dal
Vangelo di Luca cap. 12, versetti 32-40
32Gesù disse ai suoi discepoli:
Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è
piaciuto di darvi il suo regno.
33Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse
che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri
non arrivano e la tignola non consuma. 34Perché dove è
il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
35Siate
pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; 36siate simili
a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per
aprirgli subito, appena arriva e bussa.
37Beati
quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli;
in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà
mettere a tavola e passerà a servirli.
38E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà
così, beati loro!
39Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora
viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40Anche voi
tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà
nell'ora che non pensate".
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VIVERE
CON LA FORZA DEL VANGELO
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Ascoltiamo
quanto ci dice il Signore
Settimana dopo settimana
la parola del Signore ci accompagna nel nostro cammino e ci aiuta
a camminare con Lui, a comprendere che significa vivere con Lui.
Il Vangelo di oggi
ci invita a guardare il nostro rapporto con le cose, i beni materiali.
Facilmente siamo raggiunti da inviti a possedere sempre di più,
a chiuderci dentro orizzonti che ci fanno pensare solo al nostro
benessere personale e presente.
Dice Gesù:
"Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi
borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove
i ladri non arrivano e la tignola non consuma" (Luca 12,34).
Non vivete - ci dice Gesù - dimentichi di quelli che hanno
meno di voi, di quelli che non si possono curare.
I poveri sono tanti:
non solo quelli che vediamo per le nostre strade, ma tutti quelli
che vengono da una storia di guerra: nei Balcani e in tanti paesi
dell'Africa. È di oggi la notizia di un attentato a un treno
in Angola con molti morti e tanti feriti. La guerra porta sempre
dietro di sé miseria, fame, povertà.
Aiutare
quelli che invocano e pregare per la pace
Ognuno di noi può
farsi "borse che non invecchiano e un tesoro dove i ladri
non arrivano" facendo giungere il suo aiuto, piccolo o
grande, a quelli che sono in grandi difficoltà.
La parola del Vangelo
ci dice di essere sempre pronti ad accogliere il Signore che ci
parla, che ci invita a invocare la pace per i tanti paesi che vivono
nella paura e nell'odio. Pensiamo alla situazione sempre più
difficile e ostile che si vive in questi giorni a Gerusalemme e
in tutta la Palestina tra ebrei ed arabi.
"Siate pronti
con la cintura ai fianchi e le lucerne accese": siate pronti
a sentire queste invocazioni di dolore, pregate insistentemente
perché nei cuori dove c'è l'odio venga il dialogo
e la pace; non dormite, non restate insensibili di fronte a questa
umanità lacerata.
Pregare per la pace
significa coinvolgersi di fronte ai mali di questo mondo, uscire
dall'indifferenza e muoversi come il Signore Gesù che è
venuto per riconciliare gli uomini.
La
forza dei discepoli di Gesù
Se pensiamo che come
credenti siamo deboli, non possiamo fare granché, ci sbagliamo.
Il Vangelo è una forza, il Signore - se noi l'invochiamo
con fiducia e insistenza - rende possibile quello che per gli uomini
è impossibile. "Non temere, piccolo gregge -
dice Gesù rivolto ai suoi discepoli - perché al
Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno".
È stato messo nelle nostre mani un potere, una forza che
nasce dal Vangelo. Leggiamo il Vangelo, ogni giorno, e lasciamo
che la nostra preghiera nasca dalle sue parole, davanti alle vicende
del nostro mondo.
Tanti uomini e donne
che hanno creduto prima di noi hanno sperimentato la forza che viene
dal credere alla parola del Signore, del suo Vangelo.
Che
significa avere fede
Avere fede significa
ascoltare la parola di Dio e aprirsi ai sentimenti e alla forza
che viene da essa. La fede non è un atto intellettuale, è
un ascolto fiducioso e un mettersi in cammino secondo quello che
ascoltiamo: come fece Abramo: "per fede Abramo, chiamato
da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere
in eredità" (Ebrei 11, 8).
I discepoli del Signore
che si affidano alla sua Parola sperimentano non solo una forza
mite e buona che viene da lui, ma sperimentano la compagnia e la
vicinanza in tutti i giorni della loro vita. È quello che
l'antico libro della Sapienza esprime con due immagini: "tu
desti al tuo popolo, Signore, una colonna di fuoco, come guida in
un viaggio sconosciuto e come un sole innocuo per il glorioso emigrare"
(Sapienza 8,3). Essere protetti di giorno dal sole cocente del deserto
con una nube e di notte con una colonna di fuoco che riscalda e
indica il cammino.
Usciamo da una religione
fatta di piccole abitudini religiose, scegliamo di credere a partire
dal Vangelo e lasciamo plasmare e guidare da questa parola ogni
giorno. Sperimenteremo ogni giorno cose nuove e belle per noi e
per quelli che ci circondano.
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