Il
sogno
che nasce
dalla Resurrezione del
Signore
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Chi ha potuto partecipare nei giorni della Settimana Santa alle
celebrazioni del Giovedì, del Venerdì e della Veglia
Pasquale, certamente ha conosciuto più da vicino il Signore.
Il
suo ingresso in Gerusalemme, mite e mansueto, cavalcando un'asina;
il gesto della lavanda dei piedi ai discepoli, che sconvolge prima
di tutti lo stesso Pietro; il silenzio di Gesù davanti alla
violenza che si abbatte su di lui nelle ore della Passione; l'alba
di un giorno e di un tempo nuovo, quando le donne, la mattina di
Pasqua, si recano al sepolcro.
Da
questo incontro col Signore in questa prima Pasqua del nuovo secolo,
celebrata nello stesso giorno da tutte le chiese cristiane, nascono
domande nuove e belle per la nostra vita.
Il
Signore ha un sogno per questo mondo, il sogno di una vita più
umana, dove non ci si contrappone, non si vive nella logica di affermare
se stessi sugli altri. Vuoi tu vivere questo sogno? Vuoi tu vivere
come alleato del Signore in questo sogno? Vuoi vivere perché
le tombe in cui sono chiuse e oppresse le vite di tanti siano aperte
alla luce di una vita più umana? Vuoi spendere la tua vita
perché non ci sia più sofferenza e annunciare la buona
notizia a tutti quelli che stanno al buio? Vuoi vivere perché
i giovani non crescano come piccoli ciechi che credono di vedere?
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Non partiamo
dal nostro
pessimismo
ma dalla Resurrezione del Signore
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Le donne, amiche di Gesù, quando il mattino della domenica,
all'alba, vanno al sepolcro, sono preoccupate: "Chi ci rotolerà
la pietra pesante dalla tomba del Signore?"
La pietra
pesante rappresenta i tanti problemi: quelli grandi del mondo, quelli
del nostro paese, della nostra città, del nostro ambiente,
e anche i problemi di ciascuno di noi.
Chi può
avere la forza di spostare questa pietra pesante? Certamente non
le donne. Chi ha la forza di risolvere i problemi che ci sono?
Questi
pensieri sono facilmente una scusa che affiora nel nostro cuore:
non è possibile fare molto, io sono fatto così, con
questo carattere. E ancora: nell'ambiente in cui mi trovo non è
possibile, non è possibile per la vita che ho, con tanti
impegni, sempre di fretta.
Sono
pensieri negativi che tante volte ci prendono. Ma per chi crede
le cose stanno differentemente. Non si parte dal nostro pessimismo.
Le donne al sepolcro videro un masso molto grande, ma quel masso
era stato rotolato via. Quel masso pesante opprimeva l'attesa di
tanti, schiacciava tanti poveri: è la miseria, la fame, la
guerra che opprime intere regioni e li riduce a una tomba.
Nessuno
fa rotolare quella pietra che in questo modo continua a schiacciare
i poveri, i bambini, gli anziani, i deboli, gli adulti. La stessa
pietra che opprimeva il corpo di Gesù, che fu vittima tra
le vittime, fra i poveri di questo mondo.
Quanta
gente vive così, gente che vive come nelle tombe. Come mi
è capitato di vedere al Cairo, in Egitto, dove un intero
quartiere vive nella "Città dei morti", in case
che sono come tombe, in ambienti bui che puzzano di morte. E la
gente vive così, senza vedere mai la luce.
Le donne
entrarono in quel luogo senza luce, di morte, di povertà.
Ma in quella tomba videro due giovani con un vestito bianco, come
una luce nel buio: come la luce del cero che nella notte di Pasqua
illumina la chiesa.
Le donne
pensavano alle loro difficoltà, ai loro rancori, ai loro
ricordi e dolori, e avevano paura.
Tutti
noi siamo paurosi. Anche se ci crediamo forti e ci comportiamo in
maniera orgogliosa e aggressiva per mostrarci sicuri davanti agli
altri. Tutti noi siamo figli della paura, che è nostra madre
e padrona.
Ma la
parola del vangelo è rivolta anche a noi: "Perché
cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è
risuscitato
". Perché siete impauriti? Perché
avete dubbi nel vostro cuore.
Non abbiate
paura, voi che cercate il crocifisso. Chi cerca Gesù non
deve stare sotto il dominio della paura: la tomba di Gesù
è stata aperta. Tutte le tombe si potranno aprire, tutte
le grandi pietre di questo mondo potranno essere rotolate.
Perciò,
non abbiate paura, voi che cercate il Signore. Gli angeli, coloro
che portano la luce nell'oscurità della tomba e ci leggono
il Vangelo, dicono ai paurosi, alle donne: Non abbiate paura! E
dà loro un appuntamento.
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Resurrezione
nella vita
di tutti i giorni |
Nella liturgia di Pasqua riceviamo un appuntamento: andate in Galilea.
Lì Gesù ci attende, dove si svolge la vita di tutti
i giorni, nelle periferie della nostra città, nei luoghi
dove normalmente si vive. È lì che il Signore ci dà
un appuntamento, non in un museo o in un luogo importante, ma dove
vive la gente, nel nostro ambiente, nelle case, dove lavoriamo,
dove andiamo a studiare.
Non
temete, non abbiate paura!
Il
Signore non ci abbandona, non abbandona i paurosi, come non abbandonò
Pietro, guardandolo con affetto anche dopo i tre tradimenti.
Noi
siamo persone troppo abituate a vivere nella oscurità per
credere che si possa avere una luce. I sogni di una vita diversa
non trovano molto spazio nella vita di chi è rassegnato al
proprio buio.
Il
Signore si è manifestato anche a noi nella liturgia gioiosa
della Pasqua e ci ha detto di non continuare a vivere nella nostra
incredulità e durezza di cuore, ma di credere a quelli che
ci testimoniano la sua resurrezione.
A
partire da oggi non fuggiamo più, soli. Il Signore ci dice:
"Andate ed comunicate il Vangelo ad ogni uomo e ad ogni donna".
Cristo
è risorto dai morti e tutto è possibile. Per ciascuno
di noi è possibile risorgere a vita nuova, con Cristo risorto.
Alleluia, alleluia.
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