Domenica 6ª di Pasqua
20 maggio 2001
Letture bibliche: Atti 15, 1-2.22-29; Salmo 66; Apocalisse 21,10-14.22-23; Giovanni 14, 23-29.

Giovanni capitolo 14, versetti 23-29

23Gesù disse ai suoi discepoli: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.

24Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. 26Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.

28Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate.


Vivere la fraternità: Pietro e Paolo

IL SIGNORE CI FA VIVERE NELLA SUA FAMIGLIA

La Parola
del Signore
ci rende
sua famiglia

"Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Giovanni 14, 23).

È questa parola del Vangelo che ci ha riunito, ci ha fatti vicini, ci ha parlato e il Signore è in mezzo a noi. Con questa parola il Signore ha comunicato se stesso, si è fatto conoscere da noi. La comunità dei discepoli vive di questa Parola, sin da quando gli apostoli si sono incamminati per le strade del mondo a partire da Gerusalemme. Il Signore è venuto ad abitare in mezzo a noi.

Il tempo della Pasqua è per noi un tempo di comprensione di quanto il Signore ci ha comunicato, un tempo in cui siamo aiutati a diventare più consapevoli della forza di amore che viene dalla sua croce e dalla sua resurrezione.

Ogni volta che ci riuniamo attorno alla mensa, per la preghiera, per ascoltare le sue parole, egli si fa presente in mezzo a noi, ci trasfigura, trasforma le nostre vite, ci attira al suo amore. Noi siamo qui perché il Signore ci vuole insieme, e ci chiama a partecipare alla vita ricca e bella della sua famiglia, che è la nostra vera famiglia. "Chi mi ama osserverà la mia parola" ci ripete il Signore. Egli sa che le nostre parole spesso dividono, contrappongono, fanno sorgere discussioni. La sua parola unisce, crea fraternità, amicizia, amore, umiltà; abbatte i muri, vince i pregiudizi, insegna ad aprire le porte a tutti.

La nuova
città

La famiglia del Signore è come la città descritta dall'Apocalisse: una città che risplende della luce dell'Agnello, la luce della sua Parola, del suo amore. È una città con dodici porte che si aprono su tutti e quattro i lati, a settentrione, a mezzogiorno, ad occidente e ad oriente. Una città che accoglie, che spalanca le sue porte. Il cuore dei discepoli è un cuore aperto in tutte le direzioni, verso ogni donna e ogni uomo. E le sue mura - continua l'Apocalisse - poggiano sulla parola del Signore così come ci è stata tramandata dai primi discepoli, dagli apostoli.

Africa:
nuove tragedie
della fame
e della guerra

Abbiamo appreso la notizia di due tragedie dell'immigrazione che si sono consumate nei giorni scorsi in Africa. Novantatre persone sono morte di sete nel deserto durante il viaggio verso la speranza di una vita migliore in Libia e almeno 86 hanno trovato la morte in mare mentre cercavano di raggiungere dalla Somalia lo Yemen. È il dramma di persone che fuggono dalla fame e dalla guerra in cerca di uno spazio per vivere. E abbiamo sentito che in questi giorni nuove violenze si sono abbattute sugli abitanti di Israele e delle terre palestinesi, provocando distruzioni e morte.

Davanti a queste notizie si fa più forte l'urgenza di allargare gli spazi di amore in questo mondo. Ogni comunità che nasce e vive attorno al Vangelo, per piccola che sia, è uno spazio di amore lì dove si trova. Uno spazio di amore dove è possibile incontrarsi e fare la pace.

La pace
che viene
dal Signore

Gesù, lasciando i discepoli non augura la pace, ma la dona loro come un lascito: "Vi lascio la pace" (v.27). E insiste: "Vi do la mia pace". Da lui ci viene la pace che solo Dio può dare. È la pace del tempo del Signore: "Allora fiorirà la giustizia e grande pace sino a che si spenga la luna" (salmo 72,7). Il Signore è il "principe della pace", il mediatore della pace. Perciò dice: la "mia" pace.

Davanti a rapporti difficili, alla competitività che genera spesso scontri, davanti ai pregiudizi, agli odi razziali, etnici, il dono della pace ci comunica una forza che fa vincere il turbamento e la paura. "Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore" - ci dice il Signore. La Parola del Vangelo deve correre più veloce delle armi, delle lotte. C'è fretta, c'è urgenza. Siamo chiamati tutti a comunicare il Vangelo perché gli spazi di amore di allarghino, altri possano accogliere questa parola che fa nascere all'amore.

Ascoltare
il vangelo e
metterlo
in pratica

Lasciamo da parte troppe regole che rendono tutto più complicato. Anche nelle prime comunità c'erano quelli che volevano imporre regole religiose complicate. E gli apostoli, riuniti tutti insieme a Gerusalemme nel primo Concilio, mandano a dire ai fratelli delle altre comunità: "Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con i loro discorsi …". Gli apostoli ricordano le parole del Signore che aveva detto: "questo è il mio comandamento, che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati". Questo riassume tutto il vangelo.

Nei giorni della Pasqua, un giovane che partecipava alle liturgie di quei giorni diceva: "Io sento la gioia della Resurrezione. Qui vedo una immagine molto diversa da quella di un Dio che prende nota, giudica … C'è una cosa tanto semplice da fare, come ci insegna la comunità: leggere il Vangelo…".

Non abbiamo altra regola, se non quella dell'amore, della Parola del vangelo accolta e vissuta. E il Signore sarà sempre con noi. Egli non ci abbandona mai. Questa famiglia che non conosce distanze vuole crescere sempre di più. Ognuno può farla crescere vivendo e annunciando il Vangelo.


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