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Abramo
accoglie i tre forestieri
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dal
Vangelo di Luca cap. 10, versetti 38-42
38Mentre
erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una
donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa.
39Essa
aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di
Gesù, ascoltava la sua parola; 40Marta invece era tutta presa
dai molti servizi.
Pertanto,
fattasi avanti, disse:
"Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a
servire? Dille dunque che mi aiuti".
41Ma
Gesù le rispose:
"Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, 42ma
una sola è la cosa di cui c`è bisogno. Maria si è
scelta la parte migliore, che non le sarà tolta".
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LO
SPAZIO DI DIO NELLA NOSTRA VITA
E' "LA PARTE MIGLIORE"
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La
radice di ogni apertura e accoglienza
Le letture
di oggi ci parlano del patriarca Abramo che accoglie con gioia tre
pellegrini che giungono alla sua tenda nell'ora più calda
del giorno; e di due sorelle, Marta e Maria che accolgono Gesù
in casa loro: Marta però è tutta presa dai servizi
della casa, mentre Maria sceglie di mettersi ai piedi di Gesù
per ascoltare quello che egli dice.
Dalle
pagine della Genesi sappiamo che Abramo era uomo di preghiera fino
a parlare con Dio familiarmente, con confidenza e fiducia, come
si legge nel capitolo 18 della Genesi (versetti 20-32). E la gioia,
la prontezza, l'affetto con cui accoglie quei tre pellegrini in
un momento della giornata quando si sente voglia di stare un po'
a riposare per il caldo, questa gioia nasce proprio dalla sua relazione
intima e profonda con Dio. Infatti accogliendo quei tre forestieri
egli sta accogliendo il Signore stesso.
Nell'episodio
delle due sorelle, Marta e Maria, le parole di Gesù "Marta,
Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è
la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte
migliore, che non le sarà tolta" non sono un rimprovero
a Marta, perché quello che sta facendo è una cosa
buona. Sono piuttosto un invito a comprendere che la radice di ogni
vera apertura agli altri, di ogni accoglienza che parte dal cuore,
si radica nel Signore stesso da cui proviene ogni bene.
La
parte migliore nella nostra vita
"Maria
si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta".
Come può essere la parte migliore, nella propria vita, lo
stare ai piedi del Signore ad ascoltarlo? Per gli uomini di questo
tempo, specialmente per quelli delle società occidentali
molto sviluppate economicamente e tecnologicamente, il produttivismo,
il profitto, è diventato il valore primario e per esso bisogna
sempre darsi da fare. Infatti, quando quest'uomo superattivo non
riesce più a produrre, a fare, si sente inutile, si sente
perso. Pensiamo alla situazione di tante persone che hanno lavorato
per decenni e quando viene il tempo della pensione, non sanno più
come impegnare il tempo, come riempire le proprie giornate.
Dal
Vangelo di oggi sentiamo il Signore rivolgersi a noi: "va bene
spendere tempo per svolgere la propria attività, va bene
darsi da fare per quello che serve alla vita di ogni giorno, al
sostentamento della famiglia e per il proprio futuro. Ma quanto
tempo spendi per raccoglierti, per fermarti a riflettere, a pregare,
a meditare la mia Parola in silenzio?"
Il
tempo di Marta e il tempo di Maria
È
il tempo di Maria che sta in ascolto, ai piedi del Signore.
Nelle
nostre giornate ci deve stare il tempo di Marta, il tempo delle
cose che abbiamo da fare. E questo c'è sicuramente. Ma non
sempre c'è il tempo di Maria. E quando c'è, è
appena un ritaglio di tempo, quasi gli spiccioli del nostro tempo.
C'è
da dire che quello che fa Marta è buono. Ed è anche
necessario. (Anche se non tutto e non sempre!). Ma Gesù dice
che la parte di Maria è "la parte migliore che non le
sarà tolta". Questo è da comprendere.
Il tempo
speso per i vari lavori nelle nostre giornate è quello che
forse noi consideriamo il tempo più prezioso, la parte migliore.
Ma Gesù dice che il tempo speso per la preghiera, per la
meditazione della Parola di Dio, questa è la parte migliore
della nostra giornata, la parte che influenza in maniera positiva
tutto quello che facciamo. E che ci fa alzare gli occhi da noi stessi,
come fece Abramo: "Abramo alzò gli occhi e vide che
tre uomini stavano in piedi presso di lui".
La
tensione non verso un "avere di più", ma un "essere
di più"
Nella
nostra società che dà tanta importanza alle cose materiali,
è facile finire preda dell'attivismo, del produttivismo.
E con gli anni si arriva in certi casi a non essere più capaci
di fermarsi a riflettere, a pregare, a entrare in noi stessi, in
quella parte intima del proprio essere dove ognuno trova la sua
vera dimensione di uomo che pensa, che riflette, che si misura con
l'amore di Dio.
Ai piedi
del Signore conosciamo quello che c'è nel profondo di ciascuno
di noi e degli altri; lì scopriamo e impariamo la dolcezza
dell'amore che trasforma la nostra attività, i nostri rapporti,
il nostro modo di pensare.
Il nostro
rapporto col Signore fa di noi delle persone che continuamente evolvono
verso una sensibilità sempre maggiore, verso un vivere umano
più pieno e aperto alla vita che continua oltre questa realtà
terrena, oltre la morte.
Per
questo Gesù dice: "Maria ha scelto la parte migliore,
che non le sarà tolta".
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