Dal Vangelo di Luca
1, 39-48
In
quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta
una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena
Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo.
Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu
fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre
del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai
miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei
che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore».
Allora
Maria disse: « L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in
Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
"In quei giorni Maria si mise in viaggio e raggiunse in fretta una città della Giuda".
Sono finiti i giorni dell'Avvento; prepariamoci per raggiungere la grotta di Betlemme e incontrare il nostro Dio che per amore si fa bambino.
Betlemme, la città più piccola fra i capoluoghi della Giudea, è chiamata ad accogliere il Creatore del mondo; da Betlemme inizia il viaggio terreno di Gesù, incontro agli uomini.
Con la semplicità dei pastori, con la fiducia di Maria, con l'umiltà di Giuseppe, anche noi muoviamoci interiormente verso quella grotta. Maria va da Elisabetta e comunica a lei la gioia che viene dal bambino che si porta in seno.
Gesù è la fonte della vera gioia per gli uomini, rinnova i sentimenti, irrobustisce le braccia stanche, da forza ai cuori affranti. Noi abbiamo bisogno del Natale di Gesù per rinascere attorno a quella povera culla che accoglie il Figlio di Dio.
Maria ha accolto il Figlio di Dio nel suo seno perché ha creduto alla parola dell'angelo. Anche noi dalla Parola di Dio accolta con fiducia possiamo vedere riversarsi in ciascuno l'acqua viva che sgorga dalla sorgente stessa della vita.
Questo bambino che nasce ha in sé la forza dell'amore che può cambiare il nostro mondo, può cambiare vite da rassegnate in vite che riprendono a sperare, a cercare, a vivere; questo bambino fa nascere attorno a sé una famiglia di tanti uomini e donne di buona volontà che con lui vanno incontro a chi aspetta, a chi è nel dolore, è nella paura, in attesa che qualcuno si faccia vicino, si chini su di loro.
Prepariamoci ad accogliere con rinnovata gioia l'annuncio del Natale e disponiamo i nostri cuori perché possano essere trasformati dalla forza mite e mansueta del Figlio di Dio che si fa uomo per noi.
Diciamo con le parole di un'antica preghiera orientale:
"Preparati,
o grotta: perché viene l'agnella, portando in seno il Cristo. Ricevi, o greppia,
colui che con la parola ha liberato noi abitanti della terra dal nostro agire
contro ragione. Pastori che pernottate nei campi, testimoniate il tremendo
prodigio. E voi magi dalla Persia, offrite al Re oro, incenso e mirra: perché
è apparso il Signore dalla Vergine Madre. Inchinandosi davanti a lui come
serva, la Madre lo ha adorato, dicendo a colui che portava fra le braccia:
Come sei stato seminato in me? O come sei stato generato, mio Redentore e
Dio?".
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