Pellegrini tra passato e futuro
il movimento dei cuori

In questo tempo di quaresima anche noi abbiamo accolto l’invito di farci pellegrini.

Un pellegrinaggio per alcune strade di questa città che ci aiutasse a compiere un pellegrinaggio più importante: quello del nostro cuore.

La quaresima, il tempo dei quaranta giorni che ci preparano alla Pasqua sono un dono del Signore.

E come i giorni che il Signore ci dona, non sono mai uguali gli uni agli altri, anche la quaresima è un tempo speciale per ognuno di noi per capire meglio cosa c’è nel nostro cuore e come continuare a vivere per il tempo che il Signore ci darà.

Siamo andati alla nostra cattedrale, il duomo di Napoli, nella cappella più antica quella di santa Restituta.

Questa cappella ha origini antichissime ed è dedicata ad una santa le cui origini sono avvolte da leggende.

Sembra si tratti di una vergine africana che per essersi opposta al matrimonio voluto dalla sua famiglia era stata condannata ad essere bruciata viva.

Il suo corpo è poi arrivato sulle coste di Ischia e li è iniziato il suo culto.

All’interno della cappella c’è san Giovanni in fonte. Il luogo dove i catecumeni ricevevano il Battesimo.

Abbiamo poi visitato la cripta dove ci sono le reliquie di san Gennaro, il nostro venerato santo patrono.

E poi la cappella del tesoro.

C’è una preziosità di opere oltre i segni tangibili di una fede che da tanti secoli ha raggiunto anche noi.

Il pellegrinaggio ci ha portato alle origini della nostra fede cristiana e infatti da li ci siamo spinti a visitare luoghi che proprio nei secoli scorsi erano luoghi di accoglienza e di ristoro per i tanti pellegrini

Parliamo della chiesa antica di san Gennaro all’Olmo e della vicina chiesetta dedicata a San Biagio, un vescovo armeno vissuto nei primi secoli del cristianesimo il cui culto è arrivato a noi grazie a delle suore armene.

E poi anche per noi, una calda accoglienza. Ci siamo fermati per rinfrancare il nostro corpo con tante cose buone preparate in casa.

A tavola si ha l’opportunità di parlare, di mettere in comune le varie esperienze.

E' stato importante per ciascuno di noi parlare di quello che si è provato ma soprattutto ascoltare quello che hanno pensato gli altri.

Ci siamo arricchiti vicendevolmente. Mentre tante volte succede proprio l'opposto. Il desiderio di parlare non ti fa ascoltare quello che altre persone vogliono dire e quindi si rimane prigionieri dei propri pensieri e delle proprie idee.

Al termine abbiamo ringraziato il Signore per la giornata bella vissuta insieme, per le cose viste durante il nostro pellegrinaggio ma soprattutto perché il nostro cuore si è mosso molto più del nostro corpo.

Ci siamo rivolti al Signore con una semplice preghiera perché continui a parlare al nostro cuore e ci aiuti a comprendere quello che succede intorno a noi, ci aiuti a sperare in un mondo migliore a partire da noi stessi.