10Le
folle lo interrogavano:"Che cosa dobbiamo fare?".11Rispondeva:"Chi
ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare,
faccia altrettanto".12Vennero
anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero:"Maestro,
che dobbiamo fare?".
13Ed egli disse loro:"Non esigete nulla di più di
quanto vi è stato fissato."14Lo interrogavano
anche alcuni soldati:"E noi che dobbiamo fare?". Rispose:"Non
maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle
vostre paghe".
15Poiché
il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo
a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose
a tutti dicendo:"Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che
è più forte di me, al quale non son degno di sciogliere
neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà
in Spirito Santo e fuoco.17Egli ha in mano il ventilabro
per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio;
ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile".
18Con
molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.
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CONVERTIAMO
IL NOSTRO CUORE AL SIGNORE
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La Parola di Dio
continua a scendere sugli uomini come era scesa su Giovanni Battista
nel deserto. Essa chiama a convertirsi. Convertirsi significa rivolgersi
a lui e risvegliarsi dal sonno su di sé. La Parola di Dio è una
domanda a ciascuno di noi, una domanda che scuote una coscienza
addormentata su di sé.
Chi
si incontra con la Parola del Signore resta turbato, si pone domande.
Come quegli uomini e donne che ascoltano la Parola per bocca di
Giovanni e lo interrogano: Che cosa dobbiamo fare? Giovanni non
parla nei palazzi dei re, nel templi della cultura, non veste riccamente.
La Parola che egli annuncia attira, pone domande alla propria vita,
suscita il desiderio di volgere la propria vita verso Dio.
Oggi
il Signore parla a noi, come a quella folla che va da Gesù, fra
cui ci sono pubblicani, militari, gente di ogni categoria sociale.
Anche noi non siamo gente speciale, con particolari qualità, ma
veniamo turbati da questo Vangelo, anche noi ci interroghiamo: 'Che
cosa dobbiamo fare?'
Il Signore
non chiede cose particolari, difficili da compiere. Egli viene a
noi, bussa alla porta del nostro cuore: se gli apriamo, veniamo
raggiunti dal suo amore e spinti a muoverci secondo lo spirito di
amore.
Davanti a persone venute da lontano, che hanno fatto un lungo viaggio,
hanno bisogno di mangiare, di coprirsi per la notte, prima ancora
di poter tornare a casa propria, Giovanni dice: 'Chi ha due tuniche,
ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare faccia altrettanto'
(Luca 3,11).
Ai pubblicani, esattori di tasse notoriamente conosciuti per la
loro disonesta dice: 'Non esigete nulla di più di quanto vi è stato
fissato' (Luca 3,13). E ai soldati, che spesso abusavano della forza
per estorcere danaro: 'Non maltrattate e non estorcete niente a
nessuno, contentatevi delle vostre paghe' (Luca 3,14).
La Parola
di Dio è per tutti, nessuno è escluso: ognuno di noi può preparare
il suo cuore ed accogliere il Signore nel Natale che sta per venire.
Per convertirci al Signore, per avvicinarci a lui, non ci è chiesto
di fare azioni difficili o complicate, lontane dalle nostre possibilità,
o fare penitenze e riti particolari. Per quei pubblicani non si
tratta di cambiare mestiere, come pure per i soldati.
Si tratta
piuttosto di cambiare il cuore, secondo il comandamento dell'amore.
Non è quello che facciamo che ci fa agire male, è piuttosto il nostro
essere lontani da Dio col cuore che ci fa agire male. Il Signore
si fa vicino a noi in questo tempo; a chi si rivolge a lui dice:
'io ti rinnoverò col mio amore' (Sofonia 3,17).
Non
siamo lasciati soli, ci possiamo rivolgere al Signore in ogni momento.
Paolo ci dice: 'non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità
esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti;
e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri
cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù'(Filippesi 4,5-7). La forza
che viene da questa Parola ci rende sereni anche nelle difficoltà
e ci permette di vivere lieti e in pace sempre: 'rallegratevi nel
Signore sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi'.
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