Dormitorio pubblico:
incontro con i nostri amici prima dell'estate
15 luglio 2001

Domenica 15 luglio - quando inizia per tanti un periodo di riposo lontano dai luoghi abituali mentre per altri è più facile restare ancora più soli - abbiamo cercato un'altra occasione per stare insieme ai nostri amici del dormitorio. Una bella cena, per essere ancora una volta insieme, trascorrendo una serata molto speciale.

Le nostre serate iniziano con la liturgia, uno spazio di incontro e di riflessione che sta diventando sempre più significativo per tutti; infatti buona parte degli ospiti vi partecipa con piacere.
Questa volta la pagina del Vangelo letta e commentata era quella "del buon samaritano": cerchiamo di immaginare come i nostri amici possano trascorrere, nel loro girovagare per la città, le loro giornate.


Speriamo ci sia qualcuno che porge loro un bicchiere d'acqua facendo sperimentare come gli uomini possano essere prossimi gli uni agli altri, non nemici o estranei. Sono persone che giorno dopo giorno sentono il peso e la difficoltà della loro condizione.

Dopo la liturgia ci siamo ritrovati in una sala dove era stato preparato il necessario per una cena insieme: tanti tavoli addobbati con i fiori, i nomi di ognuno al posto giusto.

Come già era capitato per le cene precedenti, molti hanno contribuito alla preparazione del pasto; questa volta è stato molto gradito l'omaggio di cocomeri per tutte le cento persone presenti.
Le tavole, ben preparate, hanno permesso la conversazione tranquilla fra di noi in un clima disteso e familiare.

Ed in questo clima si apprendono tante piccole notizie che si mettono in comune: uno di loro ci ha raccontato di aver iniziato a fare un piccolo lavoro, vendendo indumenti estivi.
È stato un gesto di fiducia di un amico che gli ha permesso di iniziare la piccola attività.

E il nostro amico ci diceva che questo gesto lo ha reso molto

contento, lo ha fatto sentire più responsabile e lo ha aiutato anche a "bere" di meno per essere più attento e "lucido" nell'incontro con i clienti.

Un altro ci ha detto che è molto bello ritrovarsi in questo clima familiare dove poter parlare, esprimere tranquillamente le proprie idee, senza essere aggrediti: è bello respirare quest'aria di amicizia.
È proprio vero che quando si sta bene insieme, viene voglia di condividere, di comunicare; e diventa più facile superare tante piccole divisioni e incomprensioni nei rapporti vicendevoli.

In un mondo che corre, dove tutti hanno fretta, poter fermarsi per ascoltare e per essere ascoltati è qualcosa di prezioso che non capita sempre.

Alcuni ormai sono amici di vecchia data, li conosciamo da tempo, e con loro i nostri rapporti sono più intimi e diretti. Alcuni altri, invece, sono al dormitorio da poco, a volte sono stranieri che non hanno dei riferimenti, dei contatti, e per loro è importante avere almeno un posto dove dormire. Parlare con loro significa iniziare a conoscersi, iniziare a conoscere le loro storie, con tante sofferenze ma anche con tante speranze.

Si sperimenta ogni volta di più che quel poco che facciamo si rivela per tutti molto prezioso.

Alzare lo sguardo da se stessi e guardare all'altro, incontrarsi nella semplicità, è sempre un dono. I poveri ci aiutano a diventare più ricchi perché ci fanno diventare più umani.