"Una Domenica Speciale...."
Giovanni, un nostro nuovo amico....
 

Abbiamo conosciuto Giovanni, una persona speciale che è diventata nostro amico; attraverso alcune domande, abbiamo conosciuto la sua storia e vogliamo farla conoscere anche a voi.

Padre Mariano ci ha insegnato che il diavolo non è come lo immaginano i bambini, con le corna, la coda ed il forcone: il diavolo a volte è elegante nell’aspetto e nel linguaggio, non bisogna lasciarsi ingannare.

Quando ho conosciuto Giovanni ho capito che anche gli angeli sono diversi da come ce li immaginiamo.

 

Giovanni è un angelo, ma non ha l’aureola luminosa, perché è il suo sorriso buono ad illuminarne il viso. Non ha le ali, ma le sue parole ci fanno volare lì dove tutto è possibile. Non ha la tunica celeste, ma la pelle vissuta del suo viso è una tela preziosa dove la vita ha ricamato una storia triste ed insieme tanto bella.

Giovanni aveva una moglie che amava in maniera indicibile ed una bambina piccola piccola. Quando la moglie si ammala gravemente, Giovanni non riesce a sopportarne la sofferenza e la lascia sola, abbandonando anche la figlia e soprattutto se stesso. Si rifugia nell’alcool, l’unica cosa che gli sembra capace di dargli un po’ di pace in tanto dolore, almeno per la durata della sbornia. Alla morte della moglie, Giovanni si ritrova senza nulla, nemmeno una casa: passa le giornate per strada, anche dopo le sedute di chemioterapia. Però Gesù gli vuole bene e non lo lascia solo: un giorno a Giovanni appare la moglie, che con dolcezza gli chiede di non bere più. Giovanni all’inizio è spaventato, ma poi capisce che è Gesù che lo sta prendendo per mano per portarlo finalmente fuori dal suo dolore. Apre gli occhi e ricomincia a vivere senza bere, perché ha capito che solo in Gesù è il vero rifugio dal dolore.

Con Lui vicino, Giovanni diventa capace di sopportare senza reagire anche chi gli fa male e che però, spiazzato dalla sua fede e serenità, con il tempo gli diventa amico, difendendolo a sua volta da chi cerca di ferirlo ancora.

Oggi Giovanni è un uomo che vive sereno, circondato da amici vecchi e nuovi. Sta cercando la figlia che ha perso tanto tempo fa per riempirla di baci, come ha raccontato ai bambini che ascoltavano attenti le sue parole. Mentre Giovanni parlava, i nostri occhi di adulti si riempivano di lacrime al pensiero del freddo provato negli inverni senza casa, della malattia grave che dopo un po’ ha colpito anche lui, della sua triste e lunga solitudine.

Però Giovanni, con le sue parole semplici, ci ha fatto capire per bene che Gesù ha fatto lo stesso con ciascuno di noi: è già venuto sulla terra per prenderci per mano e tirarci fuori dal baratro del peccato e del dolore. Gesù ogni giorno ci cammina accanto, senza lasciarci soli, perché Lui ci vuole bene, indistintamente, qualunque sia il tipo di dolore che ci tiene prigionieri.

Prima di incontrare Giovanni avevo gli occhi chiusi, anch’io avevo cercato un rifugio sicuro che sembrava proteggermi dai miei problemi: nel mio caso non era l’alcool, ma era l’inseguire le cose del mondo, le finte ricchezze, le soddisfazioni fittizie portate dal lavoro. Le parole di Giovanni invece mi hanno insegnato a rifugiarmi in Gesù, che giorno dopo giorno mi dà la forza di non “ubriacarmi” più di falsi ideali.

Grazie Giovanni per averci mostrato che Gesù è proprio qui, vicino a noi. erchè hanno un lieto fine, ma anche perchè ci insegnano delle cose importanti.(da Cinzia)

Domenica scorsa abbiamo riconosciuto Gesù sul volto di Giovanni.

Giovanni è una persona anziana che dorme nel dormitorio di Napoli, cioè un luogo dove dormono le persone che non hanno una dimora fissa. Escono di lì alle otto di mattina e ritornano la sera per cenare e per dormire. Tutte le mattine sono costretti ad uscire dal dormitorio anche con il brutto tempo e con la febbre.

Giovanni ha sofferto molto nella vita; quando era giovane, un brutto giorno, scoprì che la moglie era molto malata. Tornando da una visita medica gli disse che dopo qualche mese sarebbe morta. Giovanni non ebbe la forza di starle vicino, gli dispiaceva vederla soffrire e consumarsi giorno dopo giorno.

