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Il
Signore Gesù
ci svela il pensiero di Dio
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dal
Vangelo di Luca cap. 14, versetti 25-33
25Siccome molta gente andava con Gesù, egli si voltò
e disse:
26"Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie,
i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può
essere mio discepolo.
27Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può
essere mio discepolo.
28Chi
di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne
la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? 29Per evitare
che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti
coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: 30Costui ha iniziato
a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro.
31Oppure
quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima
a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli
viene incontro con ventimila? 32Se no, mentre l'altro è ancora
lontano, gli manda un'ambasceria per la pace.
33Così
chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può
essere mio discepolo.
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ESSERE
VERI CRISTIANI NEL MONDO DI OGGI
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Guardando
a un mondo più vasto
Mentre ognuno di
noi vive la vita di ogni giorno, dentro l'orizzonte delle nostre
cose, c'è un mondo più vasto attorno, che è
come sottratto alla nostra vista.
E quando - per esempio
- vediamo tanti stranieri provenienti dal Sud del mondo e dall'Est
dell'Europa, riversarsi nel nostro paese (ma molto di più
in tanti altri paesi europei), non comprendiamo. Alcuni dicono che
bisogna ricacciare indietro queste persone che vengono ad invaderci.
Ma queste cosiddette
"invasioni" hanno dietro drammi di intere nazioni, di
popoli che vivono nella più grande miseria e parlano le nostre
lingue europee - francese, inglese, spagnolo, portoghese - perché
sono stati colonizzati da paesi europei. Queste popolazioni fuggono
dalle loro terre perché non ce la fanno a vivere e sono state
dimenticate dai paesi ricchi del Nord del mondo.
La
parola forte e chiara del Vangelo
In questa realtà
grande e complessa, di cui pochi si interessano e che pochi comprendono,
il Signore Gesù parla a noi col suo Vangelo e chiede a quelli
che si dicono cristiani di "diventare suoi discepoli".
Ma come si diventa
e si vive da discepoli del Signore?
"Se uno viene
a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli,
le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio
discepolo" (Luca 14,25).
Che significano queste
parole così forti e a prima vista esagerate, quasi inaccettabili?
Il Signore ci dice
che la sua parola, il Vangelo, non è un'aggiunta alla nostra
vita, un di più: è una rivoluzione di affetti, di
rapporti. Si diventa discepoli del Signore operando un distacco
da noi stessi, dalla nostra cultura, dalla gerarchia dei nostri
affetti.
Pensiamo alle parole
rivolte da Dio ad Abramo, il primo di tutti i credenti, il padre
di tutti i credenti: "Esci dalla tua terra, dalla tua parentela
e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti mostrerò"
(Genesi 12,1).
È un distacco
dalle proprie concezioni della vita, dal proprio piccolo mondo a
noi tanto caro e tanto familiare, un distacco dal tenere gli occhi
concentrati su noi stessi, per entrare in un'altra logica, un nuovo
modo di vedere e di essere.
La
nuova terra che il Signore ci mostra e verso cui ci conduce
Quale è questa
terra che il Signore mostrerà ai suoi discepoli?
È una terra
che si viene scoprendo incamminandosi col vangelo dietro il Signore
Gesù. Una terra dove, mano a mano che si ascolta il Signore
e si comincia ad operare con lui, cadono di volta in volta visioni
ristrette, esclusione di persone, muri di pregiudizi e di indifferenza
che dividono i poveri dai ricchi, i deboli dai forti, gli stranieri
dai nazionali. Ma abbattono anche i muri che si creano fra persone
della stessa etnia, dello stesso quartiere, dello stesso ambito
di lavoro.
E si viene creando
poco a poco una nuova umanità, che dialoga, che si guarda
negli occhi e si ascolta, che impara a sentire come suoi anche i
problemi degli altri. È questa la terra nuova che il Signore
fa trovare a quelli che si mettono in cammino con Lui.
Oggi, almeno nel
nostro paese, non sono pochi quelli che si dicono cristiani. Ma
si è cristiani con poco Vangelo o senza Vangelo; si è
cristiani con una fede che non ci rende fratelli, attenti gli uni
agli altri. Si vive la propria fede in modo individuale e abitudinario.
Mentre il Vangelo
viene a creare fra di noi una comunione profonda che ci fa parlare
la stessa lingua, ci dona occhi nuovi che fanno vedere in modo più
profondo e più largo.
Fermarsi
a riflettere e scegliere di seguire il Signore
Le due parabole raccontate
da Gesù - quella di colui che vuole costruire una torre e
quella di un re che vuole muovere guerra ad un altro re - ci invitano
a riflettere seriamente sul nostro modo di essere cristiani.
Se vogliamo seguire
Gesù come suoi discepoli, accogliamo l'appello a riflettere
che ci giunge a lui. Essere cristiani è una cosa seria, chiama
a mettere tutto in gioco, anche la propria vita e i propri beni,
pur di portare a termine tale scelta.
Leggiamo il Vangelo
ogni giorno; ascoltiamo le sue parole quando ci raccogliamo insieme
per la santa liturgia. E comprenderemo sempre di più che
la nostra vita non dipende da quello che abbiamo, da quello che
riusciamo a comprare, dai luoghi più "in" dove
siamo andati in vacanza.
Il senso nuovo della
vita lo troviamo col Signore, nel suo cammino appassionato per incontrare
persone di ogni condizione, per entrare in rapporto con loro e uscire
noi e loro dal nostro isolamento.
Sia questo il nostro
cammino come Chiesa, nel luogo in cui ci troviamo a vivere e ad
operare, nel tempo che abbiamo davanti.
Fermiamoci davanti
a questo tempo, ai giorni che si succedono e riflettiamo con la
parola del Signore: è molto fruttuoso per noi, in un'epoca
in cui ci si ferma poco a riflettere, a pensare sul significato
della nostra vita. Dice il salmo che si legge nella liturgia di
oggi: "Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla
sapienza del cuore" (Salmo 89,12).
Veramente il Signore
ci darà la sua sapienza, ci farà conoscere il suo
pensiero, raddrizzerà i sentieri della nostra vita e ci farà
camminare verso la terra buona che egli ha promesso.
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