Con l’avvicinarsi dell’estate è divenuto per tanti un imperativo prendere una pausa dai ritmi abituali.
Una pausa che consenta la possibilità di conoscere altri luoghi e culture, di fare attività diverse.
Abbiamo scoperto che il desiderio di ristoro comune a tantissime persone si può appagare anche in maniera non convenzionale e avendo a cuore non solo i propri interessi ma quelli di tanti.
Abbiamo quest’estate aderito ad una delle iniziative che da diversi anni la comunità di sant’Egidio realizza rendendo vicini persone di diversa nazionalità cultura lingua e condizione sociale.
L’Albania, un piccolo stato non lontano dalle nostre coste oggetto tante volte di tristi notizie a causa di tragedie che si consumano nel mare nella speranza di un futuro migliore ha accolto durante i mesi di luglio ed agosto tantissime persone tra giovani e adulti che hanno trascorso delle vacanze particolari.
Ad Elbasan, una città a sud di Tirana la capitale, terza per popolazione, molto antica per storia per la prima volta quest’anno è stata realizzata la scuola della pace.
Sono stati coinvolti oltre un centinaio di bambini e ragazzi di età compresa tra i 5 ed i 15 anni che ospiti di una scuola hanno partecipato a lezioni e svolto attività per una settimana.
La scuola della pace è l’incontro tra culture diverse. Ci si conosce principalmente e si entra in contatto con lingue, abitudini, religioni e costumi diversi.
Ai ragazzi di Elbasan inizialmente sorpresi di vedere persone italiane di cui tante volte apprendono notizie attraverso la televisione o tramite i racconti di familiari ed amici che lavorano in Italia è stato fatto conoscere un modo nuovo di fare scuola.
Con i ragazzi divisi per classi secondo le età ci siamo visti due volte al giorno e affrontato temi diversi tra cui l’Africa il grande continente non troppo lontano da loro di cui si parla pochissimo.
Hanno per la prima volta appreso delle gravi condizioni in cui vivono, della situazione delle carceri e della pena di morte ancora vigente in tanti Stati. Per questo sono stati molto contenti di poter fare qualcosa per aiutare le persone che sono in carcere.
Hanno raccolto firme per l’abolizione della pena di morte, realizzato una piccola mostra per far conoscere ad altri il problema.
Con pochi mezzi, utilizzando creta, colori, cartoncini, pasta ed altri materiali hanno con le loro mani fatto dei portafortuna, dei quadretti, collanine, braccialetti e fiori che sono stati venduti al termine della settimana di scuola. Il ricavato sarà utilizzato per liberare alcuni prigionieri.
Ognuno di loro in maniera diversa ha aiutato qualcuno che è nel bisogno.
Nonostante le loro condizioni hanno toccato con mano che nessuno è tanto povero da non poter far niente per gli altri.
Le piccole forze di ognuno messe in comune possono fare grandi cose.
Per noi operatori in cerca di ristoro, questi giorni trascorsi insieme sono stati una ricchezza e una benedizione.
Abbiamo alzato lo sguardo dalla nostra routine quotidiana, conosciuto da vicino le difficili condizioni di vita di chi vive a poca distanza da noi e di cui tante volte si hanno solo poche e scarne notizie.
Siamo entrati in contatto con una cultura diversa e oggi abbiamo nuovi amici che nonostante le differenze di lingua e di religione hanno a cuore come noi i problemi dei tanti meno fortunati che vivono in tante parti del mondo e di questo possiamo essere molto contenti.
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