parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli
A proposito dei nostri
amici anziani
"scoprirsi a pensare a loro..."
 

Salve, sono Colomba e vi sto scrivendo adesso, mentre sto oziando in un pomeriggio qualunque mentre sto a casa.

Vedete, proprio stare a casa mi ha fatto riflettere su quanto siamo fortunati noi ad abitare comodamente nelle nostre case.

Ora vi spiego: quando noi abbiamo delle giornate libere, abbiamo la possibilità di fare ciò che vogliamo.

Ad esempio"a consumare le mattonelle a via Roma" come direbbe Maria; oppure risolvere quei piccoli

problemi quotidiani che rimangono sospesi e si accumulano perché magari abbiamo troppo da fare.

Mentre gli anziani, per problemi fisici e via dicendo, non hanno la possibilità di fare ciò che vogliono. È vero che ci sono delle persone che scelgono volontariamente di andarci, ma questo perché, ad esempio non riescono più a badare a se stessi ed alla casa, oppure il pensiero di non voler dare fastidio ai propri familiari.

Vorrei esprimere il disagio di coloro che vengono affidati a questi istituti, pensate, dopo anni e anni che una persona vive in casa sua, all'improvviso si ritrova in una stanza bianca e vuota di ricordi, questa per me è una crudeltà!

Pensate, essere accuditi improvvisamente da persone che non si conoscono, pensiamo certo, prima o poi si abitueranno, ma all'inizio è talmente imbarazzante.

Le difficoltà che si incontrano nell'accudire un anziano, sono tante e forse per questo ci capita di ascoltare abbastanza spesso, che l' istituto sia "un posto giusto".

Ma bisogna ricordare che l'anziano è una persona che per tutta una vita ha dato tanto, nella famiglia, nel lavoro, nel rapporto con gli altri e che alla debolezza del suo corpo non possiamo aggiungere anche la sofferenza di lasciarli da soli.

Perché si può essere soli anche stando in istituto dove ci sono tanti e tanti anziani.

 
Colomba