L'importanza
di
ascoltare
il Vangelo
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Siamo
nell'ultimo periodo della Quaresima, prossimi alla Pasqua. Questo
episodio della donna adultera si colloca nell'ultimo periodo della
vita di Gesù, poco prima della Pasqua.
Da vari
giorni Gesù trascorre molte ore nel tempio di Gerusalemme insegnando
e parlando a quelli che gli si fanno intorno. Quel mattino vi è
tornato per parlare ancora alla gente. Per Gesù è molto importante
parlare, annunciare il Vangelo. E il popolo viene, ascolta, ascolta,
e fra lui e la folla si crea una sintonia profonda.
È la
stessa esperienza che facciamo anche noi. Le parole del Signore
sono per noi importanti - lo stiamo sperimentando durante questo
tempo che ci prepara alla Pasqua - : esse ci aprono gli occhi, purificano
il cuore, fanno nascere in noi il desiderio di alzarci, metterci
in cammino col Signore.
Ad alcuni
le parole del Signore danno fastidio, i farisei, i capi dei sacerdoti;
e vogliono interrompere quella predicazione, far tacere quella voce.
Quel giorno essi hanno un'occasione del tutto particolare, molto
buona per mettere in difficoltà Gesù. E gli tendono un tranello
per poterlo accusare all'autorità romana o screditarlo davanti al
popolo.
Ma per
noi l'episodio è un'altra occasione per riflettere e comprendere
quanto è grande la misericordia del Signore ed accogliere l'invito
ad aprirci e a vivere col suo amore.
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La
Parola
del Signore
mette a nudo
i nostri
pensieri
e i nostri
sentimenti
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"Questa
donna è stata colta in flagrante adulterio. Mosè ha detto di lapidarla.
Tu che ne dici?".
E la
donna portata con forza davanti a Gesù sta lì nel mezzo, circondata
da tutti questi accusatori.
Se Gesù
avesse detto: "Mosè ha ragione, bisogna lapidarla", allora i farisei
avrebbero avuto il motivo per accusarlo di fronte all'autorità romana.
Se avesse detto: "no, lasciatela, perdonatela", allora i farisei
avrebbero detto: "vedete, questo vostro maestro, questo vostro profeta
scredita Mosè". La domanda dei farisei non è per sapere qualche
cosa, ma per trovare modo di condannare Gesù.
Gesù
ha detto una volta: "non gettate le perle ai porci". I porci
sono quelli che non vogliono ascoltare la Parola, ma piuttosto calpestarla,
screditarla, farla tacere. Non chiedono per sapere, chiedono soltanto
per trovare qualche motivo per mettere in ridicolo, per beffarsi
della predicazione del Vangelo.
Gesù
non risponde, si china, scrive per terra con il dito. Ma i farisei
insistono: "Mosè ha detto di lapidare questa donna. Tu che ne
dici?". Allora Gesù si alza e dice: "Chi di voi è senza peccato
scagli per primo la pietra contro di lei". È una parola forte.
Poco tempo prima i farisei avevano mandato le guardie per arrestare
Gesù, ma queste erano state catturate dalla sua parola. Erano tornate
a mani vuote, e avevano detto: "nessun uomo ha parlato mai come
questo".
Adesso
questa parola pronunciata da Gesù trasforma gli accusatori in accusati.
Si sentono ripresi nella coscienza, sono colpiti dalle sue parole,
li ha feriti profondamente, li ha scoperti in tutto il loro peccato,
in tutta la loro malvagità. Cominciando dai più anziani escono ad
uno ad uno. Rimane Gesù e la donna là in mezzo.
Davanti
a un mondo che tanto facilmente giudica e condanna gli altri, assolvendo
se stessi, la Parola del Signore raggiunge anche noi. E noi vogliamo
ascoltarla, accoglierla, lasciarci interrogare da essa. "Chi di
voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei".
Questa parola ci invita a guardare dentro noi stessi, a riconoscere
la nostra lontananza da lui, vedere i nostri tradimenti e il nostro
peccato.
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Una
parola
di grazia,
di amore,
di fiducia
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Gesù
rimane solo con la donna e le dice: "dove sono i tuoi accusatori?
Nessuno ti ha condannato?". "No, Signore!". E Gesù: "neppure
io ti condanno, va' e non peccare più".
Questa
parola del Signore è una parola di grazia, di amore, di fiducia.
Questa parola di grazia è pronunciata anche su di noi. Possa ciascuno
di noi lasciarsi attrarre da lui, per stare con lui e seguirlo nei
giorni della sua Pasqua.
La settimana
santa che si apre con la domenica delle Palme ci fa incontrare da
vicino il Signore povero, debole, disarmato, forte solo del suo
amore che non arretra nemmeno davanti alla morte. I giorni di questa
settimana santa sono un'occasione bella per conoscere da vicino
il suo amore che conosciamo ancora tanto poco.
È la
prima Pasqua di questo nuovo secolo: una nuova occasione di grazia
per lasciarci attrarre dal suo amore senza limiti.
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