Domenica 17ª del tempo ordinario /C

29
luglio
2001

Letture bibliche: Genesi 18,20-21.23-32;Salmo 137;Colossesi 2,12-14;Luca 11,1-13.


Signore, insegnaci a pregare

dal Vangelo di Luca cap. 11, versetti 1-13

1Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli".
2Ed egli disse loro: "Quando pregate, dite:
Padre, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
4e perdonaci i nostri peccati,
perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore,
e non ci indurre in tentazione".

5Poi aggiunse: "Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; 7e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; 8vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.
9Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!".

IL RIPOSO CON DIO NEL TEMPO D'ESTATE

La preghiera nella vita di Gesù

Gesù, durante i tre anni della vita pubblica in Palestina, ha avuto giornate molto intense. Ci dicono i Vangeli che a volte non aveva nemmeno il tempo di mangiare qualcosa assieme ai suoi discepoli. Varie volte cercavano di appartarsi un po' per riposarsi insieme, ma non ci riuscivano perché la gente che cercava Gesù era tanta.

Ma il tempo per la preghiera Gesù lo ha sempre trovato: durante il giorno, a sera, durante la notte, di mattino all'alba prima di iniziare una nuova giornata. Per Gesù la preghiera era il suo dialogo quotidiano col Padre, un dialogo necessario sulle giornate vissute, sugli incontri, sulle difficoltà e incomprensioni, sulle tentazioni che venivano lungo il cammino.

E i discepoli, che stavano tutto il giorno con Gesù, vedevano il loro maestro appartarsi, ritirarsi spesso in un luogo solitario a pregare. E un giorno - come leggiamo nel vangelo di oggi - Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito gli chiedono: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli". E qui nasce la preghiera che conosciamo, il "Padre nostro", presentata dall'evangelista Matteo nella forma che noi usiamo, mentre Luca ci dà una versione più semplice e breve.

Forse noi preghiamo poco, forse preghiamo raramente, o non sappiamo pregare. Alcuni pregano solo in certi momenti, quando si sentono impotenti davanti alla malattia. Ci sono alcuni che "hanno litigato con Dio" perché una persona a loro cara è morta troppo presto.

Come pregare?

Ci chiediamo allora: perché pregare? Come pregare? Che cosa è la preghiera?

Guardando a Gesù, come ci viene presentato dai Vangeli, possiamo dire che la preghiera è un dialogo, è una relazione, un rapporto con Dio, un padre a cui io faccio continuamente riferimento.

Sono molti quelli che vedono come una divisione fra le cose della terra e le cose di Dio. Si vive come una separazione di ambiti: c'è un ambito terreno, umano che mi gestisco da solo; e c'è un ambito delle cose di Dio per le quali mi rivolgo a lui.

La realtà della preghiera come si manifesta nella preghiera del "Padre nostro" è molto diversa.

Per prima cosa Gesù ci chiama a conoscere e vivere con Dio lo stesso rapporto che egli vive: il rapporto tra padre e figlio, in cui tutto c'entra, tutto viene visto e vissuto insieme. Perciò diciamo "Padre nostro", "dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano".

La parabola di Luca 15, "il figlio prodigo", ci parla di un padre e di due figli, di un figlio che si allontana dal padre e finisce per vivere male, di una casa dove si sta insieme e tutto è comune - "Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo" dice il padre al figlio più grande che recrimina per la generosità e l'affetto con cui è stato accolto il fratello più giovane.

Non esiste una divisione fra le mie cose e le cose di Dio: esiste un rapporto, una relazione in cui tutto si vive insieme. Anzi il nostro rapporto con Dio è un raggio di luce che illumina tutte le cose che noi vediamo e viviamo, che illumina questo mondo e ci aiuta a comprenderlo.

La preghiera rende umani e interessati agli altri

Guardiamo al comportamento di Abramo davanti alle città di Sodoma e Gomorra che stanno per essere distrutte (Genesi 18, 20-32). Abramo sa della perversione e del peccato dei suoi abitanti, ma è mosso da un sentimento di compassione, di partecipazione che lo porta a pregare il suo Signore.

E dalla pagina della Genesi traspare una confidenza, una familiarità di Abramo con Dio. Una confidenza e una familiarità che crescono nella quotidianità del rapporto. E nella quotidianità comprendiamo la forza che ci viene dalla preghiera, conosciamo come siamo fatti, impariamo a guardare quello che accade intorno con gli occhi di Dio e impariamo ad avere i sentimenti di Dio come si sono manifestati in Gesù.

Spesso diciamo: ma io non so pregare. Aprire i Vangeli e leggere ogni giorno una pagina, prendere il libro dei salmi - sono 150 preghiere che si trovano nella Bibbia - e pregare con le parole di un salmo. È una esperienza semplice, che tutti possiamo fare. E poco a poco questa preghiera diventa un rapporto, una amicizia, e influenza e cambia il nostro modo di vedere, di pensare agli altri … ci cambia il cuore.

Il riposo nel tempo d'estate

In questo tempo d'estate in cui molti vivono un po' più di riposo e sono meno stretti dai ritmi della vita quotidiana e dal lavoro cerchiamo il riposo con Dio nella preghiera. Tante volte, nella nostra vita c'è silenzio, il silenzio della Parola di Dio.

Durante l'anno la fretta riempie la nostra vita di cose e di impegni per la paura di stare fermi e di guardare in faccia gli altri e noi stessi. E l'abitudine a non fermarsi diventa anche l'abitudine a non ascoltare e a non pregare.

Fermiamoci in questo tempo d'estate ad ascoltare il Signore attraverso la parola del Vangelo. Fermiamoci come fece il giovane Samuele (1 Samuele cap. 3, 1-10). Apriamo con attenzione, con amore, il Libro santo, con lo spirito di chi cerca di ascoltare e diciamo: "Parla, o Signore, perché il tuo servo ti ascolta". In quel Libro troviamo un grande tesoro che rende diversa tutta la nostra vita.


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