Domenica dell'Ascensione
27 maggio 2001
Letture bibliche: Atti 1, 1-11; Salmo 46; Ebrei 9, 24-28; 10,19-23; Luca 24, 46-53.

Luca capitolo 24, vv. 46-53

46Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno 47e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall`alto».

50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. 52Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

IL SENSO E LA META DELLA NOSTRA VITA

La festa
dell'Ascensione

La Chiesa celebra oggi l'ascensione di Gesù al cielo, quaranta giorni dopo la Pasqua.
In questi quaranta giorni Gesù si è manifestato più volte ai suoi amici, i discepoli, e ha spiegato loro che essi, con la forza dello Spirito che riceveranno, sono chiamati ad annunciare a tutti gli uomini "la conversione e il perdono dei peccati".
Prima di staccarsi da loro e salire verso il cielo, Gesù benedice i discepoli.
Da allora è iniziato un lungo cammino che giunge fino a noi: il cammino ininterrotto di tanti discepoli che hanno creduto in queste parole, hanno ricevuto la forza di amore che viene dall'alto, lo Spirito Santo, e hanno predicato il Vangelo di Gesù.
Gesù che è salito al cielo è Colui che ci ha preceduto e, dietro di lui, anche noi siamo chiamati a camminare col Vangelo, portarlo agli uomini della nostra generazione, fino a riunirci con Lui nel suo regno.

Entrare
anche noi
nella vita di
comunione
col Padre

Durante la sua vita terrena Gesù non si è mai staccato dal Padre, ha vissuto una comunione ininterrotta con lui e ci ha manifestato la vita stessa del Padre. I discepoli del Signore entrano nella stessa orbita del loro Signore per continuare la sua missione, incamminati verso il regno.
La nostra vita non è circoscritta nell'orizzonte terreno, ma termina nella comunione eterna con Gesù. E proprio per questo la nostra vita terrena si spende allo stesso modo di come l'ha spesa Gesù, lavorando con lui per la conversione nostra e di questo mondo.

La gioia
di una vita
che non
finisce

Tanti, dopo una vita spesa in un orizzonte terreno, si sentono tristi nel vedere le forze venir meno, nel vedere giungere la fine dei propri giorni sulla terra.
Il Vangelo ci dice che i discepoli, dopo essere stati benedetti dal Signore e aver visto il Signore Gesù salire al cielo, se ne tornano a Gerusalemme pieni di gioia.
Il motivo di questa gioia è sapere dove è diretta la propria vita: il Signore li ha preceduti. I discepoli hanno davanti lo stesso suo percorso su questa terra e il medesimo punto di arrivo.
Il Vangelo dell'Ascensione ci aiuta a ricomporre le coordinate della nostra vita che tante volte rischiano di essere tracciate in una dimensione puramente terrena, limitata, a termine. La Chiesa tutta e la comunità concreta nella quale noi viviamo, continuamente ci aiutano a ricollocare la nostra vita nella dimensione del regno di Dio.

Vivere
convertendosi
ogni giorno
di più
all'amore

Il Vangelo che ci è giunto ha operato e opera nella nostra vita "la conversione e il perdono dei peccati". E vivere diventa per noi questa continua conversione all'amore del Signore e annunciare questo amore in ogni direzione perché uomini e donne di ogni condizione possano conoscere la gioia della conversione.
Convertirci all'amore non è un peso ma un sollievo, non è un impegno ma è dare un senso profondo alla nostra vita.
Il Vangelo dell'Ascensione ci dice che noi siamo chiamati ad innalzarci verso Dio, che egli vuole attirare tutti gli uomini a sé. E noi, lasciandoci attrarre dal Signore, diventiamo a nostra volta forza di attrazione per tanti altri verso Dio.


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