Non possiamo tacere di fronte alla pena di morte, credendo di “fare giustizia” in modo legale davanti agli occhi di tutti.
Vogliamo difendere la vita di un nostro amico Dominique Green che è stato accusato di omicidio e per questo dovrà secondo le leggi vigenti in Texas essere “eseguito”.
Dominique è un giovane afro-americano di circa 30 anni, che vive da oltre 10 anni nel braccio della morte in un carcere del Texas. Aveva circa 18 anni quando con alcuni amici tentò una rapina. In seguito a quella rapina un uomo morì e in un processo molto veloce Dominique fu condannato a morte.
All'epoca dei fatti Dominique era un giovane sbandato. Viveva per strada, non aveva una famiglia, non c’era nessuno che si prendeva cura di lui.
Il carcere per chi è in attesa di essere ucciso è molto duro, ci si abitua a non avere niente, neanche il nome. Non ti senti più un essere umano. È difficile anche avere sapone e biancheria pulita. Basta poco per essere puniti. Le visite sono molto rare e poi: chi vuoi che venga a far visita a delle persone che sono li?.
Per Dominique è stato diverso. In questi anni in carcere, ha scoperto l’amicizia e l’affetto. Per la prima volta nella sua vita ha avuto delle persone che si sono preoccupate di lui. Infatti sono tanti i suoi amici e non solo in Italia, che hanno iniziato a scrivergli. Che hanno raccolto soldi per poter pagare un avvocato e così sperare in un processo più giusto.
Alcuni sono andati a trovarlo. Dominique attraverso le lettere è entrato nel cuore di tanti. Oggi è sereno e comunica speranza e fiducia anche alle persone che sono con lui.
Ricevere una lettera, a volte anche di poche righe, è un fatto importante per un condannato a morte, è una gioia grande. È il segno che qualcuno ti pensa, ti vuole bene.
E per chi non ha niente fa sentire una persona, fa sentire la gioia di essere ancora in vita. Si, perché stare in carcere, in isolamento, è un po’ morire ogni giorno.
Purtroppo abbiamo ricevuto la notizia che la data per l’esecuzione di Dominique è stata fissata.
In ogni parte del mondo, dove ci sono suoi amici, si è iniziato a pregare più intensamente, chiedendo al Signore di salvargli la vita.
Anche noi ci siamo riuniti per pregare insieme e poi abbiamo preparato dei cartelloni che sono stati esposti, per far conoscere ad altri la storia di Dominique e la brutalità della pena di morte. Su di un cartellone, abbiamo riportato una poesia scritta da Dominique, qualche anno fa.
Anche i nostri amici anziani si sono ritrovati insieme per pregare, per testimoniare il valore della vita. Un dono, che ognuno ha ricevuto.
Di fronte alla violenza, al male, non si può rispondere con altra violenza, è necessario il perdono, la riconciliazione. Sicuramente chi sbaglia deve essere punito ma la vita va salvata.
A volte si pensa che l’importante sia punire chi ha sbagliato, che è bene dare un esempio forte. Purtroppo si ignora che non è vero che la pena di morte fa diminuire i crimini.
La pena di morte è una tortura terribile e in tanti impazziscono dopo anni di isolamento e di maltrattamenti.
Non è vero che non possiamo fare niente. Ognuno di noi può rompere il silenzio che circonda i condannati a morte.
Ognuno di noi può scrivere a persone in carcere, conoscerne le storie, imparare a voler loro bene.
E così possiamo aiutarli a restare umani, a sperare di poter sfuggire al destino terribile dell’assassinio legale.
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Poesia
Ho trovato una mano che mi aiuta
Una spalla forte a cui appoggiarmi
Un sorriso gentile che mi rallegra
Un'amicizia buona da cui dipendere
A volte temo che possa dissolversi
Anche se è sempre nei miei pensieri
Mentre passo i miei giorni
Intrappolato nel buio
Ne hanno portato via un altro
Un amico che non rivedrò più.
Sono debole, sto impazzendo
Che cosa posso fare?
Troppe cose, a catena, non vanno
Troppe per poterle contare
Non riesco più a sopportarle
... e tu?
Dominique Green, 9 febbraio 1996
dalla prigione della contea
Harris – Hudston
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