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Domenica
3ª di Pasqua
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29
aprile 2001
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Letture bibliche: Atti 5,27-32.40-41;
Salmo 29; Apocalisse 5,11-14; Giovanni 21, 1-19.
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Giovanni
capitolo 21, versetti 1-19.
1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò
di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò
così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo,
Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e
altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare".
Gli dissero: "Veniamo anche noi con te". Allora uscirono
e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla.
4Quando già era l`alba Gesù si presentò sulla
riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù
disse loro: "Figlioli, non avete nulla da mangiare?".
Gli risposero: "No". 6Allora disse loro: "Gettate
la rete dalla parte destra
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Pesca sul lago di Tiberiade
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della barca e troverete". La gettarono e
non potevano più tirarla su per la gran quantità
di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a
Pietro: "E` il Signore!". Simon Pietro appena udì
che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché
era spogliato, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli
invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci:
infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.
9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce
sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: "Portate un
pò del pesce che avete preso or ora". 11Allora Simon
Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena
di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero
tanti, la rete non si spezzò. 12Gesù disse loro:
"Venite a mangiare". E nessuno dei discepoli osava domandargli:
"Chi sei?", poiché sapevano bene che era il Signore.
13Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede
a loro, e così pure il pesce. 14Questa era la terza volta
che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato
dai morti.
15Quand`ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: "Simone
di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?". Gli
rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene".
Gli disse: "Pasci i miei agnelli". 16Gli disse di nuovo:
"Simone di Giovanni, mi vuoi bene?". Gli rispose: "Certo,
Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pasci
le mie pecorelle". 17Gli disse per la terza volta: "Simone
di Giovanni, mi vuoi bene?". Pietro rimase addolorato che
per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: "Signore,
tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene". Gli rispose Gesù:
"Pasci le mie pecorelle. 18In verità, in verità
ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da
solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le
tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà
dove tu non vuoi". 19Questo gli disse per indicare con quale
morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: "Seguimi".
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PASQUA: IMMERGERSI IN UNA CORRENTE DI AMORE
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Pasqua:
immersione
in una corrente
di amore
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Questa prima Pasqua del nuovo secolo ci ha aperto dinanzi una via
larga in cui camminare: la via del suo amore straordinario. Abbiamo
proclamato: "Cristo è risorto". E col Signore risorto
tutta la vita risorge. Da questa Pasqua è sgorgato l'invito
a immergerci, come in un battesimo, nella corrente profonda della
carità, una corrente scaturita dalla Passione del Signore,
dalla sua morte in croce, segno di un amore che non pone limiti.
Il Vangelo di oggi ci aiuta ancora una volta a comprendere che senza
il Signore non possiamo fare nulla. I discepoli erano tornati in
Galilea, lasciando la inospitale Gerusalemme. Ma dopo una notte
di lavoro non prendono nulla: quando il Signore non è con
loro è notte e non si prende nulla.
C'è un lavoro che ci aspetta dopo la Resurrezione: quella
di una pesca abbondante, gettando la rete sulla Parola del Signore.
Il Signore è morto per "riunire i figli di Dio dispersi"
(Giovanni 11,52). Egli è con i suoi discepoli. È lui
che rende fruttuoso il loro lavoro. Ed è lui che alla fine
del lavoro ci nutre dando se stesso.
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É
sempre
il Signore
a farsi
per primo
vicino a noi
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Guardando a Gesù dopo la sua resurrezione
vediamo come è sempre lui che per primo si fa incontro a
noi, ci riunisce e noi lo riconosciamo, come i discepoli di Emmaus,
alla frazione del pane. È la santa liturgia, che noi celebriamo
con gioia, ad aprirci ogni volta di più gli occhi e a farci
riconoscere il Signore in mezzo a noi.
Silenziosamente, come quei discepoli raccolti dal Signore sulla
riva del mare, noi lo riconosciamo mentre ci viene spezzata la Parola
ed egli stesso si fa nostro nutrimento. Il Signore è presente
nella sua comunità, è lui che ci fa vivere e ci fa
incamminare con la forza della sua resurrezione per le strade dei
nostri quartieri, delle nostre città e del nostro mondo.
"Questo nostro mondo può cambiare: la pace è
possibile anche là dove da troppo tempo si combatte e si
muore" - ha detto il Papa nel giorno di Pasqua. La forza che
cambia questo mondo, la forza della Resurrezione è una forza
d'amore.
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La
domanda
personale
del Signore
a ciascuno
di noi |
Che cosa chiede il Signore a Pietro, alla fine di
quel pasto sulla riva del lago? In un dialogo affettuoso e personale,
in cui Pietro è chiamato tre volte per nome, Gesù gli
chiede una prova d'amore: "Simone di Giovanni, mi ami tu più
di costoro?". È il dialogo affettuoso e personale che
il Signore ha iniziato con ciascuno di noi, da quando qualcuno ci
ha chiamati per nome ad ascoltare il Vangelo. Questo dialogo continua
oggi nella liturgia, continua nella preghiera. E ogni volta il Signore
ci chiede questa prova di un amore ulteriore, un amore come il suo.
L'amore che il Signore ci chiede dopo questa Pasqua, noi lo capiamo
più a fondo. Nei giorni della Pasqua abbiamo visto il Signore
che si fa servo. E ora comprendiamo meglio il suo modo di stare in
mezzo alla gente, dalla Galilea fino a Gerusalemme, servo degli altri
con la parola e la predicazione, al servizio dei malati, dei lebbrosi,
degli indemoniati, dei feriti della vita. |
Ripartire da Gesù
servitore
e amico
dei poveri |
È vero: lui sta in mezzo a
noi come colui che serve! Da questa realtà vogliamo ripartire
dopo questa Pasqua. Ripartire da Gesù servitore e amico dei
poveri. Ripartire dal Vangelo perché diventi vita. Ripartire
dal suo nome che dona "speranza ad ogni umana esistenza".
Vivere nella comunità dei discepoli è testimoniare
che il Signore è vivo, è risorto: lavorando per un
mondo nuovo, dove la guerra non ci sarà più, dove
gli odi saranno cancellati, dove i poveri non saranno più
umiliati, dove i bambini cresceranno in pace.
Proclamiamo con gioia e con forza l'annuncio della Resurrezione
come quei primi discepoli, come angeli di pace, senza aver paura
perché il Signore non abbandona i suoi discepoli: "Ecco,
io sano con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".
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e-mail:
padremariano@psgna.org
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