Durante la malattia della moglie, Giovanni si sentiva solo, non aveva vicino né amici e né familiari. Così, per debolezza e disperazione, si allontanò da casa e dalla sua bambina di quattro anni, Chiara, che avevano tanto desiderato. Giovanni andò a dormire in un camper e incominciò a bere, da quel momento la sua vita cambiò. Dopo la morte della moglie, si ritrovò ancora più solo, perse la sua casa e la sua bambina, che fu affidata ad un’altra famiglia. La sua casa diventò il dormitorio.

Durante i suoi anni di sofferenza e di solitudine, Giovanni non è stato mai davvero solo perché Gesù è stato sempre con lui e lo ha sempre protetto. Giovanni si rivolge a Lui chiamandolo “Papà” ed è Lui la sua vera forza. I suoi veri amici e i suoi veri fratelli sono nel dormitorio e con lui condividono momenti belli e brutti e si vogliono tanto bene.

La frase di Giovanni che più mi ha colpito è che lui vuole bene più ai nemici che agli amici. Dice che un amico già lo abbiamo, ma volendo bene a un nemico di amico ne avremo un altro.

Giovanni sopporta le offese e i maltrattamenti del nemico e con tanto amore lo perdona e fa in modo che gli diventa amico. In questo comportamento Giovanni mette in pratica il Vangelo, quando Gesù dice:” Se ricevi uno schiaffo, porgi l’altra guancia”. Ora Giovanni è sereno e felice, ha sempre Dio con sé.

Dio ha fatto in modo che non perdesse il suo lavoro, infatti Giovanni è restauratore di mobili e quando esce dal dormitorio va a lavorare e con il suo lavoro aiuta anche molti bisognosi. Un’altra persona che gli è sempre vicino è la moglie, non lo ha mai abbandonato. Un giorno, il 13 giugno di molti anni fa, la moglie gli apparve e gli disse che da quel momento avrebbe smesso di bere riprendendo la sua vita, e così è stato. Giovanni ci ha detto che ogni 13 giugno festeggia un altro compleanno, perché in quel giorno lui è rinato.

Giovanni con la sua testimonianza ci ha trasmesso la sua serenità e ci ha insegnato che anche se soffriamo non dobbiamo mai disperare perché Gesù è con noi e ci aiuta a superare i momenti più difficili.

Ora Giovanni ha un altro desiderio da realizzare, quello di ritrovare sua figlia, io glielo auguro di tutto cuore e so che Dio lo accontenterà. (da Valentina)

Gesù ci insegna a voler bene anche alle persone che ci fanno del male.

Quando una persona ci fa del male noi non dobbiamo non volerle più bene,ma dobbiamo fare in modo che quella persona diventi nostra amica perche se no non avremmo più amici.

Dobbiamo fare in modo che i nostri nemici possano diventare nostri amici.

Il 27 febbraio 2011 una persona che vive per strada ci abbiamo fatto delle domande.
Questa persona si chiama Giovanni e aveva una moglie che poi è morta, ha anche una figlia che si chiama Chiara,dopo la morte di sua moglie Giovanni non sapeva come crescere sua figlia Chiara così la diede in affidamento a un'altra famiglia.

Nonostante a Giovanni gli erano successe delle cose brutte era sempre felice perché il 13 Giugno 1999 sua moglie gli è andata in sogno e gli aveva detto di smettere di bere.(da Sophia)

Si chiama Giovanni e la sua storia è molto triste. Lui ci ha raccontato che faceva il falegname e visto che era molto bravo insegnava anche in una scuola. Sua moglie purtroppo aveva una malattia e lui ha speso tutti i suoi soldi per curarla, finchè non si è venduto perfino la sua casa. Ma purtroppo la moglie è morta.

Dopo la separazione con la moglie ha iniziato a bere ma ha smesso subito dopo che ha avuto la moglie in sogno che gli ha detto di smettere di bere. allora lui ha smesso. Pero è rimasto senza alloggio ed è andato in strada dove ha trovato degli splendidi amici "la chiesa" . Lui ci ha insegnato una cosa molto importante "non essere nemici di nessuno".Ma non tutti ci riusciamo, questa storia ci fa capire che Giovanni è una persona molto buona e che crede veramente in Gesù. Che fa le cose che dice Gesù. Ma non perché si sente costretto, ma perché è una cosa che ritiene giusta. Ora Giovanni è alla ricerca di sua figlia ( Chiara) che è stata presa e portata all’orfanotrofio ma non è stata più trovata. (da Marcella)

Il giorno 27 febbraio ho capito una cosa molto importante dell’amicizia e come si fa a voler bene anche alle persone che non mi stanno simpatiche e che mi hanno fatto del male.

Domenica in chiesa ci è venuto a trovare Giovanni una persona sfortunata,e ci ha raccontato la sua storia


Dopo avercela raccontata ho capito che una persona che vedevo per strada è una persona buona e gentile che segue più di noi gli insegnamenti di Gesù.

Poi ci ha spiegato che lui è più amico dei suoi nemici che dei suoi amici.
(da Ludovica)