Vi
raccontiamo l'avventura del nostro pellegrinaggio
ad Assisi, dal 18 al 20 aprile 2002.
Vivere
camminando col Signore fa diventare curiosi e desiderosi
di conoscere tutto ciò che può aiutarci
a comprendere sempre più come vivere secondo
il Vangelo.
È
questo desiderio che ci ha condotti a compiere un
pellegrinaggio itinerante, durato tre giorni, nella
terra di Francesco.
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Eravamo
una quindicina di anziani di età compresa tra
i 68 e i 92 anni e la maggior parte di noi conosceva
già, per sommi capi, la vita di questo Santo
ed era già stata in questi luoghi, ma questa
volta abbiamo avuto modo di rivederli con occhi nuovi:
quelli del Vangelo.
Infatti
il nostro visitare non è stato come quello
di un semplice turista ma è stato rivivere
la vita di un uomo che ha fatto del Vangelo la sua
regola di vita.
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La
prima tappa è stata la piazza del Comune di
Assisi e la casa dov'è vissuto San Francesco.
Qui
abbiamo riflettuto su quella che era la sua vita prima
di conoscere Gesù, gli usi e costumi del suo
tempo, la sua indole di ragazzo allegro e spensierato.
Francesco,
come ognuno di noi, era un uomo desideroso di vivere
a pieno tutte le gioie della vita e pensava di poterlo
fare attraverso la ricchezza e la potenza; ma tutto
ciò lo faceva sentire spesso insoddisfatto
ed in cerca del senso vero della vita.
È
proprio grazie a questa ricerca che Francesco, poco
più che ventenne, prese a frequentare la chiesetta
di San Damiano posta poco fuori le mura della città.
È qui che egli udì la prima chiamata
del Signore mentre era assorto in preghiera di fronte
ad un crocifisso ligneo.
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la
chiesetta di san Damiano
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Visitare
il complesso di San Damiano è stato per noi
particolarmente importante.
Quel
luogo, oltre a ricordarci i primi passi della conversione
di Francesco, ci parlava di Santa Chiara e di come,
con le sue compagne, volle seguire l'esempio di povertà
e di semplicità di San Francesco.
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E'
per questo che abbiamo sentito il bisogno di fermarci
nell'antica cappellina per immergerci in una preghiera
silenziosa e personale. |
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Dopodiché
il nostro pellegrinaggio ci ha condotto a visitare
"Rivotorto": il piccolo Tugurio all'interno
dell'attuale Santuario ci ha ricordato il luogo e
lo stile di vita semplice e povero vissuta dal primitivo
gruppo di frati.
Si
vedono i poveri luoghi dove dormivano, mangiavano
e pregavano.
Francesco
e i suoi compagni non avevano bisogno di nulla, neppure
di un comodo giaciglio per dormire se non la nuda
terra. L'unica cosa di cui avevano bisogno era il
Vangelo.
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il
tugurio di Rivotorto
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È
proprio la povertà di questi luoghi che ci ha
colpito e interrogato su come ognuno di noi oggi sia
portato a desiderare sempre più cose pensando
che queste possano fare la felicità nostra e
di quelli che ci sono accanto. |
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Queste
riflessioni ci hanno condotto poi alla "Porziuncola"
per visitare la quale ci siamo sforzati di non accorgerci
della grande basilica che la contiene per poter cogliere
la semplicità dei luoghi così come Francesco
li ha vissuti.
Allo
stesso modo ci siamo accostati alla Cappella del Transito:
al tempo di Francesco era una delle capanne costruite
dai frati e poi da loro adibita ad infermeria.
E'
lì che Francesco trascorse le ultime ore di
vita e morì, la sera del 3 ottobre 1226, dopo
essersi fatto deporre sulla terra nuda.
Altra
tappa importante del nostro cammino nella conoscenza
di Francesco è stato l'Eremo delle Carceri.
Qui, lontano dalla città e da ogni fonte di
distrazione, spesso, Francesco ed i suoi compagni
più cari si ritirava a pregare.
