioia, pace, fiducia e vi rende teneri e compassionevoli".
Un
invito da accogliere
Accogliamo
questo invito bello, continuiamo nella via del Vangelo, sosteniamoci
a vicenda nelle difficoltà, viviamo solidali con tutti quelli
che oggi vivono nello Spirito del Signore, a qualunque realtà
spirituale ed umana appartengano. "Chi non è contro
di noi è con noi" - dice il Signore (Marco 9,40).
In
questo tempo nel quale il Signore ci fa vivere, c'è bisogno
di testimoni che manifestano la forza buona del Vangelo delle Beatitudini.
Mentre molti, specialmente dopo i recenti e terribili atti di violenza
terroristica, sembrano cercare la soluzione nello scontro specialmente,
noi non siamo dei patetici illusi, ma i continuatori di quel popolo
nato attorno alla chiamata del Signore, sin dai tempi di Abramo.
Con
la compagnia gioiosa di tanti amici provenienti da ogni luogo, che
ci hanno preceduto e ci accompagnano, rinfranchiamo le nostre braccia,
rinnoviamo la nostra scelta di vivere per il Vangelo.
Camminiamo
insieme tenendoci per mano, diffondendo ovunque semi di pace, di
comprensione, di affetto solidale.
Che
si possa dire di noi: "Ecco la generazione che cerca il
Signore" (salmo 24,6).
Gloria,
onore e potenza a Colui che può trasformare la nostra vita!
|