Domenica 29ª del tempo ordinario /C

21
ottobre
2001
Letture bibliche: Esodo 17, 8-13; salmo 120; 2Timoteo 3,14 - 4,2; Luca 18, 1-8.

La preghiera di Gesù

dal Vangelo di Luca cap. 18, versetti 1-8

1Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: 2"C`era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. 3In quella città c`era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario.

4Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, 5poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi".

6E il Signore soggiunse: "Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. 7E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? 8Vi dico che farà loro giustizia prontamente.

Ma il Figlio dell`uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?".

LA NECESSITA' DI PREGARE SEMPRE

La necessità di pregare sempre

Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi. Abbiamo pregato con il salmo 120: "Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l'aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra".

Se guardiamo al mondo, alle forze che sembrano dominarlo, alla forza del male, al grande peso di tante realtà, che sembrano potenti, che sembra non si possano vincere, cambiare, muovere - come i monti - ci chiediamo davvero: da dove verrà l'aiuto?

Tanti si chiedono, particolarmente in questo tempo: da dove ci verrà l'aiuto? E il salmo risponde: "Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra".

Davanti ai monti dell'ostilità tra gli uomini, ai "monti" della guerra, dell'ingiustizia, della solitudine, del dolore, che sembra impossibile spostare o cambiare, la Parola del Signore ci annuncia che l'aiuto viene dal Signore, ci dice che c'è un aiuto e che gli uomini non sono abbandonati a loro stessi.

Dio non ha abbandonato il mondo e, con il suo aiuto, potremo cambiare il paesaggio che ora sembra aspro, ostile, violento…

Un mondo in cui non c'è giustizia

La realtà di questo nostro mondo, è simile a quella di cui ci parla il Vangelo che oggi abbiamo ascoltato: c'è una città senza giustizia, dove un giudice iniquo, che non teme Dio e non ha riguardo per nessuno, amministra la giustizia. È un mondo in cui non c'è giustizia, perché gli uomini non temono Dio e non hanno riguardo per i loro simili, specialmente per i più deboli.

Ma, in questa città, e in questo mondo, c'è una donna, una donna particolarmente debole, una vedova, che torna sempre a chiedere giustizia. In questo mondo senza giustizia, c'è una voce che chiede giustizia, sempre, senza stancarsi. È la voce della vedova, la voce debole della vedova, che non ha mezzi potenti, quelli dei forti, quelli dei grandi di questo mondo. La sua voce è in mezzo ad altre voci, voci di vedove, di orfani, di profughi, di affamati, di soli… la sua voce raccoglie tutte queste voci, per portarle davanti a Dio e agli uomini.

La voce della preghiera

È la voce della preghiera, che sale a Dio, oltre i monti, oltre quelli che sembrano limiti invalicabili, oltre le barriere di ferro, oltre le nuvole di fuoco della guerra. È la voce della preghiera della Chiesa, è la voce della preghiera della comunità, voce debole ma forte, voce insistente, che vince il male con la forza debole del bene. Tanto che alla fine il giudice iniquo si piega, per la sua insistenza.

Il nostro futuro, infatti, sarà la pace. "E Dio - dice Gesù - non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?". Il nostro futuro sarà la pace, perché Dio così vuole.

Sostenere "la vedova" con la nostra preghiera

A noi resta questa domanda di Gesù, rivolta a tutti noi, a ciascuno di noi: è la richiesta di sostenere la preghiera della vedova, come quel giorno, Aronne e Cur sostennero le braccia alzate di Mosè che pregava, le braccia stanche del profeta, che pregava il Signore per la salvezza del suo popolo, in un momento di grande pericolo.

Ognuno di noi è chiamato a sostenere quelle braccia che si tendono verso Dio, le braccia dell'Africa che tende le sue mani a Dio, le braccia dei poveri, che non hanno più voce per chiedere aiuto, le braccia della nostra comunità, che invoca la pace e lavora per la pace…

"Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?", chiede Gesù.

C'è nel nostro cuore quella fede, piccola come un granellino di senapa, capace però di spostare le montagne? C'è nella nostra vita, nelle nostre giornate, ora pigre, ora agitate, quella fedeltà alla preghiera, quell'insistenza, che non si stanca, perché ha fiducia nella promessa che il Signore ci fa?

"E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente".

Chiamata alla fiducia

In questo tempo, in cui la paura sembra dominare la vita di tanti, e quando tanti sembrano chiedere cosa pensare, cosa sperare, cosa aspettarsi, cosa credere, la Parola del Signore ci rinnova la chiamata alla fiducia: non è ripiegandosi su di sé, non è alzando mura di difesa che si può proteggere la propria vita.

Chi, infatti, può aggiungere un giorno solo alla sua vita, per quanto si dia pensiero? Il nostro aiuto è nel Signore, la nostra difesa è nel Signore:

"Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode. Non si addormenterà, non prenderà sonno, il custode d'Israele. Il Signore è il tuo custode, il Signore è come ombra che ti copre, e sta alla tua destra…".

In questo tempo di paura, che invita all'egoismo, noi non cessiamo di sperare e di pregare il Signore, non smettiamo di attendere la pace, non smettiamo di lavorare per la pace e per il dialogo. In questo tempo, consapevoli del dolore e della tristezza nella vita di tanti, noi sappiamo di poter confidare nel Signore, che è nostra difesa e nostro Padre misericordioso.

Con gratitudine, guardiamo al Signore che ci ha chiamati nella chiesa, raccolti nella sua comunità, ci accompagna con la sua Parola, fiduciosi che egli farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e non li farà a lungo aspettare.


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