il
papa al suo arrivo in Grecia
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Il
4 maggio 2001 il papa si è recato in Grecia, una nazione
dove è presente una delle Chiese ortodosse più numerose,
con oltre 10 milioni di fedeli distribuiti fra 81 diocesi.
È
stato un evento straordinario di grande importanza perché
è venuto ad interrompere un periodo di dieci secoli di
lontananza e divisione.
Infatti, a partire dall'anno 1000, fra le chiese cristiane di
Oriente e di Occidente si sono venute
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creando
diffidenze, incomprensioni, scontri che hanno portato all'allontanamento
reciproco.
Bisogna
dire che, mentre la Chiesa cattolica è compatta e unita attorno
al papa, le chiese orientali sono ciascuna autonoma e indipendente.
In passato fra le chiese cristiane di Oriente non vi era né
confusione né separazione. Oggi continua a non esserci confusione,
ma è sopravvenuta una certa separazione fra di loro. E questo
rende meno agevole il cammino verso l'unità.
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Dopo la fine dell'impero romano di Occidente (476 d.C.) la massima
autorità civile, nel mondo di allora, viene ad essere quella
dell'imperatore d'Oriente che risiedeva a Costantinopoli. E anche
la sede della Chiesa di Costantinopoli assume, di conseguenza, una
rilevanza maggiore.
Quando
la Chiesa di Roma - considerata sempre con rispetto come la prima
Chiesa fra tante Chiese sorelle - tende ad esercitare un ruolo egemonico
nei confronti delle altre Chiese, si hanno le prime reazioni di
insofferenza e di ribellione fino a giungere, nel 1054, alla scomunica
reciproca fra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli.
A
questa prima divisione seguono altri episodi, come quello molto
grave, ai tempi della quarta crociata: nel 1204 i crociati mettono
a sacco la città di Costantinopoli, il papa nomina un patriarca
latino e i potenti occidentali si dividono l'impero bizantino, di
cui la Grecia moderna rivendica l'eredità.
Successivamente
un altro elemento contribuisce ad allargare ulteriormente il fossato
fra i cristiani. Nel corso dei secoli XVII e XVIII, alcuni cristiani
di Oriente, ortodossi, vengono incoraggiati ad abbandonare la propria
Chiesa e unirsi a quella di Roma, diventando cattolici uniti al
Papa, ma conservando i riti delle Chiese Orientali.
Queste Chiese sono dette "Chiese uniate", cioè
unite a Roma. Esse rappresentano ancora oggi uno scoglio e un impedimento
nel dialogo e nel cammino verso l'unità. Sono presenti in
vari paesi dell'Oriente - Terra Santa, Libano, Giordania, Siria,
Iraq, Turchia, Grecia, Romania, Ucraina - oltre che in Occidente,
a seguito di una forte emigrazione.
Noi
cristiani di Occidente abbiamo dimenticato o forse mai conosciuto
questa storia passata. Ma essa è viva nella memoria dei cristiani
di Oriente come se fosse storia recente.
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A partire dal Concilio Vaticano II (1962-65), è iniziato
un graduale e continuo processo di avvicinamento della Chiesa cattolica
verso le altre Chiese. Anche nei confronti della Chiesa di Grecia
ci sono state varie occasioni di incontro, ma era rimasta una diffidenza
di fondo fra le due parti.
Alla
vigilia dell'arrivo del papa in Grecia, gli integralisti ortodossi
hanno organizzato una manifestazione ostile con slogan del tipo
"Papa anticristo", "Papa, vattene a casa!".
Il
papa, al corrente di queste ostilità e diffidenze, ha scelto
di fare comunque il pellegrinaggio, sulle orme dell'apostolo Paolo.
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E in Grecia, davanti all'arcivescovo di Atene Christodoulos e ai
vescovi del Santo Sinodo, il papa ha chiesto perdono per il dramma
del 1204, ha rinunciato ad ogni proselitismo e ha fatto capire che
l' "uniatismo" non è un buon metodo per unificare
la Chiesa. E ha parlato di "Chiese sorelle".
Dal
gelido imbarazzo all'inizio dell'incontro, si è passati all'applauso
del primate ortodosso con tutti i vescovi e metropoliti quando il
papa ha detto:
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"Per
le occasioni passate e presenti, nelle quali figli e figlie della
Chiesa cattolica hanno peccato con azioni o omissioni contro i loro
fratelli e le loro sorelle ortodosse, che il Signore ci conceda
il perdono che imploriamo da Lui!
Alcuni
ricordi sono particolarmente dolorosi e alcuni eventi del lontano
passato hanno lasciato ferite profonde nella mente e nel cuore delle
persone di oggi. Penso al saccheggio disastroso della città
imperiale di Costantinopoli che è stata per tanto tempo bastione
del cristianesimo in Oriente.
È tragico che i saccheggiatori che avevano stabilito di garantire
ai cristiani libero accesso alla Terra Santa, si siano poi rivoltati
contro i propri fratelli nella fede. Il fatto che fossero cristiani
latini riempie i cattolici di profondo rincrescimento".
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L'incontro ecumenico di Atene chiede a noi cattolici di sintonizzarci
su questa lunghezza d'onda, cercare l'incontro e il dialogo nei
luoghi dove viviamo, con i membri delle Chiese ortodosse, dal vescovo,
al parroco, al laico.
Dall'incontro
si sviluppa poco a poco una conoscenza diretta, una fiducia, una
comprensione, un 'amicizia.
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Nel concludere il suo discorso davanti all'arcivescovo di Atene,
il papa ha affermato: "La Chiesa cattolica è irrevocabilmente
impegnata lungo il cammino di unità con le Chiese".
Ognuno
di noi, in quanto cattolico, è invitato a far propria questa
solenne affermazione e a contribuire, con i suoi piccoli gesti
e comportamenti, a facilitare il cammino verso l'unità.
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