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Gesù nel mezzo, da cui partono i tralci,
su ognuno dei quali è seduto un apostolo con il Libro aperto, |
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Introduzione
La nostra preghiera quotidiana è sostenuta da Gesù stesso che ci esorta a farla. La necessità della preghiera è sostenuta da Gesù stesso che ci esorta a farla. Sa bene che ne abbiamo bisogno. Il Padre che sta nei cieli ci ascolta. Sempre. Soprattutto se la preghiera la facciamo in comune:
«Io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà» (Mt 15,19).
La nostra vita quotidiana è segnata dai ritmi accelerati della città moderna con una scansione del tempo cadenzata dalla settimana. La preghiera quotidiana è scandita da memorie fisse che conducono alla domenica che diviene il “culmine” della settimana passata e assieme la “fonte” della settimana che segue.
Il lunedì vediamo il volto del Signore in quello dei poveri. La preghiera della sera accoglie quindi la memoria dei poveri, di quelli incontrati lungo il giorno e di quelli lontani, anche di interi paesi segnati dalla sofferenza. Li presentiamo tutti al Signore perché li consoli e li liberi dal male.
Il martedì la preghiera è accompagnata da Maria, madre del Signore. Siamo invitati ad apprendere da lei, la prima dei credenti, a «custodire nel cuore» (Lc 2,51) quello che ha ascoltato e a ringraziare il Signore che ha rivolto verso gli umili il suo sguardo.
Il mercoledì preghiamo gli uni per gli altri e per la Chiesa intera. Tutti gioiamo della comunione d’amore che il Signore dona ai suoi figli e alle sue figlie. La preghiera litanica, con i santi del cielo invocati ciascuno per nome, accompagna il nostro cammino nel mondo con la gioia dei salvati.
Il giovedì si ricordano tutte le Chiese cristiane, d’Oriente e d’Occidente, perché cresca la comunione tra i credenti in Cristo e la comunicazione del Vangelo si estenda sino ai confini della terra.
Il venerdì si fa memoria della croce del Signore: da essa sgorga la salvezza. L’intreccio tra le beatitudini evangeliche e la narrazione della passione spinge a contemplare la ricchezza della croce che è assieme annuncio di morte dell’egoismo e di vittoria dell’amore per gli altri.
Il sabato è il giorno della vigilia e dell’attesa della risurrezione del Signore. Si canta davanti alla tomba di Lazzaro morto perché siano sciolte le bende. In lui si raccoglie il grido di aiuto che sale da ogni parte del mondo. Si chiede a Dio di intervenire perché tutti veniamo sciolti dalle bende del peccato e salvati dalla misericordia di Dio.
La domenica raccoglie i giorni passati e li orienta verso la domenica eterna, giorno senza tramonto, quando tutti saremo nella casa del Padre.
Il nuovo anno liturgico inizia con il tempo di Avvento, le quattro settimane che conducono al Natale. Con i giorni dell’Avvento la Chiesa vuole prepararci ad accogliere il Signore che nasce tra gli uomini. Siamo talmente concentrati in noi stessi e nelle nostre cose da rischiare di non accorgerci del Natale. Non di quello del calendario, ma di quello del cuore. Senza il Natale restiamo come siamo, continuiamo a girare attorno a noi stessi.
C’è bisogno del Natale. Ne ha bisogno il mondo intero: i paesi schiacciati dalla guerra, i poveri, i deboli, i bambini. Ne hanno bisogno i profughi, i carcerati, i malati, gli anziani soli. Ne hanno bisogno coloro che abitano nelle grandi periferie delle nostre città divenuti veri deserti di amore e di vita.
Durante ogni mese due preghiere particolari vengono richiamate: la Preghiera per i malati e la Preghiera per la pace. La scelta di vivere in maniera particolare questi due momenti di preghiera nasce dalla fede nella misericordia di Dio che si china per accogliere e aiutare coloro che sono nella sofferenza causata sia dalla malattia che dalla guerra. La vicinanza ai poveri, ai deboli, all'enorme sofferenza che si abbatte sulla vita di tanti non può lasciarci indifferenti. La Parola di Dio offre una luce.
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