L'amore
di Dio
si manifesta pienamente nella Pasqua
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Il tempo liturgico della Pasqua ci aiuta a ritornare su quello che
abbiamo vissuto nei giorni santi della grande Settimana, perché
lo comprendiamo e lo viviamo più pienamente.
Il Vangelo di oggi ci riporta alla sera di quel primo giovedì
santo, quando Gesù, prima delle ore della sua passione, si
alza da tavola e si mette a lavare i piedi ai suoi discepoli. E
anche a Giuda Gesù lava i piedi, anche davanti a lui si abbassa
facendosi servo.
Pensiamo alla nostra resistenza davanti all'abbassamento. Spesso
ci fermiamo davanti a cose molto piccole, pur di non abbassarci
davanti agli altri. Tante volte abbiamo bisogno di aiuto, ma ci
vergogniamo di chiedere, ci da fastidio umiliarci a chiedere, anche
quando siamo davanti a persone nostri fratelli nella fede, che pregano
e operano con noi.
Quando, alla fine della cena Giuda esce per preparare l'arresto
di Gesù, questi si rivolge agli altri discepoli e dice: "Ora
il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è
stato glorificato in lui" (Giovanni 13,31). Davanti alle ore
della Passione e della Croce Gesù parla di gloria sua e del
Padre suo: la luce di amore che promana dalla Croce costituisce
la gloria di Gesù e del Padre suo.
Nei giorni della Pasqua si manifesta in tutta la sua pienezza l'amore
senza limiti del Signore per la nostra vita, per la nostra storia
e la vita di questo mondo. A partire dalla Pasqua tutti i credenti
sono chiamati a partecipare alla vita stessa di Dio. Gesù
aveva detto: "Io, quando sarò elevato da terra, attirerò
tutti a me" (Giovanni 12, 32).
La croce, la manifestazione più grande dell'amore esagerato
di Dio per noi, ci trascina in questo movimento di comunione con
Dio. Il nostro cuore, povero di amore, ha bisogno di questo amore
sconfinato per essere ravvivato, perché pulsi secondo gli
stessi battiti del Signore Gesù.
"Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri;
come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri"
(Giovanni 13, 34).
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Nella
liturgia risplende l'amore del Signore
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La liturgia della domenica è memoria viva
della Pasqua, è incontro di amore col Signore. Tante liturgie
nelle nostre chiese, celebrate in fretta, partecipando con abitudine
e distrattamente, sono un soffocare, umiliare e disattendere questo
amore smisurato del Signore per noi.
C'è bisogno che le nostre liturgie festive siano curate sempre
di più, siano belle e gioiose, col canto, con la partecipazione
viva di tutti noi. Quando Giovanni scrive le parole dell'Apocalisse:
"Vidi un nuovo cielo e una nuova terra
vidi la città
santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta
come una sposa adorna per il suo sposo", egli vive in esilio,
relegato nell'isola di Patmos. Ma il suo cuore e la sua mente sono
rivolti al Signore, alle comunità di tutti quelli che hanno
accolto la predicazione del Vangelo. E li vede tutti insieme come
in una grande liturgia, immagine bella della famiglia del Signore.
Quando ci ritroviamo insieme la domenica, non per caso, non in una
chiesa qualsiasi, ma nella nostra chiesa insieme ai nostri fratelli
con cui leggiamo il vangelo, assieme ai quali incontriamo i nostri
fratelli poveri, anziani, piccoli, noi vediamo materializzarsi quasi
questa nuova città che viene da Dio. Vediamo i cieli aperti
sulla nostra vita che tante volte ci rende curvi.
La liturgia è invito a guardare il Signore, ad alzare il
capo e cantare al Signore assieme ai nostri fratelli per tutto quello
che egli ci ha fatto conoscere e vivere.
Questo incontro di amore, che è la santa liturgia, depone
nel nostro cuore quel fuoco che brucia di passione per gli uomini.
Nella liturgia noi veniamo trasfigurati da questo fuoco di amore
di Dio che non si consuma, che non smette di comunicarsi a noi,
che non finisce.
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Chiamati
ad amare con lo stesso amore con cui il Signore ci ama
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Possiamo allora intendere le parole
del Vangelo che Gesù rivolge a tutti noi: "come io vi
ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri".
Vivere per noi cristiani, discepoli del Signore, è amare.
"Chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio - ripete
l'apostolo Giovanni - Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché
Dio è amore" (1ª Giovanni 4,7-8).
Lasciamo che l'amore del Signore ci pervada intimamente; ogni volta
che partecipiamo alla santa liturgia nel giorno del Signore, sia
un abbeverarci a questa fonte inesauribile di amore, a questo pozzo
di vita.
I fatti di violenza che sconvolgono tante terre e tanti paesi non
ci deprimono, non ci abbattono; piuttosto ci spronano a cercare
ogni giorno il Signore e a vivere amando, in questo mondo povero
di amore. Noi cristiani abbiamo ricevuto dal Signore il potere di
servire, di asciugare le lacrime dagli occhi di quelli che sono
afflitti; dal Signore impariamo ad ascoltare, a farci vicini, a
portare la notizia della liberazione che egli è per ogni
uomo.
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padremariano@psgna.org
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