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Ed
è qui che ci è sembrato di cogliere
la grande importanza che Francesco dava alla preghiera
come mezzo per raggiungere un intimo rapporto con
Dio e per comprendere la grande lezione di amore verso
ogni forma di creatura.
Ci
è sembrato quasi di sentire questo
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l'Eremo
delle Carceri
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uomo
piccolo e debole, vestito poveramente, rivolgersi
a Dio con parole semplici e dirette come fa un figlio
verso il padre.
Abbiamo
pensato che tante volte le nostre preghiere sono piene
di tanti paroloni inutili e che basta far parlare
in modo semplice il nostro cuore con la certezza che
il Signore ci ascolta con amore e grande misericordia.
Insomma,
conoscendo più intimamente la vita di Francesco
abbiamo potuto constatare, ancora una volta, che dare
spazio al Signore nel proprio cuore e nella propria
vita significa lasciarsi sconvolgere completamente
per farsi invadere da un amore immensurabile.
Infatti
Francesco, da uomo in cerca del piacere personale
e amante di ogni forma di ricchezza terrena, si è
trasformato in un uomo povero di ricchezze terrene
ma ricco sino all'inverosimile di amore per ogni forma
di vita.
È
questa l'eredità che Francesco ha lasciato
ad ognuno di noi: una grande lezione d'amore appresa
dall'unico maestro possibile: il Signore, e da un
unico libro: il Vangelo messo in pratica sino all'ultima
virgola.
Il
nostro pellegrinaggio si è concluso visitando
altri due luoghi: la Basilica di Santa Chiara e le
Basiliche superiore ed inferiore di San Francesco.
Questi
due luoghi sono stati costruiti in onore dei due santi
e rappresentano il modo della chiesa di rendere loro
omaggio. Alla Basilica di Santa Chiara abbiamo potuto
pregare sulla sua tomba e contemplare l'autentico
crocifisso ligneo che parlò a San Francesco
nella chiesetta di San Damiano.
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la
tomba di Francesco
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Nella
visita alle Basiliche inferiore e superiore
di San Francesco la nostra attenzione si è
fermata soprattutto nell'ammirare i magnifici
affreschi di Giotto e Cimabue. Anche in questo
caso la nostra attenzione si è focalizzata
su ciò che essi rappresentavano più
che sull'indiscussa maestria dei loro esecutori.
Infatti
abbiamo compreso che questi affreschi non furono
eseguiti solo per decorare le basiliche ma soprattutto
per raccontare, ad ogni |
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visitatore
dei luoghi, le tappe più importanti della vita
di Gesù (transetto della Basilica Inferiore)
e di Francesco (Basilica Superiore).
Momento
molto importante e giusta conclusione del nostro viaggio
presso i luoghi di San Francesco è stata la
visita alla tomba del Santo. Qui è stato forte
il desiderio di raccoglimento e di preghiera benché
il grande via vai dei visitatori non ci abbia concesso
una giusta atmosfera di raccoglimento.
Insomma
in questo viaggio ad Assisi abbiamo ritrovato un amico
con cui gioire delle opere che il Signore sta compiendo
nella nostra vita e a cui chiedere sostegno nei momenti
di debolezza e di sconforto.
Ma
Francesco ci ha concesso anche un altro miracolo:
l'aver vissuto questi giorni insieme, accomunati dall'unico
desiderio di conoscere più a fondo quest'uomo,
ci ha fatto ritrovare più vicini, ci ha fatti
conoscere meglio l'un l'altro sorridendo vicendevolmente
delle nostre piccole manie o debolezze. Insomma sentiamo
di volerci un po' più bene.
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Siamo
grati al Signore per averci concesso alla nostra età
di vedere tutto questo con occhi nuovi e lo preghiamo
perché possiamo portarci nel cuore la memoria
di questo viaggio e dei suoi insegnamenti per il resto
dei nostri giorni. |
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