Il tempo dei mesi e dei giorni che
in passato era scandito dalle feste religiose, ha finito
per avere una connotazione laica. I nomi delle feste
religiose come Natale, Pasqua sono diventate per un
gran numero di persone solo occasioni di vacanza, di
festa, viaggi, regali.
Ma anche se sappiamo di essere
diventati una minoranza cè un gruppo
di persone che non lascia scorrere il tempo scandito
dai ritmi del lavoro, del fine settimana, dalle notizie
della televisione o da avvenimenti familiari.
In questi giorni, esattamente mercoledì
25 febbraio, è iniziato un tempo segnato da un
pugno di cenere posto sul nostro capo, tempo che giunge
fino alla Pasqua, evento centrale della fede cristiana.
Sono i quaranta giorni che precedono
e preparano alla Pasqua, giorni in cui i cristiani fanno
una messa a punto dei rapporti col Signore
e con le persone del mondo circostante e meno circostante.
Ricordando i quaranta giorni di digiuno
trascorsi da Gesù nel deserto, prima di iniziare
il suo cammino in mezzo agli altri, percorrendo città
e villaggi della Palestina, i cristiani si chiedono
che cosa possa significare un tempo di digiuno oggi,
tempo dellopulenza, dei cibi di ogni genere che
possiamo comprare e consumare, tempo dellattivismo
e dellefficientismo.
In realtà porre un limite al
consumo di cibo fa bene anche al nostro organismo, ma
il digiuno materiale diventa occasione per un digiuno
anche spirituale: astenersi da parole cariche di aggressione
verso gli altri, malevolenza, giudizi o attacchi agli
altri.
E tutto questo per far posto ad un
consumo mi si perdoni la parola
un consumo più abbondante della Parola di Dio.
Meno tempo alla dimensione materiale della nostra vita
troppo invasiva se non esclusiva, per fare spazio al
tempo dellascolto del Vangelo preso o ripreso
fra le mani, fare spazio al silenzio, alla riflessione:
insomma entrare un poco in se stessi, attività
un po rara in questi tempi.
Chi vorrà provare a fare questa
scelta, almeno in questo tempo dei quaranta giorni che
conducono alla Pasqua, comprenderà che nella
propria vita cè troppa rassegnazione, scontatezza,
assenza di sogni. La Parola di Dio è un sogno
sulla vita di questo mondo e sulla propria vita.
Nutrirsi della Parola di Dio significa
ricevere capacità di nuova attenzione agli altri,
capacità di amore gratuito che fa tanto bene
a tutti, interesse per quelli che non interessano a
nessuno. E conoscere più da vicino la ricchezza
di sentimenti e di vita che il Figlio di Dio fatto uomo,
Gesù, può comunicare a tutti quelli che
la cercano.
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