Incontro con le Piccole Sorelle


7 luglio 2001

Le Piccole Sorelle
Un incontro familiare all'EUR (ROMA)


In estate si viaggia per svago, per riposarsi, ma si viaggia anche per conoscere luoghi nuovi e per entrare in contatto con persone interessanti.

In un fine settimana di luglio alcuni di noi - eravamo all'incirca una trentina - si sono ritrovati per riflettere insieme e hanno visitato un luogo particolare, incontrando delle persone che hanno deciso di dedicare la propria vita al Signore e alla testimonianza del Vangelo.

A Roma, nel quartiere Eur, poco lontano dalla Basilica di San Paolo fuori le mura, abbiamo incontrato le Piccole sorelle di Gesù, una fraternità nata nel 1939 dall'iniziativa della piccola sorella Magdeleine di Gesù (1898-1989).

La "Fraternità Generale"
Le "Piccole Sorelle" hanno all'Eur la loro Fraternità generale, un insieme di edifici semplici, poveri, con un'ampia cappella di legno, circondate da piante e da fiori: è un villaggio che ha qualcosa di esotico, perché non è facile trovare case di legno, quasi delle grandi capanne, nel cuore di una città italiana.
Sono a due passi dal centro di Roma, ma potrebbero essere dovunque: quando siamo arrivati in casa loro le piccole sorelle ci hanno accolto e ci hanno condotti presso un grande albero.
Protetti dall'ombra, su alcune panche e sedie, ci siamo messi tutti in cerchio e abbiamo conosciuto due piccole sorelle che ci hanno raccontato del loro modo di vivere il Vangelo e delle loro esperienze in diverse parti del mondo.


L'accoglienza

Prima che cominciassimo a dialogare con loro, però, abbiamo capito subito che le piccole sorelle hanno un modo speciale di mettersi in contatto con gli altri.
Lo abbiamo capito da un gesto semplicissimo ma anche molto dolce, un gesto che in genere si compie quando si riceve un amico o un parente: sembra un particolare secondario, ma può anche essere un gesto che si lega direttamente a un piccolo dono segreto che dà un senso migliore alla vita.

Il piccolo particolare è questo: ci hanno offerto subito un bicchiere di tè freddo e poi dei biscottini.

Con questo segno di accoglienza, quel caldo pomeriggio romano del mese di luglio si è trasformato in un rilassante momento di incontro tra persone curiose di conoscersi.

Le piccole sorelle ci hanno messo a nostro agio e in un attimo ci hanno fatto capire cosa significhi saper accogliere e incontrare gli altri, non come estranei, ma come fratelli.


La loro testimonianza

Le parole che le piccole sorelle ci hanno detto dopo, rispondendo alle nostre domande, hanno poi confermato questa prima impressione.
Abbiamo ascoltato alcune notizie sulla loro vita, racconti di episodi particolari ed esperienze di vita in zone del mondo dove le persone soffrono la fame o si trovano in condizioni difficili per le conseguenze di guerre o di calamità naturali.
Ma abbiamo sentito che anche in una città come Roma si sono trovate a vivere a contatto con persone sofferenti che le hanno sentite vicine nel momento del bisogno e della solitudine.
Attraverso le piccole sorelle abbiamo quindi imparato che nel mondo contemporaneo è possibile seguire il Vangelo, vivendo vicino agli altri, offrendo la propria amicizia, la propria presenza come segno di fraternità e come testimonianza del Vangelo stesso.

Lavorano come tutti
Le piccole sorelle vivono in tanti paesi del mondo, dal Nicaragua al Ruanda, dalla Russia all'Italia, facendo lo stesso tipo di vita che fanno le altre persone, anzi la stessa vita che in ogni parte del mondo fanno i poveri.
Come tutti gli altri, si guadagnano da vivere con il proprio lavoro, conoscono le incertezze delle crisi economiche e dei licenziamenti, affrontano le tante difficoltà quotidiane e poi la sera tornano a casa, nelle case in cui vivono in gruppi di tre o quattro persone, dove si riuniscono per un paio d'ore al giorno in una cappellina per meditare e pregare.
Fanno lavori come gli altri: al Luna Park dell'Eur alcune di loro, che vivono al quartiere Laurentino, gestiscono uno stand che si chiama "Notte di luci", in altre città di Italia abitano in quartieri popolari nei quali offrono la continua testimonianza di una vita che segue il Vangelo.

Essere vicini agli altri
Le piccole sorelle vivono insomma come tutti gli altri, ma con una sola differenza: sono sempre vicine agli altri quando capiscono che le persone che incrociano nei loro percorsi quotidiani hanno bisogno di loro.
Stanno vicino non per fare grandi discorsi o per cercare di trasmettere con belle parole la propria Fede, ma si fanno incontro quando si accorgono che può essere utile la loro presenza, la loro compagnia, anche se gli altri seguono un'altra religione, poiché per loro la cosa importante è cercare con tutti un legame di fraternità, per fare una fraternità universale.

Le piccole sorelle seguono in questo le parole di piccola sorella Magdeleine e cercano di essere "arabe tra gli arabi, nomadi tra i nomadi, operaie tra gli operai…, ma innanzi tutto umane tra gli umani".

Ma chi era piccola sorella Magdeleine?

Era una giovane donna francese che nel 1920 rimase molto colpita dalla lettura di un libro.
Narrava la vita di Charles de Foucauld (fratel Carlo di Gesù), un eremita morto pochi anni prima, nel 1916, nel deserto del Sahara, dove aveva passato parte della sua vita a contatto con il popolo dei Tuareg, il popolo del deserto.
Dopo questa lettura piccola sorella Magdeleine desiderò ardentemente di vivere il sogno di fratel Carlo e di andare nel deserto.

Nel 1936, in seguito ad una artrite deformante molto grave, un medico le disse che avrebbe potuto continuare a vivere solo se fosse andata in un paese privo di umidità.
Era questa l'occasione che lei aspettava. E subito partì insieme con la mamma per il deserto del Sahara.

Fratel Carlo di Gesù
Quando sentiamo parlare degli eremiti, noi pensiamo in genere a monaci vissuti circa mille anni fa; eppure anche nel nostro secolo ci sono stati e ci sono eremiti.
Fratel Carlo di Gesù (1858-1916) andò da solo nel deserto, non perché gli piaceva stare da solo, ma perché desiderava vivere a contatto con gli altri, incontrare popoli diversi e lontani, conoscendo meglio i musulmani e genti di altre religioni. Per lui questo significava incontrare non estranei da combattere, ma fratelli con cui vivere, andando tra loro come duemila anni fa ci sarebbe andato Gesù.

Fratel Carlo di Gesù sperava di dar vita a una fraternità, riunendo con sé altri cristiani che volessero vivere il Vangelo come lui: fissò perciò una Regola per una nuova famiglia religiosa. Ma la sua speranza si realizzò solo dopo la sua morte: la piccola sorella Magdeleine, nel 1939, riuscì appunto a dar vita alla fraternità delle Piccole Sorelle, mentre un altro religioso francese, Padre Voillaume fondava la fraternità dei Piccoli Fratelli di Gesù.

I ricordi di Fratel Carlo di Gesù
In una delle case della Fraternità Generale dell'Eur sono conservati i ricordi di Fratel Carlo di Gesù: un altare da lui costruito, le sue vesti bianche logorate dal deserto, i candelabri, le croci e le stazioni della via Crucis da lui costruiti artigianalmente, i cartelli su cui scriveva alcune parole che ispiravano la sua vita.

In questa piccola stanza si trovano dunque i segni di una vita cristiana che dal deserto ci riporta qualche messaggio fondamentale, che senz'altro può servire da guida anche nelle nostre città consumistiche, nelle nostre strade affollate, tra l'altro, di solitudine e di egoismo.


"Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te"

Tra gli altri ricordi si leggono parole che derivano direttamente dal Vangelo, che sono quasi distillate e rese ancora più vere dalla lunga esperienza del deserto.
Su un pannello di stoffa è scritta (in francese) la frase "Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te". In queste poche parole è racchiuso l'obiettivo che Fratel Carlo e poi le piccole sorelle hanno seguito per tutta la vita: essere vicini agli altri per essere sempre più vicini al Signore, e sentirsi sempre più vicini al Signore attraverso la preghiera per riuscire ad avvicinarsi agli altri con le parole e con i silenzi giusti.

Partecipando alla vita degli altri, le piccole sorelle, secondo l'insegnamento del Vangelo diventano nel mondo come il lievito che fa lievitare la pasta e offrono la loro testimonianza di vita cristiana.
Piccola sorella Magdeleine raccomandava alle sue sorelle: "Siate un sorriso sul mondo, questo è il mio più grande augurio… Se voi foste solo questo: il piccolo raggio di sole che entra in una camera buia e gelida per illuminarla e riscaldarla, ciò basterebbe".
Chi vuole avere altre notizie sulla Piccola sorella Magdeleine può leggere:
Piccola sorella Magdeleine, Il padrone dell'impossibile, ed. PIEMME (Autobiografia in forma di lettere e diari)
Piccola sorella Magdeleine, Dal Sahara al mondo intero, ed. Città Nuova
Piccola sorella Magdeleine, Da un capo all'altro del mondo, ed. Città Nuova